Siamo alla prima periferia della città di Caserta, zona residenziale, al Prosit. Il banco del bar, ottime le prime colazioni del mattino, a dividere la zona bistrot dall’area adibita a ristorante. Tavoli di sobria eleganza, tra loro ben distanziati. Tavolini anche all’aperto con funzionalità polivalente. Il locale, ed è già spiccato posizionamento distintivo, è anytime: dal mattino alla sera con seducenti proposte che variano in funzione di moto di lancette.
A calendario, eventi volti a far conoscere grandi cibi e grandi vini, con coinvolgimento dei produttori. Qui a tutto sovraintende, sapendo dirigere la sala dopo aver impostato meticolosamente la cucina, il grande Peppe Russo, ultratrentennale la sua appassionata esperienza nella ristorazione di qualità. Robuste e sempre in incremento le sue competenze. Chi lo conosce bene, ha alte pretese. Sa il prode Peppe appagare queste legittime pretese? Vediamo.
Il benvenuto dalla cucina si sostanzia e si palesa con un saporito timballino di broccoli e salsiccia su cui cade dapprima lardo sfrigolante di maiale nero casertano ed a seguire una spolverata abbondante di Parmigiano-Reggiano Dop di 28 mesi. Al calice un gradevolissimo Prosecco Doc Treviso Extra Dry Miòl di Bortolomiol. Si prosegue con funghi crudi di Roccamonfina, il vulcano spento dell’Alto Casertano, lamellati con Radicchio Trevigiano brasato al Casavecchia: spettacolo alla vista e delizia al palato in gioco non facile di texture e di armonico avvicendamento di sapori.
Al calice l’intrigante e piacevole Ricciobianco 2011 da sole uve pallagrello Paola Riccio. Il primo piatto è da applauso: cappellacci in farcia di lenticchie al profumo di macis ed arancia con doviziosi petali di tartufo bianco del Matese. Adagiato sul piatto, di fianco ai cappellacci, Parmigiano-Reggiano Dop 28 mesi, grattugiato grosso. Al piacere del fortunato gourmet decidere come generare abbraccio e saporita mescolanza.
A tavola, secondo piatto, il Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale Igp sontuosamente compare. Lo chef Peppe ne cuoce le prelibate guance per 24 ore a bassa temperatura (65°C) rosolandolo in olio extravergine di oliva con cipolla di Alife, spinaci e patate noci. Piatto di corposa bontà. Ad esso si abbina al calice l’austero Irpinia Aglianico Doc di Nardone.
Delicato il dolce: quenelle di ricotta bufalina su letto di riduzione di ficodindia rosso. Al calice l’eccellente Moscato d’Asti Docg Vigna Senza Nome di Braida. Encomiabile per quanto modico, il conto. Appena 40 euro, vini serviti al calice inclusi, per tale memorabile pranzo. Le alte pretese iniziali, si diceva, e la difficoltà nel soddisfarle. Peppe non soddisfa pretese e bisogni. No. Peppe va ben oltre. Peppe delizia i suoi clienti!
Prosit
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