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A Milano il futuro è nel food Meomartini: «L’onda di Expo prosegue»

Il vicepresidente della Camera di commercio di Milano racconta in esclusiva a Italia a Tavola come e perché il settore agroalimentare a Milano non smette di crescere sulla scia di Expo e quale sarà il futuro di Milano. Intanto a maggio si svolgerà Milano food city, che ha proprio l'obiettivo di promuovere il settore

di Guido Gabaldi
 
26 gennaio 2017 | 18:48

A Milano il futuro è nel food Meomartini: «L’onda di Expo prosegue»

Il vicepresidente della Camera di commercio di Milano racconta in esclusiva a Italia a Tavola come e perché il settore agroalimentare a Milano non smette di crescere sulla scia di Expo e quale sarà il futuro di Milano. Intanto a maggio si svolgerà Milano food city, che ha proprio l'obiettivo di promuovere il settore

di Guido Gabaldi
26 gennaio 2017 | 18:48
 

Agroalimentare a Milano? Di sicuro il settore è in movimento, non è fermo a Expo 2015 e al suo motto, “Nutrire il pianeta”: c’è dell’altro. E non mi riferisco al panettone e ai ristoranti gourmet, perché quelli fanno ormai parte del panorama classico, ma al lavoro quotidiano e alla dura concorrenza delle 12mila imprese del settore, solo nella metropoli (fonte: Ccia Milano). Che danno lavoro a ben 134mila addetti: e dunque la capitale italiana dei servizi innovativi, della finanza, della moda e del design ha tutto il potenziale per esser un punto di riferimento anche per gli appassionati di cibo e dintorni.

Milano, il futuro è nel food  Meomartini: «L’onda di Expo prosegue»

Alberto Meomartini

Di tutto questo, e di iniziative concrete e molto ambiziose come il primo “fuorisalone” del gusto, il “Milano Food City” dal 4 all’11 Maggio, ho il piacere di parlare con Alberto Meomartini, vicepresidente della Camera di commercio di Milano. Un manager di razza, ai vertici di aziende storiche del panorama nazionale come Eni, Italgas e Saipem, e di enti prestigiosi come Assolombarda ed il Teatro alla Scala: in pochi possono interpretare i cambiamenti in corso e gli scenari economici a venire come Meomartini, con un’esperienza di tale spessore. Del futuro di Milano ne parlano un po’ tutti, in realtà, ma bisogna vedere con quale livello di perspicacia.

Meomartini, Expo è stata una grandiosa vetrina. E dopo? A 15 mesi dalla chiusura, la città si è fermata o ci sono stati altri progetti trainanti per l’economia milanese?
L’Expo ha rappresentato un momento molto importante per Milano, con un indotto rilevante sulla città, sul territorio e sulle sue imprese. L’impatto della manifestazione continua anche ora, in un’onda lunga di benefici per l’economia. Per citare alcuni esempi: il turismo che si è stabilizzato anche nel 2016 su livelli superiori al periodo precedente alla manifestazione. Iniziative istituzionali di rilievo internazionale come il Milan Center for Food Law and Policy promosso da Livia Pomodoro. Ancora, la Camera di commercio partecipa con altre istituzioni al post Expo, che vede al centro un progetto di portata internazionale come lo Human Technopole, dedicato all’innovazione, in cui ci potrà essere spazio anche per il food e le nuove tecnologie. C’è poi la nuova iniziativa di Food City, come nuovo fuori salone di Milano dedicato all’agroalimentare-ristorazione, insieme alle altre iniziative della settimana della moda e del design.

Milano, il futuro è nel food  Meomartini: «L’onda di Expo prosegue»

E quindi, in concreto, che cosa sarà “Milano Food City”? Una fiera, una festa, l’inizio di un nuovo corso?
È un’iniziativa di richiamo internazionale che vede coinvolte fin dalla presentazione le istituzioni della città accanto alla Fiera, col coordinamento di Comune e Regione Lombardia e la partecipazione di Confcommercio. Sarà dal 4 all’11 maggio, e ci sono già dei progetti mirati per dare rilievo al nuovo fuori salone di Tuttofood. Grazie alla partecipazione dei vari partner e contando su un effetto di coinvolgimento via via più ampio, si potrà arrivare ad avere una manifestazione diffusa e coinvolgente sul food. Expo è dunque la base su cui possiamo costruire insieme una nuova serie di giornate milanesi, all’insegna di buon gusto, creatività, divertimento, turismo.
 
Nel 2017, cosa chiedono gli imprenditori milanesi alle istituzioni? Qual è la richiesta più frequente?
Tra i temi principali per il futuro della città, secondo un’indagine della Camera di commercio di Milano su oltre 500 imprese a dicembre 2016, le imprese vorrebbero una città sempre più europea e vivibile, che deve puntare ancora di più sui giovani. Proporre nuove iniziative significa dare risposte concrete e contribuire a rafforzare l’immagine internazionale della città.

Milano, il futuro è nel food  Meomartini: «L’onda di Expo prosegue»

Che a Milano non manchi l’ottimismo per assumere nuove iniziative, in cui si rischiano capitali e credibilità, è sotto gli occhi di tutti, non solo dei milanesi: a conferma, si potrebbe citare la recentissima dichiarazione di Carlo Sangalli, presidente nazionale di Confcommercio e presidente della Camera di commercio di Milano. «I progressi dello Human Technopole, del Campus universitario e la prospettiva dell’Agenzia europea per il farmaco, aprono la strada post-Expo a un grande polo attrattivo di livello internazionale. Tra i progetti che si stanno realizzando è importante prevedere un settore di ricerca e formazione legato al tema del food e dei servizi, in raccordo con il mondo universitario e con quello delle imprese. Soprattutto nella prospettiva di Milano come capitale dell’alimentazione».

Agricoltura e alimentazione, in soldoni (evviva la concretezza meneghina!), significano per Milano esportare in tutto il mondo: un miliardo di euro nei primi nove mesi del 2016, che non sono bruscolini e che si mettono a confronto con i 586 milioni di Bergamo ed i 400 di Brescia e Mantova. Siamo di fronte ad un fenomeno cittadino che impatta sul bilancio di una nazione intera, e che può ancora confermarsi in crescita, anno dopo anno. Perché alla fine la notizia è questa: dopo Expo la città di Milano non si è fermata, come hanno confermato Sangalli e Meomartini, ma ha continuato a correre anche senza le luci della ribalta.  E se le aziende del settore agroalimentare, sostenute dalle istituzioni, avranno voglia di continuare a investire e a rischiare, ci sono le premesse perché la corsa continui a lungo, e sia vincente.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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