Verso il Bio, la svolta produttiva delle Tenute Pieralisi, Maiolati Spontini, Jesi, Marche. Il 4 settembre il Gruppo Pieralisi ha presentato il nuovo progetto e i tre vini che lo rappresentano. Gennaro Pieralisi, leader nel mondo dell’industria meccanica, è il presidente. Un uomo dal grande fascino e intelligenza acuta. Ha ricordato quanto il vino sia stato presente nella storia. Di quanto i gusti ed i palati si evolvono. Convinto che è giusto rispettare la tradizione ma la tecnologia e la ricerca sono fondamentali.
«Il vino deve sapere di uva coltivata nel rispetto della terra». Andrea Pieralisi, l’amministratore del Gruppo è emozionato. Sottolinea di quanto i tempi dell’agricoltura lo hanno riavvicinato a ritmi più umani. Orgoglioso delle sue vigne senza diserbanti né fertilizzanti. Certificazioni come Brc e Emas sostengono la svolta durata 4 anni. Il consulente enologo, Carlo Ferrini, è fra i 10 enologi più famosi al mondo.
Con un simpatico accento toscano confessa che all’inizio era perplesso. Poi la presenza di Davide Orru, il responsabile delle Tenute, lo ha convinto: «Davide è un ragazzo modesto, molto preparato, determinato a portare a termine gli obbiettivi». Prima mossa formare una squadra compatta che lavorasse in armonia. Passare dalla quantità alla qualità attraverso la conversione biologica e vegana, vuol dire avere pazienza.
Simone Schiaffino, l’enologo delle Tenute, ha accolto con entusiasmo la consulenza di Ferrino definendolo un grande allenatore. I nuovi vini si chiamano Villaia, Caccialepre, Re di Ras. Villaia è un Verdicchio Classico Superiore con lieviti autoctoni (14-15 gradi), uve provenienti da un solo vigneto. Al naso è delicatamente aromatico con note di erbe selvatiche e frutta dei climi temperati e sub-tropicali. Al palato risulta fine e penetrante.
Caccialepre, Rosso Piceno, presenta un bel colore magenta, con delicate note di more e mirtilli al palato molto gratificanti. I suoi tannini vellutati riempiono con gusto la bocca. Caccialepre prende il nome dall’erba spontanea che cresce rigogliosa fra i vigneti.
Re di Ras, (14-16 gradi) ha l’ambizione di far entrare il Rosso Piceno nella lista dei grandi rossi italiani. Al naso rivela note fruttate con tanniti robusti ma fini in bocca. Curioso il nome: lo scricciolo, l’uccello più piccolo, al mondo volò più in alto dell’aquila e venne nominato Re di Ras. La gamma sarà completa nel 2018 con spumanti e Verdicchio Riserva.
I tre vini sono in commercio da subito nel canale privilegiato italiano e estero. La convenzione bio, nel 2018, abbraccerà tutti i 350 ettari mentre attualmente, senza chimica e solo con i lieviti presenti sulla buccia dell’uva, sono 5 ettari di Verdicchio che producono 6mila bottiglie e 5 ettari di Rosso Piceno per 6mila e 3mila bottiglie. Al brindisi finale Gennaro Pieralisi domanda: «Le vostre papille ballano?».
Per informazioni: www.tenutepieralisi.it