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In Italia nessun prodotto alla diossinaPreoccupazione per i latticini

In Italia non risultano importati prodotti provenienti dalle partite contaminate dalla diossina. Lo ha ribadito il sottosegretario alla Salute Francesca Martini. Il 13 gennaio si terrà il vertice con Regioni e Nas. Ma a preoccupare sono i latticini, di cui è quasi impossibile la tracciabilità

 
10 gennaio 2011 | 11:18

In Italia nessun prodotto alla diossinaPreoccupazione per i latticini

In Italia non risultano importati prodotti provenienti dalle partite contaminate dalla diossina. Lo ha ribadito il sottosegretario alla Salute Francesca Martini. Il 13 gennaio si terrà il vertice con Regioni e Nas. Ma a preoccupare sono i latticini, di cui è quasi impossibile la tracciabilità

10 gennaio 2011 | 11:18
 

Dopo lo scandalo contaminazione negli allevamenti tedeschi, dal ministero della Salute arrivano rassicurazioni sulla salubrità delle uova in Italia: «nessuna partita sospetta dalla Germania». Il 13 gennaio si terrà il vertice con Regioni e Nas. Ma a preoccupare sono i latticini, di cui è quasi impossibile la tracciabilità.



«Latte alla diossina, uova alla diossina - ha detto il ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan - il tutto proveniente dalla Germania, da dove già provenivano le mozzarelle blu. Intanto, è giusto riconoscere che il misfatto è stato denunciato dalle autorità politiche tedesche, e questo è un bene, Da noi a vigilare sulla nostra salute c'è, e lo sta facendo, il competente Ministero. Ma sempre da noi, grazie a una responsabile cooperazione tra Ministero delle politiche agricole e forze di governo e di opposizione,il prossimo 12 gennaio diventerà legge definitivamente approvata la legge sull'etichettatura trasparente. Disporremo quindi, finalmente, di uno strumento che ci difenderà da chi vuole imbrogliarci in ogni senso perché di questo o di quel prodotto conosceremo tutto. In ogni caso, sarebbe sempre meglio poter bere latte italiano, latte prodotto cioè da coloro che sono allevatori e produttori onesti. Allevatori e produttori di latte che nel corso del tempo e anche oggi hanno rispettano e rispettano le regole sulle quote latte volute dal'Europa, regole che, appunto, sono state rispettate dalla stragrande maggioranza di chi produce ottimo latte italiano».

L'Italia è un forte importatore dalla Germania che è il principale fornitore di latte e derivati del nostro paese con quasi 41 milioni di quintali all'anno in equivalente latte (latte, latticini e formaggi), ma che esporta nella penisola anche grandi quantità di maiale (220 milioni di chili di carne e 3,7 milioni di chili di maiali vivi da macellare in Italia nei primi nove mesi del 2010) e, più marginalmente, di uova (2,7 milioni di chili tra quelle in guscio,fresche, conservate o cotte, sempre tra gennaio e settembre 2010) con un aumento del 12 per cento rispetto allo scorso anno.

è quanto afferma la Coldiretti in riferimento all'emergenza diossina scoppiata in Germania su polli, mucche e maiali nel sottolineare che come già avviene per le uova sarà presto possibile conoscere l'origine di tutti i prodotti grazie all'approvazione definitiva del disegno di legge sull'etichettatura annunciato per il 12 gennaio dal ministro per le Politiche agricole Giancarlo Galan alla Camera dopo il consenso raccolto da tutti i gruppi parlamentari al Senato. Attualmente in Italia - spiega la Coldiretti - l'obbligo di indicare la provenienza è in vigore per carne bovina (dopo l'emergenza mucca pazza), pollo (dopo l'emergenza aviaria), ortofrutta fresca, uova, miele, latte fresco, passata di pomodoro, extravergine di oliva, ma ancora molto resta da fare e l'etichetta è anonima per circa la metà della spesa dalla pasta ai succhi di frutta, dal latte a lunga conservazione ai formaggi, dalla carne di maiale ai salumi.

