I rapporti tra Bergamo e Gandia, città di 80mila abitanti nella regione di Valencia, in Spagna, sono diventati negli anni sempre più intensi grazie a Pino Capozzi (nella foto sotto, terzo da sinistra), il noto ristoratore e albergatore bergamasco, presidente onorario dei ristoratori Ascom, che ha partecipato per 28 edizioni alla manifestazione annuale del Festival internazionale della Fideuà. La 'fideuà” è il piatto tipico della città di Gandia, una paella particolare, nella quale in sostituzione del riso vengono usati degli spaghettini spezzettati. Capozzi è stato invitato per 28 volte alla manifestazione a rappresentare la cucina italiana e bergamasca e si è fatto in città una vasta cerchia di amici, in particolare tra i colleghi ristoratori.
Ancora una volta, nei giorni scorsi, Pino Capozzi è stato ambasciatore della enogastronomia italiana e bergamasca in Spagna. Accompagnato dal collega Roberto Gambirasio (nella foto sopra, secondo da destra), patron del ristorante Cadei di Villongo (Bg), Capozzi è stato protagonista di una manifestazione gastronomica che ha celebrato i 500 anni della nascita a Gandia di San Francesco Borgia (la famiglia Borgia, un cui ramo si trasferì a Roma, è originaria di Gandia e San Francesco è uno dei personaggi più noti della famiglia, prima vicerè di Catalogna e poi, fattosi sacerdote, superiore generale della Compagnia di Gesù, morto a Roma nel 1572).
Nella circostanza Capozzi ha dettato uno dei suoi piatti, 'risotto al profumo di Gandia”, subito inserito nei menu dei festeggiamenti e sperimentato con successo nel ristorante Toni Galo, uno dei più noti della città, presente il sindaco Josè Manuel Orengo (nella foto a destra, al centro), che ha donato a Capozzi la medaglia ufficiale del Centenario e un quadro raffigurante il palazzo Ducale della famiglia Borgia, una delle attrattive turistiche di Gandia. Nella circostanza, la Confraternita internazionale del riso, con sede a Valencia, ha nominato Capozzi (che – va ricordato - è stato anche autore di un volume sul riso) presidente della sezione italiana della Confraternita. Il presidente internazionale Ximo Saez (nella foto sopra, secondo da sinistra) e il segretario Salvador Perez (nella foto sopra, primo da destra) hanno donato a Capozzi la targa e l'artistico piatto della Confraternita da esporre nel suo ristorante di Bergamo Alta, l'Agnello d'oro.
In questo ritorno a Gandia per i festeggiamente in onore di San Francesco Borgia, Capozzi ha potuto incontrare vecchi amici e colleghi, come i titolari del ristorante Da Emilio (i fratelli Emilio e Oscar Gomez), la famiglia Aparisi titolare dell'Hotel Mavi, la famiglia Jorge del ristorante Torres, Toni Galo (nella foto in alto, terzo da destra) titolare dell'omonimo ristorante (uno degli emergenti a livello internazionale), il siciliano Pino Gallo (nella foto in alto, primo da sinistra) titolare di un noto ristorante a Siviglia che porta il suo stesso nome.
Alla cena di gala che si è svolta nel ristorante Toni Galo, presenti numerosi giornalisti locali, è stato proiettato il filmato della trasferta a Bergamo dello stesso ristoratore Toni Galo che, con lo chef Karlos Escoto, aveva portato la cucina gandiense nella città orobica, a suggellare il gemellaggio gastronomico tra Bergamo e Gandia. Gemellaggio che si va estendo a livello turistico grazie ai comodi voli giornalieri che Ryanair effettua tra l'aeroporto di Orio al Serio e quello di Valencia, capoluogo di regione che si trova a 80 chilometri da Gandia.
Posta sul mare Mediterraneo, Gandia è città soprattutto balneare, ma alle sue spalle le montagne non sono lontane e quindi si avvale di entrambe le opportunità naturali. In estate i suoi 80mila abitanti abituali raddoppiano per via delle tante seconde case e gli alberghi che nella stagione balneare si riempiono.
Intervistato dalla giornalista Carmen Berzosa per Radio Onda Naranja e per il periodico '7 ½” (di cui è direttore Cesar Garcia), Pino Capozzi ha reso testimonianza della profonda amicizia che unisce Bergamo e Gandia. Insieme a Capozzi, lo chef Roberto Gambirasio ha illustrato ricette e piatti di tradizione orobica. Un invito a tutti i gandiensi a venire a Bergamo per assaggiarli.
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