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Successo per “Tutti pazzi in città” Faenza capitale della cucina popolare

Per tre giorni la città romagnola è stato un punto di ritrovo per centinaia di visitatori che hanno potuto cenare in piazza degustando piatti tipici preparati da trattorie di tutta Italia. Intervista a Giorgio Melandri

di Alberto Lupini
direttore
 
09 settembre 2013 | 18:12

Successo per “Tutti pazzi in città” Faenza capitale della cucina popolare

Per tre giorni la città romagnola è stato un punto di ritrovo per centinaia di visitatori che hanno potuto cenare in piazza degustando piatti tipici preparati da trattorie di tutta Italia. Intervista a Giorgio Melandri

di Alberto Lupini
direttore
09 settembre 2013 | 18:12
 

“Tutti pazzi in città” ha fatto di Faenza (Ra) per tre giorni la capitale della cucina popolare e delle trattorie di tradizione. Dal 6 all’8 settembre, ogni sera, nella centrale piazza Nenni, si sono alternate 3 trattorie che preparavano ciascuna due piatti dei loro menu, rappresentando idealmente tutta l’Italia. Forti dell’esperienza positiva di “Enologica” (che aveva in passato fatto del centro romagnolo uno dei centri dell’enologia regionale con una fiera cresciuta al punto che ora si è trasferita a Bologna per esigenze di spazio), gli organizzatori hanno puntato, con successo, sul format della grande cucina popolare italiana come architrave della nostra identità nazionale. A tavola, come nella vita.

La Vecchia Marina di Roseto degli Abruzzi (Pe), Devetak di San Michele del Carso (Go), Da Amerigo di Saviogno (Bo), Al Convento di Cetara (Sa), l’Osteria del Mirasole di S. Giovanni in Persiceto (Bo), da Peppe di Rotonda (Pt), l’Arcangelo di Roma, l’Osteria la Corte di Civitella Casanova (Pe) e Su Carduleu di Abbasanta (Or) hanno così attratto centinaia di persone che hanno cenato in piazza, mentre nelle vie circostanti c’era un mercato del vino romagnolo, del prodotto tipico e dell’olio extravergine d’oliva italiano.




Tutti pazzi in città è stata una sfida vinta – afferma il vicesindaco Massimo
Isola - Abbiamo scelto la strada della innovazione e i cittadini hanno
premiato questa scelta. Per tre sere il centro storico della città è stato
luogo di confronto e di incontro con migliaia di persone che hanno scelto
la proposta culturale ed enogastronomica di Faenza. Si tratta di un
messaggio profondo che va valutato con attenzione, Tutti pazzi non è stato
solo un evento in centro ma un progetto che vuole crescere nel dialogo
della comunità. Una edizione zero davvero importante che ci da fiducia:
unire qualità e innovazione premia, anche nel grande mondo
dell’enogastronomia. Vogliamo ringraziare Giorgio Melandri, Francesco
Carugati e i loro validissimi collaboratori per l’ottimo lavoro realizzato,
per Faenza e per la Romagna”.

“Bisogna credere nell’innovazione e nella partecipazione ad eventi di
natura culturale anche nel settore enogastronomico - afferma invece Francesco
Carugati Presidente di Faenza Fiere - Faenza si è dimostrata ancora una
volta laboratorio di innovazione per una manifestazione che è uscita dagli
schemi classici ma che ha trovato terreno fertile nella nostra città. Tante
le adesioni al progetto, mille i ringraziamenti da porgere a tutti coloro
che in un qualche modo si sono fatti coinvolgere dall’evento. Alcuni
correttivi verranno posti in essere fin dalla prossima edizione, ma la
soddisfazione espressa dai visitatori e dagli ospiti delle nove  importanti
e riconosciute osterie italiane ci motivano nell’impegno di sviluppare
questo progetto che, seppur nato in poco tempo, ha già manifestato tutte le
sue enormi potenzialità per una corretta valorizzazione della cucina
“povera” italiana”.

“Finalmente un evento che ha portato una ventata d’aria nuova a Faenza –
afferma Gigi Zaccarini, Presidente Associazione Degusti – Per una
ventina d’anni i nostri locali hanno ragionato in termini di valorizzazione
delle attività in maniera ‘chiusa’, col risultato di avere sempre la
medesima clientela. ‘Tutti pazzi in città’ invece finalmente ha portato
gente nuova a Faenza, tante persone molte delle quali non conoscevano la
nostra cittadina. Questo è un evento che deve essere assolutamente ripetuto
e già sin da ora ci rendiamo disponibili a collaborare”.

Bilancio positivo anche per il curatore, *Giorgio Melandri*. "Un buon
successo che diventa il punto di partenza per aggregare le esperienze
culturali della città - MIC, museo Carlo Zauli, scuola di musica, strade
blu, distretto A, degusti - su un progetto condiviso che sappia essere
laboratorio di idee. Vogliamo costruire insieme il futuro di questa città
con entusiasmo e visione. Faenza è una città viva, partiamo da qui”.

Per l’occasione, Italia a Tavola ha intervistato Giorgio Melandri, (vedi anche la video intervista qui sopra).

“Tutti pazzi in città” a Faenza: che cosa volete rappresentare con questa iniziativa?
È una grande festa della cucina popolare italiana. Abbiamo chiamato a Faenza 9 grandi trattorie e abbiamo quindi fatto una festa della città che coincide con una prima festa della cucina popolare italiana, purtroppo in questi anni molto sottovalutata, considerata solo nei temi più folcroristici. Invece l’idea progettuale che sta dietro a questo evento è che la cucina popolare abbia invece rango alto, che esista un artigianato intellettuale e soprattutto che le grandi trattorie che oggi ci sono in Italia possano essere le rappresentanti di una filiera che può fare notizia da sola.

Si parla di trattorie come ambasciatori del territorio quindi anche di prodotti tipici...
Ambasciatori soprattutto di una filiera. Io credo che semplicemente fossero maturi i tempi. Questo successo è stata la conferma di essere arrivati nel momento giusto a parlare di questo tema. Credo che quallo che è successo nella filiera in Italia in questi anni non sia successo nei ristoranti. Noi abbiamo cominciato per primi a raccontare questa cosa, con grande soddisfazione.

Ma perché Faenza?
Perché qui c’è la tradizone di una manifestazione che si chiama “Enologica”, che è cresciuta ed è andata a Bologna. Tutto questo bagaglio di relazioni e di esperienza organizzativa ad un certo punto è stato comunque messo al servizio della città. Si parla tanto di territorio: il territorio è anche questo.

Quindi da Faenza come una delle capitali del vino siamo a Faenza come capitale della tradizione della cucina popolare...
Io direi Faenza come un laboratorio di idee. Faenza ha questo nella sua storia, è sempre stata disposta a rischiare un po’ su delle cose nuove. Qui si tratta di una cosa vecchia che però diventa cosa nuova nella proposta.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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