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Forse la filiera riso potrebbe arrivare a una soluzione dopo le battaglie intraprese per la tutela e la valorizzazione del riso italiano. Confagricoltura, assieme alle altre organizzazioni professionali e industriali (Cia, Copagri e Airi - Associazione degli industriali del riso) ha sottoscritto a Roma, presso il ministero delle Politiche agricole, l'accordo triennale che punta a rendere più stretta l'integrazione tra le diverse fasi della filiera del riso, dalla produzione alla commercializzazione. Questo accordo potrebbe anche comportare un riassetto nelle file dell'Ente Risi che potrebbe interessare anche la nomina del
presidente, recentemente nominato.
L'accordo - informa Confagricoltura - prevede una serie di impegni e di iniziative da realizzare nell'arco dei prossimi tre anni, partendo dall'istituzione presso l'Ente Risi di un tavolo permanente di coordinamento della filiera del riso che avrà il compito di monitorare il mercato e di fornire indicazioni e proposte per una più efficace programmazione e gestione delle diverse fasi della campagna di coltivazione e commercializzazione.
In particolare l'obiettivo dell'accordo è quello di confrontare le scelte produttive dei risicoltori con le esigenze di mercato dell'industria risiera. «In questo senso - dichiara
Giuseppe Ferraris, presidente dei risicoltori associati a Confagricoltura - occorrerà intraprendere con decisione la strada dell'integrazione dei produttori in strutture economiche con ampia capacità di stoccaggio, che sappiano gestire direttamente la contrattazione con l'industria».
Confagricoltura rivolge un particolare ringraziamento al ministero delle Politiche agricole per essersi fatto parte attiva nel promuovere l'accordo di filiera e per l'opera di mediazione portata avanti nei mesi scorsi negli incontri preparatori con le organizzazioni.
«Esprimo grande soddisfazione – ha detto il ministro delle Politiche agricole
Giancarlo Galan -per l'ottima iniziativa di filiera concretizzatasi con l'accordo quadro tra le organizzazioni agricole e industriali. L'accordo consentirà di migliorare la qualità del riso italiano, di acquistare ulteriori quote di mercato attraverso un recupero della competitività dell'intera filiera, nonché di realizzare un migliore equilibrio di mercato, garantendo nel contempo stabilità per i redditi agricoli e sicurezza di approvvigionamento per le imprese di trasformazione. L'accordo raggiunto rappresenta un valido strumento di programmazione per effettuare analisi di mercato e per elaborare piani di investimento non solo per i promotori dell'iniziativa, ma anche per tutti gli altri soggetti operanti nel comparto, svolgendo un auspicabile ruolo di volano di sviluppo per l'intero settore».
L'Italia è il maggior produttore europeo di riso con il 50% della produzione totale, di cui circa il 70 % esportato verso Stati membri dell'Ue o Paesi terzi. Le aziende agricole coinvolte nella coltivazione di riso sono circa 4750, localizzate per lo più nelle Regioni del Nord Ovest (Piemonte e Lombardia) per un superficie complessiva di 248.000 ettari.
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