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Sirena d’oro di Sorrento Punto fermo per l’olio di qualità

Ci si attende un'ulteriore rivitalizzazione della manifestazione per il prossimo anno, con l’edizione del decennale, magari con l’attuazione di qualche idea originale che ulteriormente concorra ad un posizionamento netto dell’evento rendendolo attrattivo per tutti, pubblico, critica e produttori

 
25 maggio 2011 | 10:25

Sirena d’oro di Sorrento Punto fermo per l’olio di qualità

Ci si attende un'ulteriore rivitalizzazione della manifestazione per il prossimo anno, con l’edizione del decennale, magari con l’attuazione di qualche idea originale che ulteriormente concorra ad un posizionamento netto dell’evento rendendolo attrattivo per tutti, pubblico, critica e produttori

25 maggio 2011 | 10:25
 

La location è di quelle che aiutano, nel senso che agevolano con il loro indiscutibile fascino la piena gradevolezza di una manifestazione, il Sirena d'oro, la cui nona edizione si è svolta lo scorso fine settimana a Sorrento (Na).

L'olio extravergine di oliva sta vivendo, lo si avverte osservando la comunicazione che gli gira d'intorno, sentieri già percorsi dal vino.

Il displacement temporale lo valuteremmo all'incirca nel quarto di secolo. Sì, siamo con l'olio extravergine d'oliva in situazione analoga a quella che visse il vino nella seconda metà degli anni '80 dello scorso secolo.

Siamo difatti attualmente nella fase in cui l'effort di comunicazione è prevalentemente volto a far sì che i consumatori consapevoli percepiscano cruciali assiomi:
a) esistono oli ed oli, esistono anche oli extravergine ed oli extravergine, ma grande è la differenza tra l'olio extravergine di oliva Dop e l'olio extravergine di oliva Doi;
b) collateralmente all'esistenza di un olio extravergine di oliva Dop, su di esso svolgendo funzione maieutica, esiste la ricchezza colturale e sovente anche culturale di un territorio: unico per sua specificità, interessante ed intrigante per quanto sa raccontare e per quali altre eccellenze agroalimentari sa probabilmente proporre.

Ci si sente debitori di un chiarimento. Per quanto attiene la parolina Doi, non di errore di tastiera trattasi, bensì di faceto acronimo che sta per: Denominazione di origine incontrollata! E allora, ahinoi, sono Doi quei prodotti che arrivano a tavola e che il consumatore poco avveduto e di certo inconsapevole, ancora oggi individua quasi come 'commodity” e di cui non ravvisa il valore aggiunto della sua specificità e del suo essere prodotto la cui origine ed i cui processi di trasformazione sono certi e controllati. Di prodotti Doi ancora oggi sono pieni gli scaffali della distribuzione e,va pur detto, le cambuse dei luoghi di ristorazione.

Ecco, l'edizione nona del Sirena d'oro nel fungere dal più autorevole degli osservatori degli oli Dop italiani, significativa la presenza di Federdop e di Unaprol, ha di fatti palesato la delicatezza di gestione dei due suddetti assiomi.

E sono proprio Federdop ed Unaprol che si prendono la lodevole incombenza di fungere da soggetti diligenti, ampia la veduta e strategico il disegno, affinché l'olio extravergine di oliva Dop concorra a generare quel volano virtuoso in virtù del quale il territorio nel quale questo olio lo si produce, incrementa la qualità della vita della sua gente, attori di filiera inclusi, luogo attrattivo divenendo per quei flussi di turismo che si muovono alla ricerca dei piccoli tesori emergenti del nostro ricco patrimonio agroalimentare.

La Sirena d'oro nella categoria fruttato leggero è andato all'olio di Tenuta Zimarino Masseria Don Vincenzo che è Dop Colline Teatine, quindi aggiudicazione prestigiosa al piccolo Molise, piccolo scrigno di grandi tesori nascosti.

Le altre due Sirene d'oro nelle categorie fruttato medio e fruttato intenso sono state assegnate a due Dop isolane: la Dop Sardegna con l'olio di Demuru Paolo (fruttato medio) e la Dop Valli Trapanesi (fruttato intenso) con il pluripremiato olio dell'Azienda Agricola Biologica di Titone, vessillo dell'olio Dop nel mondo per come ha già conseguito importanti riconoscimenti anche nel continente americano.

Ci si attende ulteriore rivitalizzazione della manifestazione per il prossimo anno, con l'edizione del decennale, magari con l'attuazione di qualche idea originale che ulteriormente concorra ad un posizionamento netto dell'evento rendendolo attrattivo per tutti, pubblico, critica e produttori, in un panorama che va facendosi pericolosamente affollato (come lo divenne il panorama degli eventi sul vino qualche decennio addietro).

Ad ogni modo, se sempre e comunque dall'interpretazione di dettagli e di particolari vogliamo leggere la realtà quale essa si presenta, dovere ci impone di non esimerci dal raccontare esperienza occorsaci in un ben noto ristorante del centro di Sorrento: ad una richiesta di un olio extravergine di oliva per condire l'insalata, è pervenuta sul tavolo una bottiglia di un olio rigorosamente non Dop (e quindi Doi) da territorio ben distante dalla Dop Penisola Sorrentina.

Ma non si va lontano e non si persegue efficacia se il lavoro di comunicazione di promozione dell'olio Dop non impatta e non viene recepito sugli attori primari del territorio.


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