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Piano triennale per l'apicoltura Valorizzazione del miele umbro

Approvato in Umbria il piano triennale per l'apicoltura. Tra gli obiettivi: provvedere alla certificazione di qualità, alla tracciabilità e all'etichettatura del miele e delle produzioni umbre, rafforzare l'assistenza agli apicoltori e migliorare i sistemi di prevenzione e cura delle patologie

 
26 agosto 2009 | 17:02

Piano triennale per l'apicoltura Valorizzazione del miele umbro

Approvato in Umbria il piano triennale per l'apicoltura. Tra gli obiettivi: provvedere alla certificazione di qualità, alla tracciabilità e all'etichettatura del miele e delle produzioni umbre, rafforzare l'assistenza agli apicoltori e migliorare i sistemi di prevenzione e cura delle patologie

26 agosto 2009 | 17:02
 

 PERUGIA - Valorizzare e promuovere il miele e le produzioni apistiche umbre, rafforzare l'assistenza agli apicoltori, migliorare i sistemi di prevenzione e cura delle patologie e delle selezioni genetiche dell'Apis mellifera ligustica, l'ape più diffusa in Italia, introdurre attrezzature più moderne di allevamento, lavorazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti. Sono alcuni degli obiettivi del piano triennale a favore dell'apicoltura per il 2009-2011, che la Giunta regionale, su proposta dell'assessore all'agricoltura, Carlo Liviantoni, ha adottato per sviluppare e valorizzare il settore. Tra gli obiettivi anche quelli di provvedere alla certificazione di qualità, alla tracciabilità e all'etichettatura.

«Il piano - dice Carlo Liviantoni - è stato elaborato in armonia con gli indirizzi del Dap e tiene conto delle osservazioni degli enti e delle organizzazioni interessate. L'apicoltura è un settore importante per lo sviluppo dell'agricoltura, non solo per la produzione di miele, ma anche per il miglioramento qualitativo e quantitativo delle produzioni vegetali, il mantenimento della biodiversità e il contributo che riesce a dare nella conservazione e nella tutela dell'ambiente».

Il documento, che ora dovrà essere approvato dal Consiglio regionale e che, per gli interventi finanziabili, sarà sviluppato attraverso tre programmi annuali e la pubblicazione di appositi bandi, prevede specifiche campagne di educazione alimentare e valorizzazione del prodotto umbro nelle scuole e negli agriturismi, interventi per dotare gli apicoltori di adeguate attrezzature per l'allevamento delle api e per lavorare e commercializzare i prodotti apicoli. In base al piano, oltre a facilitazioni per diffondere sul territorio piante arboree, arbustive ed erbacee mellifere, potranno essere attivate azioni di sensibilizzazione sull'utilità delle api per incrementare qualità e quantità delle produzioni ortofrutticole, sementiere e biologiche. E non mancheranno iniziative per la selezione delle api regine, la formazione professionale e l'assistenza tecnica, compresa quella sanitaria di risanamento, profilassi e prevenzione di malattie come la varroasi.

 L'apicoltura umbra, caratterizzata da un'elevata polverizzazione aziendale e da profonde differenze territoriali, ma suscettibile di grande sviluppo per numero di alveari (quasi 33mila) rappresenta il 2,8% del dato nazionale, ma merita interesse per la funzione impollinatrice delle colture agricole, di specie protette, essenze forestali, prati e per tutti gli altri prodotti diversi dal miele. La maggior parte degli apicoltori sono stanziali (oltre il 97% sul totale, con l'83% degli alveari), spesso hobbisti e semiprofessionisti in aziende non specializzate. Il 50% degli apicoltori ha un numero di arnie inferiori a 20 e una produzione di miele inferiore a 3 quintali all'anno.

Il 3% dei cosiddetti "nomadisti" produce invece quasi 70-80 chili l'anno. Dall'esame dei dati, nei luoghi montani risiede circa il 18% degli apicoltori con una media di quasi 10 alveari per operatore. La produzione più redditizia è nelle zone del Trasimeno e lungo il bacino del Tevere (Perugia, Marsciano, Orvieto e Ternano), caratterizzate da clima sub-mediterraneo collinare. In Umbria vengono prodotti mieli di melata e millefiori, in minima quantità anche biologici (nell'Eugubino, a Città di Castello, Colfiorito, Norcia, sui Monti Sibillini e in quelli dell'Amerino). Da alcuni anni, l'apicoltura regionale vende le proprie produzioni "al minuto" o direttamente ai grandi canali commerciali. Una notevole quantità di miele è utilizzata dalle molte industrie dolciarie presenti nella regione.


Fonte: Agi


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