Le autorità sanitarie della provincia di Guizhou, in Cina meridionale, hanno ritirato dal mercato i prodotti di tre aziende casearie che contenevano elevato livelli di melamina, una sostanza chimica con cui si fabbricano plastica e cemento. Nel 2008, il latte in polvere "corretto" alla melamina, per alterarne il contenuto proteico, fu la causa di una massiccia intossicazione di neonati nel gigante asiatico e causò la morte di 6 bambini.
Lo scandalo venuto alla luce nel settembre subito dopo le Olimpiadi, coinvolse 22 aziende che fabbricavano latte in polvere e lo distribuivano in tutta la Cina, tanto che rimasero intossicati più di 294mila bambini, insufficienza renale. In quel caso la melamiina era aggiunta al latte da intermediari e fabbricanti per elevare in maniera fraudolenta i livelli di proteine nei controlli di qualità. Non si esclude che il nuovo episodio sia il risultato del ritorno sul mercato di prodotti ritirati sull'onda dello scandalo del 2008. La notizia arriva proprio alla vigilia del processo contro tre manager di aziende casearie, coinvolte nella truffa del 2008.
ll fatto che a distanza di un anno dallo scandalo, sia di nuovo in vendita latte cinese alla melamina nei supermercati, dimostra che non è più rinviabile il via libera dell'Unione europea al Decreto del ministero delle Politiche agricole sull'obbligo di indicare l'origine in etichetta per latte e derivati e sul divieto dell'uso delle polveri per la produzione di formaggi. è quanto afferma la Coldiretti, in riferimento alla scoperta da parte degli ispettori cinesi di latte contaminato prodotto nel 2009 e in vendita sugli scaffali di un supermercato.
Lo scorso anno il latte alla melamina provocò l'intossicazione di trecentomila persone e la morte di sei bambini cinesi con un allarme che si è esteso rapidamente in tutto il mondo e che portò alla scoperta anche in Italia di latte proveniente dal gigante asiatico. Con la mobilitazione alle frontiere della Coldiretti è stata ottenuta la presentazione da parte del ministro Luca Zaia del Decreto, ancora al vaglio dell'Unione europea, che obbliga a indicare l'origine del latte impiegato nel latte a lunga conservazione e in tutti i prodotti lattiero caseari, ma vieta anche l'impiego di polveri di caseina e caseinati nella produzione di formaggi.
Di fronte all'ampliarsi dell'allarme sui rischi dei prodotti cinesi occorre estendere l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti gli alimenti per favorire i controlli, permettere l'immediato ritiro dal mercato dei prodotti eventualmente pericolosi e garantire così la sicurezza dei cittadini. Lo scandalo del latte contaminato da melamina è solo l'ultima conferma della presenza di gravi difficoltà da parte del gigante asiatico di adeguarsi alle norme di sicurezza alimentare nel rispetto degli impegni assunti a livello internazionale dopo la messa sotto accusa per i rischi alla salute di dentifrici, alimenti per animali domestici a causa della presenza irregolare di melamina tossica, anguille, pesce gatto, ma anche succhi e conserve con pericolosi additivi.
Secondo l'indagine Coldiretti-Swg sulle abitudini degli italiani la quasi totalità dei cittadini (97%) considera necessario che debba essere sempre indicato in etichetta il luogo di origine della componente agricola contenuta negli alimenti.
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