Cinque euro per auto e moto, 12,50 per i camper e 25 euro per gli autobus. Queste sono le somme, confermate dall'assessore provinciale Florian Mussner, che i mezzi dovrebbero pagare per i passi dolomitici del giro del gruppo del Sella e dello Stelvio, se dovesse passare il progetto approvato dalla provincia di Bolzano.
A molti di voi suonerà strano, ma in realtà la proposta era già stata lanciata a inizio 2010 dall'allora governatore del Trentino Lorenzo Dellai, attuale presidente ella provincia autonoma di Trento, dopo la rilevazione di dati allarmanti: alla ricerca disperata di una piazzola da cui ammirare il panorama, ben 5mila veicoli, dall'alba al tramonto nell'estate del 2009, hanno attraversato il passo Sella. Niente, se fossimo in pianura. Ma si tratta di asfalto a 2000 metri di quota, con gli scalatori in parete a imprecare per il rombo delle due ruote sui tornanti.
Problema numero uno: molti dei passi indicati per l'applicazione del ticket sono condivisi con altre province. è il caso, ad esempio, del Campolungo, tra Bolzano e Belluno. Proprio quest'ultima si dichiara infatti nettamente contraria ad una 'tassazione” sul modello del centro di Milano. Più pacata la provincia di Trento, con la quale Bolzano condivide il Pordoi, ma che comunque non si dichiara favorevole.
Le proteste principali sono legate alla convinzione che il ticket scoraggerebbe il passaggio turistico, danneggiando quindi l'attività di molti negozianti. Ha dichiarato al Corriere della Sera Floriano Pra, capofila degli imprenditori della zona, ex assessore al turismo ed ex vice presidente del Veneto: «Noi i passi non li chiuderemo mai, se vogliono chiudano i loro! Vivono nell'abbondanza, hanno tutto e noi non abbiamo niente. Da noi ci sono vallate che se chiudono i passi muoiono, per giunta in un momento economicamente molto difficile come questo. Bisogna avere i piedi per terra».
Sono favorevoli invece gli ambientalisti, che da sempre promuovono l'utilizzo dei mezzi pubblici per limitare l'emissione di smog, ma muovono una critica al sistema proposto. Ha dichiarato Luigi Casanova, portavoce di Mountain Wilderness: «Il pagamento di un pedaggio può essere una soluzione per limitare il traffico ma non certo in questa situazione. Ai piedi dei passi mancano i parcheggi sufficienti per fermare le auto a fondovalle e non c'è un servizio di trasporto pubblico adeguato ai bisogni di chi frequenta la montagna. L'ente pubblico nel momento in cui mi mette una tassa deve dare un servizio».
Lancia invece una proposta per i passi dolomitici l'alpinista Reinhold Messner: «Si potrebbe sperimentare l'istituzione di fasce orarie in cui si possa transitare entro le 10 e dopo le 17 limitando la chiusura alle ore centrali della giornata. Ma è prioritario che siano predisposti mezzi alternativi, come bus navetta e impianti di risalita in grado di accompagnare i visitatori all'interno di quest'area, tutelata dall'Unesco».
Ne si desume che tutti siano concordi nel giudicare inapplicabile la tassa così com'è, cioè un provvedimento che non tiene conto della situazione nel complesso.
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