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Negozi aperti per le feste? Il sì del ministro Brambilla

Mentre sindacati, negozianti, associazioni e politici litigano tra ideologia e buon senso sull'aperura dei negozi durante le feste, interviene il ministro del Turismo che si dice favorevole e annuncia un disegno di legge per liberalizzare gli orari degli esercizi nei Comuni a vocazione turistica

26 aprile 2011 | 15:56
Negozi aperti per le feste? Il sì del ministro Brambilla
Negozi aperti per le feste? Il sì del ministro Brambilla

Negozi aperti per le feste? Il sì del ministro Brambilla

Mentre sindacati, negozianti, associazioni e politici litigano tra ideologia e buon senso sull'aperura dei negozi durante le feste, interviene il ministro del Turismo che si dice favorevole e annuncia un disegno di legge per liberalizzare gli orari degli esercizi nei Comuni a vocazione turistica

26 aprile 2011 | 15:56
 

Mentre non si placa la polemica per la proposta di alzare le saracinesche anche il 1° maggio, che divide sindacati, negozianti, associazioni di categoria e politici in bilico tra ideologia e buonsenso, possibilità di scelta o divieto assoluto, dopo il presidente Fipe Toscana (Federazione pubblici esercenti) Aldo Cursano, interviene il ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla (nella foto). Il ministro dice sì, convinta che liberalizzare l'apertura dei negozi nei giorni festivi possa dare alla nostra economia la 'frustata” di cui ha bisogno.

Non solo, ma il ministro Brambilla, da tempo, ha allo studio un disegno di legge per liberalizzare gli orari degli esercizi commerciali nei Comuni a vocazione turistica.

Michela Vittoria Brambilla

«Mi ha fatto molto piacere - dice il ministro - apprendere oggi dalle pagine di un quotidiano nazionale che le associazioni di categoria del turismo e del commercio, attraverso la voce del vicepresidente di Confcommercio e presidente di Confturismo, Bernabò Bocca, e del presidente della Confcommercio romana, Cesare Pambianchi, chiedono l'apertura degli esercizi commerciali nei giorni festivi, e in particolare il prossimo primo maggio. Un appello che non solo raccolgo con piacere ma che vede la mia piena condivisione, al punto che già da tempo sto lavorando in questa direzione. Sono, infatti, fermamente convinta che restrizioni all'economia e aumento della produttività non vadano mai a braccetto e che in un Paese come il nostro, dove l'enorme debito pubblico limita gli strumenti a nostra disposizione per realizzare una politica di sviluppo, quella delle liberalizzazioni a tutto campo sia una leva essenziale. Molte esperienze straniere mostrano quanto un'eccessiva regolamentazione delle attività commerciali rappresenti un forte freno per la crescita e quindi per le entrate dello Stato, mentre l'avere più tempo e più alternative a disposizione incentivi i consumatori a spendere di più. Maggiore flessibilità significa certamente più introiti per gli esercizi commerciali, più posti di lavoro, più gettito fiscale. Insomma, più ricchezza creata e più ricchezza condivisa».

«Plaudo quindi alla lungimiranza dei vertici di Confcommercio - continua Michela Vittoria Brambilla - che con la presa di posizione  odierna dimostrano di aver ben compreso come la liberalizzazione degli orari non avvantaggerebbe solo la grande distribuzione, ma anche il piccolo commercio. Lo shopping, l'acquisto del made in Italy, il mangiare e bere bene sono, infatti, alcune tra le principali motivazioni - oltre, ovviamente, alle attrattive storico-culturali - per le quali i turisti, stranieri e italiani, scelgono di visitare le nostre città».

Tutto ciò comporta, naturalmente, un cambiamento culturale. «Certo non ci si può lasciar frenare dai veti di alcuni sindacati - conclude il ministro Brambilla - Tenere aperti i negozi renderebbe più attrattive e competitive le città d'arte e le località turistiche italiane, adeguandole a quella che in Europa e in America è già una realtà. Se libertà d'impresa vuol dire più ricchezza, non dobbiamo esitare a muoverci su questa strada. Gli imprenditori più moderni e lungimiranti, come è evidente, l'hanno già capito».


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27/04/2011 10:19:00
1) Non basta aprire i negozi, vanno rivisti gli orari di tutte le attività e di tutti i servizi pubblici
la liberalizzazione degli orari non può essere vista solo nel contesto puramente turistico' in un paese come il nostro che mira ad essera nella sua globalità azienda turistica. signora ministra brambilla,il problema degli orari è al centro del dibattito non solo da parte della confcommercio ma la confesercenti e molte associazioni artigianali,agricole, industriali,sono convinte che rimodulare le aperture delle attivita produttive sia una aggiunta di valore alle nostre attività. però devo rimarcare e denunciare che non basta tenere aperto le attività quando mancano e/o sono chiusi molti servizi (es vigili ordine pubblico) sul territorio .musei.uffici comunale e di rappresentanza turistici e non se dobbiamo dare un servizio efficente sul quale concordo appieno incominciamo ad offrire a chi viene nel nostro paese un'accoglienza che non finisca all'uscita delle stutture recettive, razioanalizzare le spese rilanciare l'ospitalita da Vipiteno a Pantelleria dando ai comuni risorse aggientive esempio utilizzando risorse che possono venire nell'organizzare eventi culturali musicali sia a carattere generale che nelle sigole attivita ,utilizzando una parte dei cosidetti diritti d'autore che come sono gestiti oggi sono un freno alla libera iniziativa imprenditoriale.




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