Nel 2025 Sogemi consolida la propria posizione al centro della filiera agroalimentare milanese, proseguendo la trasformazione del Mercato Alimentare di Milano in un vero hub europeo dell’alimentazione. Con l’apertura del nuovo padiglione ortofrutticolo e l’avanzamento del piano “Foody 2025”, la società guidata da Cesare Ferrero punta su innovazione logistica, sostenibilità energetica e digitalizzazione per rendere Milano un modello di efficienza e qualità nel sistema della distribuzione alimentare.

Il nuovo Padiglione 2 del Mercato ortofrutticolo di Milano, già operativo quando ancora non è l'alba
L'anno scorso, Sogemi ha confermato il proprio ruolo strategico nella filiera agroalimentare italiana, chiudendo l’anno con ricavi in crescita a 18 milioni di euro (+2,7% sul 2023) e un Ebitda di 4,5 milioni. Numeri che testimoniano la solidità di una realtà che, come società partecipata dal Comune di Milano, gestisce il più grande Mercato Alimentare cittadino e coordina oltre 200 operatori tra grossisti e produttori attivi nel mercato ortofrutticolo, ittico, carneo e floreale. La crescita è stata trainata in particolare dall’entrata in funzione del Padiglione Ortofrutticolo 1 lo scorso anno e ora anche del Padiglione 2, tassello centrale del piano di riqualificazione “Foody 2025”, che ridisegna il volto del mercato con infrastrutture moderne e sostenibili. Il programma ha previsto anche la ristrutturazione di Palazzo Affari, il centro direzionale, e la creazione di una piattaforma logistica ittica di nuova generazione.
Parallelamente, Sogemi ha avviato il progetto “Foody Mercati di Quartiere”, che porterà alla gestione di 15 mercati comunali coperti in sinergia con il Comune, creando una rete diffusa di punti vendita alimentari integrati ai servizi urbani.

Il presidente Sogemi Cesare Ferrero e il sindaco di Milano Giuseppe Sala alla recente inaugurazione del mercato Rombon
Con il nuovo hub alimentare di Milano, Sogemi punta a coniugare efficienza logistica, sostenibilità energetica e cultura del cibo, facendo della città un punto di riferimento per la distribuzione e la sicurezza alimentare. Un obiettivo che si concretizza nel nuovo Padiglione Ortofrutta, cuore innovativo del mercato, di cui ci parla lo stesso presidente di Sogemi Cesare Ferrero.
Un progetto in evoluzione
«Con il nuovo padiglione ortofrutta, completiamo un percorso di trasformazione che sta cambiando il volto del Mercato Agroalimentare di Milano», spiega Cesare Ferrero, presidente di Sogemi, la società che gestisce i mercati all’ingrosso cittadini.

Cesare Ferrero, presidente Sogemi
Il nuovo edificio, che segue il primo inaugurato lo scorso anno, rappresenta una tappa fondamentale nel piano di rinnovo dell’infrastruttura. «Abbiamo aperto il padiglione 1 un anno fa per trasferire il 50% del mercato vecchio. Ora con questa nuova apertura arriviamo al 75%, e completeremo il restante 25% nei prossimi mesi. Il tutto mentre il vecchio mercato continua a operare: stiamo costruendo e demolendo in parallelo, per non interrompere l’attività».
Dal 1965 a oggi: una rivoluzione logistica
Il cambiamento non è solo architettonico. Il mercato ortofrutticolo di Milano si lascia alle spalle una struttura risalente al 1965, pensata per un mondo in cui i prodotti viaggiavano su furgoni e la catena del freddo era quasi sconosciuta. «Oggi la logistica alimentare è completamente diversa: la merce viaggia su bilici refrigerati, arriva da ogni parte del mondo e deve essere conservata in modo impeccabile. Il nostro compito è creare un’infrastruttura che risponda alle esigenze della filiera di oggi», sottolinea Ferrero.
Il nuovo padiglione nasce quindi come struttura logistica moderna e funzionale, progettata per essere efficiente e sostenibile.
Innovazione, sostenibilità e digitalizzazione
Il nuovo padiglione ortofrutticolo è oggi il più grande e moderno d’Europa. «Non è una questione di bravura - precisa Ferrero - ma di tempismo: essendo l’ultimo costruito, rappresenta un benchmark in termini di dimensioni e innovazione».

