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Mozzarella campana, è scontro Aduc chiede di cancellare la Dop

È ormai aperta la battaglia sulla Mozzarella campana. Mentre Zaia commissaria il Consorzio e il presidente Chianese si difende, la Provincia di Salerno chiede di sganciarsi dal marchio Dop Campania. E l'Aduc, Associazione per i diritti di utenti e consumatori, chiede la cancellazione della Dop

20 gennaio 2010 | 14:51
Mozzarella campana, è scontro Aduc chiede di cancellare la Dop
Mozzarella campana, è scontro Aduc chiede di cancellare la Dop

Mozzarella campana, è scontro Aduc chiede di cancellare la Dop

È ormai aperta la battaglia sulla Mozzarella campana. Mentre Zaia commissaria il Consorzio e il presidente Chianese si difende, la Provincia di Salerno chiede di sganciarsi dal marchio Dop Campania. E l'Aduc, Associazione per i diritti di utenti e consumatori, chiede la cancellazione della Dop

20 gennaio 2010 | 14:51
 

è ormai aperta la battaglia sulla Mozzarella campana. Mentre il ministro Zaia commissaria il Consorzio di tutela dopo lo scandalo della mozzarella annacquata, il presidente dell'ente, Luigi Chianese, lo denuncia e si difende: «I campioni prelevati sono di prima istanza e non validi a livello legale, perché non confermati da altre analisi. Per questo, la legge dice che devono rimanere riservati». A poco vale che il ministro provi a correggere il tiro: «Qui la sicurezza alimentare non è minimamente in discussione, la mozzarella di cui parliamo resta sana, saporita - spiega Luca Zaia a la Repubblica -. Il nodo riguarda la fedeltà al Disciplinare del Dop: c'è solo una difformità tra le percentuali di latte di bufala trovato nei campioni e quelle previste dal marchio Dop».



Ma ormai il polverone si è alzato. L'Aduc, Associazione per i diritti degli utenti e consumatori, chiede a Zaia la cancellazione dall'elenco delle Dop della Mozzarella di Bufala Campana. Secondo il ministro Zaia - sostiene l'Aduc - le analisi, effettuate dall'Ispettorato centrale repressione frodi del ministero, hanno rilevato che 106 campioni dei 530 prelevati nella grande distribuzione, da settembre a novembre, hanno presentato un quantitativo di latte di mucca superiore al 30%. Il disciplinare prevede che la Mozzarella di bufala campana sia prodotta esclusivamente con latte di bufala intero.

Secondo l'associazione dei consumatori già il nome, di per sé, non va bene perché la dizione Mozzarella di Bufala Campana dovrebbe sottintendere che le bufale, e il relativo latte, sono in Campania (non in campagna). Invece, il latte proviene, oltre che dalle province di Benevento, Caserta, Napoli e Salerno, anche dalle province di Roma, Frosinone, Latina e da quella di Foggia. L'Aduc è inflessibile: al Consorzio della Mozzarella di Bufala campana dovrebbero essere revocate, da subito, le funzioni di tutela, vigilanza, valorizzazione e promozione del formaggio e contestualmente dovrebbero essere avviate le procedure in sede comunitaria affinché tale Denominazione sia cancellata.

Quella della cancellazione della Dop Campania è una richiesta forse un po' demagogica, che non tiene conto del possibile coinvolgimento di tutti i produttori, compresi quelli che rispettano con onestà e trasparenza le norme espresse nel disciplinare di produzione.

Ugo CarpinelliDalla Provincia di Salerno arriva, invece, la richiesta di "sganciarsi" dal marchio Dop Campania: «Già nel marzo del 2008 - afferma l'on. Ugo Carpinelli del Pd (nella foto a sinistra) - avevo segnalato la necessitàdi sganciare la provincia di Salerno dal marchio Dop Campania. Purtroppo i fatti mi danno ragione! Non è giusto che l'alta qualitàe la grande capacità ricettiva dei caseifici del Salernitano siano penalizzati dal pressapochismo dei controlli di altre zone. Non posso che condividere l'intervento del ministro dell'Agricoltura Zaia che denuncia adulterazioni e truffe nella produzione della mozzarella campana, che provengono nuovamente e sempre dalla Provincia di Caserta. Ieri con la diossina e oggi con le mozzarelle annacquate, mi domando domani con quale altra truffa si continuerà a colpire il prestigio di un prodotto famoso nel mondo: episodi del genere non devono più ripetersi».