L'importante e tempestiva azione messa in atto dal Ministero della Salute grazie alla presenza in Italia del sistema di controlli più capillare in Europa deve essere accompagnata da interventi strutturali come l'obbligo di indicare la provenienza in etichetta che ne consenta di aumentare l'efficacia a garanzia dei produttori italiani e dei consumatori. Occorre intervenire per non rincorrere le emergenze in un Paese come l'Italia che è forte importatore e dove - precisa la Coldiretti - due fette di prosciutto su tre vendute come italiane che sono provenienti da maiali allevati all'estero, tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro sono stranieri senza indicazione in etichetta, oltre un terzo della pasta ottenuta da grano che non è stato coltivato in Italia all'insaputa dei consumatori, e la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere. Ma chi acquista non può saperlo perché non è sempre obbligatorio indicarlo in etichetta. Con l'approvazione del provvedimento sull'obbligo di etichettatura da parte del parlamento l'Italia ha l'opportunità di svolgere una azione di leadership in Europa nella tutela della qualità e della sicurezza dei consumatori.

«I consumatori si attendono garanzie immediate sulla salubrità dei prodotti alimentari in vendita. Non quello che si dovrà fare, ma quello che si sta facendo. Dobbiamo dire loro che il sistema attuale dei controlli degli alimenti è assolutamente affidabile; tutto il resto non conta». Lo sottolinea il presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni che ritorna sul 'caso diossina in Germania”.
 
Prosegue Federico Vecchioni: «L'etichettatura - che Confagricoltura chiede che venga regolamentata a livello europeo e su cui la Commissione ed il Parlamento europei stanno lavorando - è importante nell'ottica della trasparenza e della corretta informazione dei consumatori. Ma non è stata ancora varata. C'è però un sistema di controlli avviato all'indomani della vicenda Bse che, a quanto ci dicono le autorità sanitarie europee, tedesche e italiane, sta funzionando a dovere. Si basa sulla tracciabilità che è anche rintracciabilità delle singole partite contaminate che permette di individuare, circoscrivere e fronteggiare le situazioni anomale».
 
«Insomma - aggiunge il presidente di Confagricoltura - il sistema dei controlli europei funziona a dovere; c' è un monitoraggio costante di quanto viene immesso in vendita, controllato lungo tutte le fasi della filiera, produzione-trasformazione-distribuzione. In Germania l'allarme non è scattato immediatamente perché ci sono stati comportamenti criminali che hanno impedito che ciò accadesse».
 
Il consiglio di Confagricoltura è comunque, in questa fase, quello di consumare italiano. «Ogni singolo uovo – ricorda Vecchioni - ha sul proprio guscio un codice identificativo che indica il Paese di provenienza. Se il codice alfanumerico contiene la dicitura IT è prodotto in Italia».

Dopo lo scandalo contaminazione negli allevamenti tedeschi, dal ministero della Salute arrivano rassicurazioni sulla salubrità delle uova in Italia: «nessuna partita sospetta dalla Germania». Il 13 gennaio si terrà il vertice con Regioni e Nas. Ma a preoccupare sono i latticini, di cui è quasi impossibile la tracciabilità. In Italia non risultano importati prodotti alimentari dalla Germania provenienti dalle partite contaminate dalla diossina. Lo ha ribadito il sottosegretario alla Salute Francesca Martini, intervenuta a Mattino Cinque.

«Ad oggi - ha detto Martini - le autorità tedesche escludono l'esportazione in Italia di mangimi o prodotti alimentari provenienti dalle partite contaminate». Gli unici paesi europei destinatari di partite a rischio, ha ricordato Martini, risultano essere Olanda e Gran Bretagna. In ogni caso, «giovedì si terrà una riunione tra ministero, Nas e Regioni per intensificare tutti i controlli sui prodotti di origine tedesca, in particolare carni suine e latte a lunga conservazione».

Mentre per il pollame e le uova, ha sottolineato Martini, «oggi siamo tra i più importanti produttori in Europa, e siamo praticamente autosufficienti». In ogni caso la vicenda ha riaperto la questione dell'etichettatura degli alimenti: «Da anni - ha ricordato il sottosegretario - mi batto perché il pollame italiano mantenga un'etichettatura che non è approvata in Europa. Noi siamo i più avanzati in tema di etichettatura, e promuoviamo qualsiasi iniziativa che vada verso la piena tracciabilità di qualsiasi alimento, perché solo la tracciabilità rappresenta l'arma per difendere la salute dei cittadini».


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