La grande superficie a disposizone nel nuovo Padiglione 2
Tre sono gli elementi chiave del progetto:
- Efficienza strutturale: un fabbricato di nuova generazione, ampio e modulare, pensato per agevolare le operazioni di carico e scarico.
- Transizione ambientale: grazie a una partnership con A2A, il mercato utilizza un innovativo impianto di condensazione a fonti rinnovabili. «Le nostre celle frigorifere - continua Ferrero - energivore per natura, vengono alimentate da un sistema a pompe di calore che sfrutta l’acqua di falda. Un passo concreto verso la sostenibilità energetica».
- Digitalizzazione dei processi logistici: Sogemi ha implementato un sistema di logistica centralizzata e di gestione digitale delle operazioni di movimentazione e conservazione. «La catena del freddo è ora continua e più efficiente - aggiunge Ferrero - e questo significa una migliore conservazione del prodotto, meno shock termici e una maggiore sicurezza alimentare».
Qualità e sicurezza al centro
Il tema della sicurezza alimentare è centrale nel nuovo corso del mercato. «Vogliamo puntare sulla qualità e sulla tracciabilità. Le nostre tre leve principali sono: corretta conservazione del prodotto, tracciamento della merce e controlli di qualità eseguiti dagli organi competenti come Ats e ispettori veterinari».

I prodotti vengono conservati in modalità e spazi assolutamente idonei al mercato ortofrutticolo
Ferrero evidenzia come la resistenza culturale al tracciamento in Italia rappresenti ancora una sfida: «Provenienza, origine e data di scadenza devono essere dati chiari e verificabili. È un impegno che vogliamo rendere strutturale all’interno del nuovo mercato».
Dimensione europea e confronto internazionale
Pur con il nuovo padiglione, il mercato ortofrutticolo di Milano non punta a essere il più grande in assoluto. «I mercati di Parigi, Madrid e Barcellona hanno volumi di attività superiori. Noi abbiamo costruito la struttura più moderna, ma la grandezza di un mercato si misura in tonnellate di merce, non in metri quadrati», chiarisce Ferrero.

La zona di scarico delle merci al mercato ortofrutticolo, con spazi di manovra adeguati a un gran flusso di merce
L’obiettivo di Sogemi è mantenere un confronto costante con le principali realtà europee, come punto di riferimento e di scambio di buone pratiche: «Non c’è competizione diretta, ma un confronto di sistema. Milano non può servire le tavole di Parigi, e viceversa, ma possiamo imparare gli uni dagli altri».
Dal mercato all’hub dell’alimentazione
Uno degli aspetti più visionari del progetto riguarda l’evoluzione da semplice mercato ortofrutticolo a hub dell’alimentazione. «Non si tratta solo di un cambio di nome», afferma Ferrero. L’obiettivo è creare un ecosistema in cui ogni attore della filiera alimentare - dall’importatore al formatore, dal ristoratore al ricercatore - trovi uno spazio di riferimento.
«Chi compra deve trovare un ambiente competitivo e di qualità, chi esporta deve avere infrastrutture idonee. Ma vogliamo anche accogliere chi fa formazione, chi si occupa di analisi dei dati e ricerca di mercato, chi lavora sull’innovazione alimentare e persino il quarto settore, legato al sostegno sociale. Il nostro obiettivo è diventare un vero business place del food system».
Un nuovo modello per la distribuzione alimentare
Il rinnovamento del mercato non è solo strutturale, ma culturale. «Abbiamo dato una nuova identità al mercato alimentare di Milano, trasformandolo da semplice luogo di vendita a piattaforma di servizi e competenze», spiega Ferrero.

Nel nuovo Padiglione 2 presenti anche totem digitali e delle chiare mappe per indirizzare le merci nelle allocazioni corrette
Il presidente riflette anche sulla necessità di ripensare la filiera di fornitura nella ristorazione: «Oggi i passaggi dal produttore al ristorante sono infiniti. Il cosiddetto chilometro zero è spesso uno slogan: Milano non produce pesce, eppure la Lombardia è la regione con il più alto consumo in Italia. Il punto non è eliminare la distanza, ma rendere la filiera più efficiente e trasparente».
Razionalizzare per innovare
Secondo Ferrero, l’obiettivo del nuovo mercato è «razionalizzare il sistema alimentare» e restituire equilibrio tra sostenibilità, disponibilità e qualità. «Dobbiamo essere consapevoli che i prodotti che arrivano sulle nostre tavole potrebbero avere una provenienza lontana. Il nostro compito è gestire questa complessità in modo intelligente e sostenibile, riducendo sprechi e ottimizzando la logistica».
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