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Seppie, calamaretti e telline addio L'Ue colpisce la ristorazione

La Commissione europea detta nuove regole per la pesca nel Mediterraneo, con maglie più larghe che rendono impossibile la cattura dei calamaretti e dei rossetti e nuove distanze a non meno di 1,5 miglia per le reti gettate sotto costa che diventano 0,3 per le draghe usate per la cattura dei bivalvi

 
31 maggio 2010 | 12:46

Seppie, calamaretti e telline addio L'Ue colpisce la ristorazione

La Commissione europea detta nuove regole per la pesca nel Mediterraneo, con maglie più larghe che rendono impossibile la cattura dei calamaretti e dei rossetti e nuove distanze a non meno di 1,5 miglia per le reti gettate sotto costa che diventano 0,3 per le draghe usate per la cattura dei bivalvi

31 maggio 2010 | 12:46
 

Niente più seppie, calamaretti e telline nelle tavole degli italiani insieme a rossetti, bianchetti e latterini, frittura di paranza. Tutto questo a partire da martedì 1 giugno con l'entrata in vigore del Regolamento Mediterraneo. La Commissione europea,infatti,detta nuove regole per la pesca nel Mediterraneo, con maglie piuù larghe che rendono impossibile la cattura dei calamaretti essendo molto piccoli,e nuove distanze dalla costa che rendono impossibile la pesca dei bivalvi sotto costa.

Prelibatezze che godono di una solida tradizione gastronomica italiana ma che si scontrano con l'obiettivo dichiarato dell'Ue di tutelare le specie a rischio e il nutrimento dei pesci adulti, imponendo quindi limiti a metodi e confini dei territori di pesca.

l Regolamento Mediterraneo è penalizzante soprattutto per l'Italia, Paese per antonomasia della piccola pesca a cui è dedita il 5% della flotta. E ora occorre saper affrontare una nuova realtà che, a detta delle associazioni di categoria a partire dall'Agci Agrital, deve essere governata, dopo aver giocato a Bruxelles senza successo la carta di deroghe e proroghe.

Preoccupata per la decisione la Coldiretti. Lo stop alle telline mette a rischio oltre un milione di piatti, dagli spaghetti alle zuppe, serviti ogni anno con il gustoso mollusco nelle case e nei ristoranti soprattutto nel Lazio, ma anche in Puglia, Campania e in altre regioni. Le nuove norme per la pesca – per la Coldiretti - di fatto rischiano di far sparire dalle tavole degli italiani le telline, tutelate e festeggiate con sagre nel litorale romano, ma anche i cannolicchi ed altri pesci.

Si tratta degli effetti delle nuove norme che prevedono tra l'altro distanze per la pesca dalla costa a non meno di 1,5 miglia per le reti gettate sotto costa, che diventano 0,3 per le draghe usate per la cattura dei bivalvi, impedendo di fatto la raccolta di telline e cannolicchi. è  importante l'avvio della procedura comunitaria per la richiesta di una deroga per salvare una tradizione gastronomica nazionale molto radicata, evitare gravi perdite economiche ai circa mille pescherecci coinvolti dove trovano possibilità di lavoro circa tremila persone, per i quali vanno individuate misure adeguate.

Peraltro, riducendo la produzione nazionale rischiano di aggravare la già pesante dipendenza italiana dall'estero da dove arriva ogni anno circa il 60% del pesce consumato a livello nazionale. La Coldiretti ha recentemente ampliato il proprio ambito di rappresentanza delle imprese singole e associate al settore della pesca e dell'acquacoltura attraverso la costituzione di ''Impresa Pesca'' (Associazione nazionale della pesca e dell'acquacoltura) che farà da punto di riferimento per le imprese singole in sinergia con l'Unci Pesca che tutela gli interessi delle cooperative di settore.

Dura la reazione della senatrice della Lega Nord, vicesindaco di Lampedusa con delega alla pesca, Angela Maraventano. «I nostri marinai e pescatori chi li sfamerà la Comunità Europea? - chiede -. Con tutta la disoccupazione che abbiamo, ci vuole pure il settore pesca. Ma cosa si sono messi in testa a Bruxelles, la colla di pesce?». Maraventano, figlia di pescatori, ritiene che il divieto di pesca dell'Ue di calamaretti, seppioline, moscardini, lattarini, telline e bianchetti per tutelare i pesci grossi del Mediterraneo «servirà solo a dare il colpo di grazia alla nostra economia marinara, basata anche sulla pesca di queste specie che hanno fatto della ristorazione italiana nel mondo un must di prelibatezza».

Ristoratori preoccupati, da Roma a Napoli, per il nuovo regolamento comunitario. «Se entrerà in vigore saremo costretti a cambiare il nostro menu - dice all'Adnkronos Monica Spalletta, chef di Mastino, storico ristorante romano di Fregene -. I nostri clienti sono preoccupati, non potranno più gustare piatti della tradizione come le bruschette o gli spaghetti con le telline, frutti di mare tipici della costa laziale'». Più cauto il titolare di Giuseppone a Mare, lo storico ristorante partenopeo a Marechiaro. «Stiamo cercando di capire bene di cosa si tratta e quali pesci effettivamente non potranno più essere pescati - dice il titolare, Silvio Della Notte - Il problema maggiore riguarderà i cosiddetti 'cicinielli' che fanno parte della nostra tradizione culinaria e che saranno quelli che mancheranno di più ai clienti. Noi siamo pronti a variare il nostro menu, anche se dispiace per i clienti. La sconfitta più grande sarebbe se dovessimo finire per lavorare solo con prodotti allevati».  