«La filiera bufalina in Campania - continua Carpinelli - vanta una produzione di 33mila tonnellate con un fatturato di 280 milioni di euro e conta circa 20mila occupati. La mozzarella di bufala è al 4° posto per produzione tra i formaggi Dop in Italia. Nella nostra regione si concentra il 90% della produzione nazionale di cui l'84% è commercializzato sul mercato italiano mentre l'export rappresenta il 16%. Alla luce di questi scandali, la provincia di Salerno deve prendere atto che non esistono più le garanzie della filiera bufalina su scala regionale. è giunto il momento di rinunciare all'equivoco marchio Dop Campania che come dimostrano i fatti, serve solo come paravento a un nucleo minoritario di allevatori corsari e irresponsabili che con il loro comportamento distruggono la credibilità di tutti gli altri onesti produttori. Propongo pertanto all'assessore della Provincia di Salerno all'Agricoltura Mario Miano, di convocare urgentemente un tavolo e che si vada alla promozione di un nuovo marchio: Mozzarella Dop Paestum».

Si tratta di un intervento senz'altro più ragionevole rispetto alla richiesta dell'Aduc di cancellare in toto la Dop Campania.

Sulla "bufala" delle mozzarelle interviene anche Codici, Centro per i diritti del cittadino: «Una frode a tutti gli effetti nei confronti di tutti quei cittadini che scelgono il marchio come forma di tutela. - sostiene Valentina Coppola, responsabile settore agroalimentare Codici - è necessario che le istituzioni siano dure rispetto a queste a fattispecie di frodi alimentari. Secondo i controlli sono stati ritrovati nelle mozzarelle di bufala un quantitativo di latte di vacca superiore al 30%. Considerando che il latte di vacca ha un costo più basso rispetto a quello di bufala è evidente che le aziende in oggetto non solo hanno ingannato gli acquirenti, ma hanno fatto così lievitare il loro bilancio. invitiamo a sanzionare le aziende coinvolte e a rendere noti i loro nomi al fine di difendere i cittadini da tale frode».

«La magistratura - commenta il segretario nazionale del Codici - Ivano Giacomelli - deve fare il suo corso e non deve lasciarsi incantare da tali giochi di parole. Pertanto, un plauso al ministro Zaia per il lavoro volto al fine di tutelare i consumatori».

Denincia anche da parte del Movimento difesa del cittadino (Mdc): «La notizia della scoperta di bufale annacquate al latte di vacca è gravissima, perché riguarda un prodotto tipico del nostro paese già troppe volte colpito dalle frodi alimentari. - sottolinea Silvia Biasotto, responsabile Sicurezza alimentare - Ancor più grave è sapere che nella vicenda è coinvolto il Consorzio di tutela che avrebbe il compito di controllare il rispetto del disciplinare di produzione. Di fronte a queste notizie è difficile rassicurare i consumatori. Intanto ci complimentiamo sia con l'operazione svolta dall'Ispettorato per il Controllo della qualità dei prodotti e sia con il ministro Luca Zaia, che subito ha disposto il commissariamento del Consorzio. Sebbene il Ministro affermi che non ci sono rischi per la salute dei cittadini, è bene ricordare che è inammissibile continuare a sentire come un prodotto di qualità, come la mozzarella di bufala campana, sia continuamente colpita da contraffazioni e sofisticazioni».

Potito SalattoMercoledì 27 gennaio lo scandalo mozzarella raggiungerà Bruxelles: «Mercoledì prossimo a Bruxelles nella manifestazione organizzata con il collega Enzo Rivellini - afferma l'europarlamentare del Pdl-Ppe Potito Salatto (nella foto a sinistra), eletto nella circoscrizione Italia centrale - rilanceremo la necessità di varare una legge per avere controlli più rigorosi e la tracciabilità di tutti i comparti dei prodotti agricoli in modo da difendere i consumatori e la qualità dei prodotti stessi. La manifestazione al Parlamento di Bruxelles, che sembra come si suol dire "cadere a fagiolo" in questo momento di forte tensioni sulla tematica della mozzarella e del latte di bufala, vuole sottolineare anche che l'errore di un singolo non può penalizzare un intero settore che ogni anno fa registrare circa 400 milioni di euro di fatturato e offre lavoro a migliaia di onesti operatori. Per questo motivo mercoledì prossimo faremo assaggiare la "vera" mozzarella di bufala all'intera burocrazia europea che spesso freddamente analizza i problemi, prospettando drastiche soluzioni, senza conoscere le importanti realtà che vi sono sul territorio. Allo stesso modo coglieremo l'occasione per rilanciare un intero settore oltretutto molto importante per il Paese e la sua economia».

