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L’enogastronomia in Toscana si fa in squadra

di Alberto Lupini
direttore
 
18 febbraio 2014 | 14:45

L’enogastronomia in Toscana si fa in squadra

di Alberto Lupini
direttore
18 febbraio 2014 | 14:45
 

Firenze e la Toscana stanno presentando al mondo un’insolita immagine positiva di quella che potrebbe essere un’Italia che funziona. O che almeno potrebbe funzionare bene. Se Palazzo Vecchio è stata la scuola di quello che potrebbe essere il prossimo leader di tutto il Paese, quasi nelle stesse ore dell’incarico a Renzi dal capoluogo toscano è giunto un formidabile segnale di unità e volontà di fare squadra da parte del mondo del vino toscano. Per la prima volta è stato infatti possibile aggregare (sia pure stavolta per una sola giornata e ancora in modo sperimentale) “tutti” i consorzi dei produttori e inaugurare in un’unica occasione le tante anteprime che cadenzano la più lunga settimana itinerante dell’anno per gli addetti ai lavori, da San Gimignano a Montalcino.

Su iniziativa della Regione e di Toscana Promozione, si sono accesi i riflettori su un comparto che, importante per quei territori, lo è certamente nella sua complessità ed unitarietà anche per l’immagine italiana nel mondo. I grandi consorzi hanno accettato di condividere questa inaugurazione coi piccoli e l’idea di una squadra capace di fare sinergia, così come avviene per i francesi, almeno per un giorno, si è fatta concreta.

E sempre in Toscana, ha preceduto di poche ore le anteprime del vino la manifestazione Extra Lucca, dove in maniera intelligente e per nulla paludata si è celebrata la qualità come arma vincente dell’olio extravergine di oliva. Anche in questo caso, sia pure con un’iniziativa assolutamente privata e senza istituzioni di contorno, a vincere è l’idea che fare squadra uniti dall’eccellenza può fare sperare in traguardi e successi inimmaginabili se ci muove da soli.

Dopo tante divisioni, polemiche e sgambetti, anche nella irruente e spesso litigiosa Toscana sta quindi passando l’idea che insieme si è più forti e che il sistema Paese può farcela ad uscire dalle secche. E che questo avvenga in Toscana dove, con l’arte e la moda, l’enogastronomia rappresenta da sempre uno dei fattori di maggiore richiamo e notorietà, vuol dire che la strada è quella giusta. Si tratta di un percorso che da tempo Italia a Tavola sostiene con forza facendo non a caso di Firenze la sede dei suoi eventi più importanti, tra cui il Premio Italia a Tavola-Personaggio dell’anno, che ha per obiettivo la valorizzazione di professionalità e competenze dedicate a promuovere lo stile italiano.

Uno stile che ci auguriamo il prossimo governo Renzi sia in grado di imporre al Paese usando anche la mannaia, se serve, pur di dare garanzie assolute in campo alimentare su tracciabilità e rispetto delle norme. Situazioni come quelle che hanno creato confusione, ad esempio, attorno al consorzio del Parmigiano Reggiano non possono essere più tollerate e vanno rimosse senza se e senza ma. La ripresa dell’Italia passa più che mai dall’immagine che possiamo dare anche coi nostri prodotti alimentari.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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