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La storia della golosa Giacometta lavorata completamente a mano

La particolarità della Giacometta è legata alla lavorazione artigianale e all'aggiunta di nocciole delle Langhe piemontesi tritate che esaltano il sapore e regalano una corposità maggiore all'impasto.La lavorazione è completamente manuale eseguita ancora oggi da abili cioccolatieri, le giandujere

di Piera Genta
 
08 febbraio 2011 | 15:12

La storia della golosa Giacometta lavorata completamente a mano

La particolarità della Giacometta è legata alla lavorazione artigianale e all'aggiunta di nocciole delle Langhe piemontesi tritate che esaltano il sapore e regalano una corposità maggiore all'impasto.La lavorazione è completamente manuale eseguita ancora oggi da abili cioccolatieri, le giandujere

di Piera Genta
08 febbraio 2011 | 15:12
 

A Torino non abbiamo solo il Giandujotto, ma anche la Giacometta, un cioccolatino dalle forme morbide e sinuose nato come Pralin, nel 1975 gli  attuali proprietari del marchio Giordano, la famiglia Faletti, le cambiarono il nome in Giacometta per associarlo all'altro cioccolatino dedicato a Gianduja.

La particolarità della Giacometta è legata alla lavorazione artigianale e all'aggiunta di nocciole delle Langhe piemontesi tritate che esaltano il sapore e regalano una corposità maggiore all'impasto.
La lavorazione è completamente manuale eseguita ancora oggi da abili cioccolatieri, le giandujere, che con l'aiuto di due spatole e un coltello, levigano, modellano e tagliano i cioccolatini. Una volta raffreddate in frigorifero, le Giacomette vengono incartate una a una con la stagnola color oro, hanno peso minimo di 12 grammi, ma possono venire realizzate in formati diversi fino a 2 kg.

Il laboratorio di cioccolata A.Giordano è stato fondato nel 1897 a Torino in via Garibaldi dal Commendator Giordano, oltre al laboratorio c'erano due punti di vendita in via San Domenico  e in piazza Carlo Felice. Merita una visita lo storico negozio di piazza Carlo Felice, i cui arredi in noce, gli specchi ambrati ed il bancone, con la sua superficie in marmo, sono ancora quelli originali e sono tutelati dalla Sovrintendenza alle Belle Arti.

Il 2 febbraio 1970 la famiglia Faletti ha acquistato l'azienda dal commendator Giordano che non aveva figli e aveva deciso di vendere l'attività attraverso una inserzione sul giornale. Da oltre quarantanni, la famiglia Faletti continua nella preparazione dei prodotti tipici della tradizione torinese: preferiti, tris nocciole, cremini, cioccolatini al liquore, ma soprattutto le specialità dei gianduiotti e delle giacomette utilizzando la ricetta originale senza aromi naturali e conservanti per non alterare i gusti dei loro prodotti.

Il giandujotto torinese fu lanciato dalla Caffarel-Prochet-Gay in occasione del Carnevale del 1865 e prese il nome di Giandujotto nel 1867 in onore di Gianduja e la sua forma singolare vorrebbe imitare quella del suo cappello a tricorno.

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