«Le notizie riguardanti presunte adulterazioni della mozzarella di bufala campana sono di grande preoccupazione - dichiara il presidente della Fiesa Confesercenti Giancarlo Petruccioli, perché riguardano non un produttore anonimo - cosa di per sé già grave - ma uno dei principali produttori di mozzarella certificata dal marchio del Consorzio della mozzarella di bufala, addirittura il suo presidente. Dalle notizie apprese, dopo un'ispezione dei Nas, appare evidente una necessaria verifica dei parametri della tracciabilità nelle imprese della produzione: se nell'impresa del presidente del Consorzio che deve vigilare sulla corretta applicazione del protocollo di produzione del prodotto e della relativa certificazione accade quel che emerge dalle notizie stampa e dalle dichiarazioni del Ministro, cosa avviene negli altri caseifici?. è una preoccupazione che riguarda non solo i nostri associati, che propongono un prodotto di qualità, ma soprattutto i nostri clienti, che pagano mediamente il prodotto oltre il 30% in più del fior di latte. Si tratta di un duro colpo per il settore e per il territorio campano già attraversato da notevoli ferite al tessuto di legalità e ne denuncia anche la scarsa efficienza del regime di controlli delle vigilanza sanitaria sull'alimentazione, di competenza delleAsl, alimentando il dubbio di connivenze e coperture a tutti i livelli».  Fiesa Confesercenti chiede un'azione di controllo rigorosa e continua degli organi di vigilanza preposta al controllo sui consorzi a tutela delle Dop.

La Cia-Confederazione italiana agricoltori si dichiara preoccupata per una situazione difficile che può mettere in crisi un prodotto tipico e di qualità apprezzato non solo in Italia, ma in tutto il mondo: «Bisogna fare subito massima chiarezza per evitare che la vicenda legata al commissariamento del Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana Dop e ai conseguenti controlli avviati dalle autorità giudiziarie in alcuni caseifici possa tramutarsi in un pericoloso "effetto domino", con calo dei consumi e danni ai produttori. Occorre, quindi, sgombrare il campo da ingiustificati allarmismi che non hanno alcun modo di sussistere».

«Come è avvenuto all'indomani dell'allarme diossina, che causò effetti deleteri per il settore e soprattutto per le aziende zootecniche da latte, bisogna intervenire con prontezza evitando che il problema possa allargarsi a macchia d'olio. è, quindi, importante - afferma la Cia - che vengano intensificati i controlli sulla qualità della produzione commecializzata, con il marchio Dop o senza, al fine di scongiurare la perdita d'immagine della mozzarella di bufala, già fortemente danneggiata in questi ultimi anni, garantendo il rilancio del prodotto su basi altamente qualitative». Per la Cia - come, del resto, aveva sottolineato già due anni fa con un documento inviato al ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali - occorre operare con incisività per migliorare il funzionamento del Consorzio di tutela. E a tal proposito si era sottolineata la necessità del controllo obbligatorio degli allevatori che conferiscano latte di bufala per la produzione di mozzarella di bufala campana con metodologie diverse da quelle attuali e la loro iscrizione al Consorzio, al fine di estendere la certificazione Dop e le sue garanzie di qualità a tutto il ciclo produttivo e a tutti gli attori della filiera.

Per la Cia, che è stata la prima a richiedere un'azione di commissariamento, è anche importante la revisione del sistema dei controlli, che al momento non garantiscono la tracciabilità del prodotto finito, e la garanzia di una equa rappresentanza della parte agricola negli organi sociali del Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana Dop. Nel documento la Cia aveva, inoltre, evidenziato che le garanzie di rilancio del prodotto e la possibilità di stimolare nuovi investimenti nel comparto da parte degli agricoltori devono poggiare essenzialmente su una produzione altamente qualificata che mira a mercati anche esteri e che ha alla base controlli che garantiscono come la mozzarella è prodotta, da dove proviene il latte e che è rispettato il disciplinare Dop. La Cia, infine, rileva che gli agricoltori non potranno in nessun caso accettare che venga svilito il peso della mozzarella Dop e per questo hanno aderito al Consorzio di tutela, ma l'attuale normativa non garantisce un'effettiva cogestione della filiera, assicurando alla parte trasformatrice un rappresentanza quasi esclusiva. è necessario, pertanto, che con il commissariamento si possa finalmente assicurare una reale rappresentanza di tutte le componenti della filiera, compresi i produttori agricoli.



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