Un grido di dolore per le nuove norme sulla pesca dell'Ue che tutelano seppie, calamaretti e telline viene 'a nome di tutti gli abitanti della laguna veneta” arriva da Arrigo Cipriani, proprietario dell'Harry's Bar di Venezia, il mitico locale frequentato tra gli altri da Ernest Hemingway. La preoccupazione maggiore di Cipriani, autore di autorevolissimi libri di cucina, è per la seppia che, afferma, «è un elemento fondamentale della cucina veneta, non possono portarcelo via! Noi non puntiamo tanto sulle vongole, ma le seppie sono una cosa che serviamo moltissimo».

Preoccupata anche la Fipe: «Con l'entrata in vigore il 1 giugno del nuovo regolamento mediterraneo sulla pesca dettato dalla commissione  europea la nostra ristorazione sarà costretta a togliere dai menu seppie, telline, calamaretti, rossetti, bianchetti, latterini, oppure ad approvvigionarsi, almeno in parte, sui mercati esteri di un prodotto così prelibato, squilibrando ancor di più la bilancia dei pagamenti del settore».

«Comprendiamo bene la necessità di impedire una pesca indiscriminata e  distruttiva - dice Giancarlo Deidda, vice presidente di FipeConfcommercio (oltre 200mila imprese tra ristoranti, trattorie, pizzerie a altri locali pubblici) - ma non condividiamo che non si sia fatto nulla o troppo poco, anche da parte degli stessi pescatori, per scongiurare per tempo l'applicazione secca di tali normative. Così si favorirà la pesca di frode e contemporaneamente l'importazione di alcune di tali specie ormai 'irrinunciabili” in molti ristoranti. Si tratta di un vero e proprio impoverimento della nostra grande tradizione gastronomica e di un'altra tappa verso una perdita dell'identità della nostra grande cucina di prodotto».

 Anche il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Giancarlo Galan, a Merida per il Consiglio informale europeo dei Ministri dell'agricoltura, è intervenuto sulla situazione della pesca in Italia.

«Parliamoci chiaro: l'approvazione dell'attuale regolamento della pesca nel Mediterraneo non rientra nelle responsabilità di questo Governo, né di questo Ministro. In realtà, l'idea che mi interessa condividere per davvero con le nostre associazioni della pesca, a partire da quelle di Veneto, Puglia, Calabria e Sicilia, è che solo un'attività di pesca sostenibile può assicurare un futuro economicamente valido a  questo settore. Infatti, la redditività delle imprese dipende essenzialmente dalla tutela, conservazione e uso responsabile del  patrimonio ittico nel suo insieme».
 
«Troppo facile protestare oggi, dopo che nessuno ha ritenuto di adoperarsi per ottenere modifiche al regolamento sulla pesca in Mediterraneo. Tra l'altro, non si governa passando da una deroga all'altra. Ciò che occorre, probabilmente, è introdurre una regolamentazione specifica per la cosiddetta ‘piccola pesca costiera' che, come sappiamo, gioca un ruolo fondamentale per la vitalità economica di tante comunità costiere. Leggo dichiarazioni di protesta sostenute anche da alcuni assessori regionali, ai quali però dico che, in attesa di decisioni coerenti con la nozione di pesca sostenibile,le Regioni possono varare misure sociali di accompagnamento alle imprese attive in un settore tanto delicato. Da parte mia assicuro che nei prossimi giorni saranno convocati presso il Ministero a Roma i rappresentanti della associazioni di settore. Ci tengo, infine, a dire – conclude Galan - che a differenza di quanto avvenuto precedentemente, in qualità di Ministro seguirò da vicino la questione a Bruxelles».

In merito alla questione, l'assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia Dario Stefàno ha scritto nuovamente al ministro Galan.

«Il diffuso allarme tra le marinerie dell'Adriatico per l'entrata in vigore del Regolamento dell'Ue che introduce nuove regole per la pesca nel Mediterraneo rende urgente l'incontro con il Ministro per le Politiche agricole alimentari e Forestali»:

Un incontro che il coordinatore della Commissione Politiche Agricole nazionale Stefàno, insieme agli assessore al ramo delle Regioni Molise, Marche e Abruzzo,  ha già rivolto il 21 maggio scorso «allo scopo - spiega Stefàno - di condividere una strategia comune,  data la situazione  critica  in cui versano le nostre marinerie».

«Non avendo, a tutt'oggi, ricevuto riscontro alla proposta di un tavolo tecnico -  ha scritto in data odierna l'assessore Stefàno in una lettera al ministro Galan -  e considerate le mobilitazioni che ormai investono tutte le nostre marinerie, le rinnovo la  richiesta, con la urgenza che il caso richiede».

Il Regolamento 1967/06 sull'utilizzo di attrezzi a maglia larga, ha ricordato nella lettera Stefàno, coglie le marinerie nel bel mezzo di una crisi strutturale e sono chiamate ad investire risorse in vista di minori prospettive di guadagno, almeno a breve, e di maggiore costi di gestione

«Ritengo urgente ed importante – spiega l'Assessore – che il Ministro Galan apra il confronto per approfondire eventuali misure di accompagnamento che possano attenuare i segnali di tensione sociale già chiaramente percepibili».


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