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La tassa sulle bibite è inutile Quello che serve è l'educazione

Una tassa di 3 centesimi su aranciata, gassosa o altre bevande gassate e zuccherate da 33 cl. Il ministro della Salute Renato Balduzzi torna a paralre dell'ipotesi di una possibile fat tax. Immediati i no delle associazioni tra cui Fipe e Federalimentare che chiedono più educazione alimentare

 
11 maggio 2012 | 14:59

La tassa sulle bibite è inutile Quello che serve è l'educazione

Una tassa di 3 centesimi su aranciata, gassosa o altre bevande gassate e zuccherate da 33 cl. Il ministro della Salute Renato Balduzzi torna a paralre dell'ipotesi di una possibile fat tax. Immediati i no delle associazioni tra cui Fipe e Federalimentare che chiedono più educazione alimentare

11 maggio 2012 | 14:59
 

Torna in scena l'ipotesi di una tassa sulle bibite gassate che garantirebbe alle case dell'erario circa 250 milioni di euro all'anno (un'idea che Governo e Regioni stanno maturando da tempo nell'ambito del nuovo Patto per la salute). L'ulteriore conferma della sua probabile introduzione è arrivata dalle recenti dichiarazioni rilasciate dal ministro della Salute Renato Balduzzi che è intervenuto ai microfoni della trasmissione mandata in onda attraverso le frequenze di Rai Radio 1 "Radio anch'io".

«Si tratta di semplicemente di un'ipotesi allo studio, aperta alla discussione» ha sottolineato Balduzzi, che ha dunque escluso almeno per il momento l'introduzione di una tassa su alcuni alimenti poco sani. «Nelle leggende metropolitane nazionali è uscito anche che avrei intenzione di tassare Nutella e cotechino. Faccio notare che ci potrebbero essere anche dei profili problematici, nell'ipotesi in cui un responsabile pubblico si mettesse in testa di attaccare alcune delle qualità del nostro Paese. Altro discorso, e abbiamo già avviato un tavolo con produttori e ministero Agricoltura, è riuscire a fare un accordo con i produttori per diminuire alcune percentuali nei cibi, per esempio i famosi grassi saturi. Ma questo è tutto un altro discorso, che non può essere fatto con la leva fiscale, bensì con un accordo mirato».

L'intervento del Ministro ha immediatamente riacceso la polemica. Sulla questione la Fipe-Confcommercio ha fatto subito sentire la sua voce: Lino Stoppani sostiene che «mettere una nuova tassa, sia pure di pochi centesimi, per disincentivare il consumo di bevande analcoliche gassate considerate dannose per la salute non porterà a nulla di fatto».

«L'educazione alimentare – approfondisce Stoppani – si coltiva sollecitando il consumatore a conoscere i valori nutrizionali di ciò che beve e di ciò che mangia. E questa educazione deve partire dalle aule scolastiche, perché un bambino ben educato al cibo diventerà un consumatore più consapevole. Questa tassa di scopo porterà solo a diminuire le vendite di bibite gassate oppure a ridurre i fatturati di baristi e ristoratori».

Fipe ricorda, oltretutto, che le tasse di scopo difficilmente centrano l'obiettivo di limitare un comportamento scorretto, soprattutto nel campo alimentare. Proprio con finalità di educazione alimentare, Fipe ha lanciato iniziative, come il Bollino blu, dirette ai suoi associati che consistono nella promozione di pasti salutistici ed equilibrati da punto di vista nutrizionale e calorico. E ricorda che l'obesità, soprattutto quella infantile, è frutto di una serie di fattori che vanno dalla vita sedentaria ad una scelta inadeguata di alimenti e loro relative quantità.

«Il fatto poi – conclude Stoppani – di ispirarsi all'iniziativa francese di tassare bevande gassate nel tentativo di raccogliere fondi da destinare alla tutela della salute non può essere un buon motivo da replicare in Italia dove la tassazione è fra le più alte d'Europa».

Anche Federalimentare dice no alla tassa di scopo su cibo e bevande proposta dal Ministro della Salute Renato Balduzzi, una misura iniqua, ingiustificata e pericolosa. Iniqua, perché le più colpite sarebbero le famiglie più deboli per le quali la spesa alimentare è ancora parte significativa del proprio portafoglio. Ingiustificata perché, come sostiene gran parte dei nutrizionisti, non esistono cibi di per sé buoni o cattivi. Pericolosa perché, oltre al danno d'immagine per il nostro made in Italy, inasprirebbe ulteriormente la contrazione dei consumi alimentari. Questa tassa, inoltre, comprometterebbe gli impegni dell'industria alimentare già assunti con il ministero della Salute per andare incontro alle nuove esigenze nutrizionali degli italiani, dove la riformulazione dei prodotti e la responsabilità sociale delle imprese giocano un ruolo importante.

Federalimentare è favorevole invece alla promozione dell'educazione alimentare, come ribadito recentemente al ministro per l'Istruzione, l'università e la ricerca scientifica, Francesco Profumo con il quale si auspica di annunciare entro la fine del corrente anno scolastico l'avvio di un nuovo programma che, sulla scia della positiva esperienza di Scuola e cibo, porti nelle classi la promozione dell'educazione alimentare e dei corretti stili di vita, ossia gli strumenti più efficaci per il contrasto della malnutrizione e dell'obesità.



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