Cominciano a delinearsi gli effetti veri della crisi sulla domanda turistica estiva. Una elaborazione di Agriturist basata su un sondaggio dell'Osservatorio nazionale del turismo, evidenzia che, a fine luglio, le prenotazioni negli agriturismi per il periodo luglio-settembre 2012 sono diminuite del 3,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
D'altra parte l'agriturismo, grazie al favorevole rapporto fra qualità dell'accoglienza e prezzo, dimostra di soffrire la crisi meno di altre strutture ricettive: negli alberghi le prenotazioni estive sarebbero diminuite del 6,1%, nei campeggi del 8,4%, nei villaggi turistici del 19,8%.
Si tratta ancora di dati parziali e provvisori che confermano una forte contrazione dei turisti italiani e lasciano aperta l'incertezza su quelli stranieri; quanto alla misura di queste tendenze nei diversi settori del ricettivo e nelle diverse regioni, bisognerà aspettare più attendibili riscontri a consuntivo. I risultati di un recente sondaggio pubblicati da Federalberghi, fanno ritenere che siano cresciute le prenotazioni last minute consentendo di recuperare parzialmente sui negativi a due cifre temuti ad inizio stagione.
In flessione anche ristorazione e vendita diretta dei prodotti, peraltro in linea con i rilevamenti di Fipe, la Federazione pubblici esercizi, (392 milioni di euro perduti dalla ristorazione rispetto al 2011) e Confesercenti (ristorazione in calo medio del 7%).
«La difficile congiuntura economica - dichiara Vittoria Brancaccio (nella foto), presidente di Agriturist - sta comprimendo anche la domanda enogastronomica: gli ospiti sono diminuiti e aumentano quelli che cercano di spendere il meno possibile per i pasti e l'acquisto di prodotti tipici, per molti agriturismi aspetto più qualificato e redditizio dell'offerta. Senza interventi incisivi del Governo per sostenere i redditi delle famiglie, si rischia un grave ridimensionamento dell'occupazione e conseguenze sulla tenuta economica delle oltre 21mila imprese agricole impegnate nell'agriturismo».
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