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L'Asti Secco in anteprima a Roma

di Mariella Morosi
 
21 novembre 2017 | 18:41

L'Asti Secco in anteprima a Roma

di Mariella Morosi
21 novembre 2017 | 18:41
 

Anteprima mondiale a Roma dell’Asti Secco Docg, nuova tipologia di Asti Docg: spumante secco che il Consorzio per la Tutela dell’Asti ha voluto produrre per rilanciare il Vigneto Moscato e conquistare nuovi consumatori.

Diventano così tre le denominazioni prodotte dalle uve Moscato in 52 Comuni del Piemonte. La presentazione del nuovo vino che si affianca ai tradizionali Asti Spumante Docg e Moscato Docg segue quella recentemente avvenuta davanti a 500 produttori a Canelli, dove 160 anni fa nacque il primo spumante italiano.

(L'Asti Secco in anteprima a Roma)

A presentare il nuovo sparkling wine sabaudo sono venuti a Roma, alla Lanterna di Fuksas, il presidente e il direttore del Consorzio di tutela dell’Asti Docg, Romano Dogliotti e Giorgio Bosticco, accompagnati dai due vicepresidenti Fulvio Scagliola e Giovanni Marzagalli. Moderatore il giornalista Osvaldo De Paolini.

«L’Asti Secco - ha detto il presidente Dogliotti - completa la gamma della denominazione, portando nel mondo degli spumanti secchi qualcosa che non c’era: il profumo e l’aroma inconfondibile del Moscato bianco. Un profumo che non gli diamo noi ma che viene dalla terra». Alla base dell’iniziativa - come è stato sottolineato - è stata l’opportunità di dare spazio e voce ai tanti piccoli produttori sostenitori della creazione della nuova denominazione, promuovendo progetti innovativi per creare una rete d’imprese.

«Il nostro Consorzio è nato 85 anni fa - ha detto il direttore Bosticco - ed oggi ci allarghiamo ad un altro segmento di mercato, nella categoria degli spumanti secchi, dopo due anni di gestazione del progetto, nato dalla necessità di andare incontro alle nuove tendenze di consumo che si sono spostate verso nuove tipologie di prodotto. Se dieci anni fa era dolce il 40% dei 100 milioni di bottiglie di spumante in Italia oggi la quota è scesa a 20-25 milioni, nonostante il mercato sia arrivato a 120 milioni».

Giorgio Bosticco e Romano Dogliotti (L'Asti Secco in anteprima a Roma)
Giorgio Bosticco e Romano Dogliotti

L’Asti Secco vuole andare oltre il tradizionale brindisi per le festività, e per il suo ridotto contenuto di zuccheri si propone come ideale per l’aperitivo o a tutto pasto. Può essere ottenuto esclusivamente dall’uva Moscato bianco coltivata nei 52 comuni delle province di Asti, Alessandria e Cuneo, dove i paesaggi vitivinicoli sono patrimonio Unesco.

La tecnica di spumantizzazione (Martinotti, ma non si escludono sperimentazioni con il Metodo Classico) prevede particolari condizioni di fermentazione del mosto con lieviti selezionati con un risultato che dona un quadro gustativo e olfattivo equilibrato ed armonioso. La produzione al momento è limitata a 500/600mila bottiglie di 16 marchi già presenti sul mercato: Araldica Castelvero, Arione, Azienda Agricola Matteo Soria, Bosca, Bosio, Cantina Tre Secoli, Cascina Fonda, Cuvage, Duchessa Lia, Fontanafredda, Sant’Orsola, Tosti, Manfredi Aldo & C., Santero, Sarotto e Toso.

(L'Asti Secco in anteprima a Roma)

Ribadita da tutti i rappresentanti del Consorzio l’individualità del prodotto e la volontà di non “copiare” altri vini di successo, in palese riferimento alle voci che pronosticavano tra la nuova etichetta e il Prosecco una sorta di “guerra delle bollicine”.

«Non ci siamo lasciati condizionare dall’euforia - ha detto ancora Giorgio Bosticco - ma abbiamo compiuto ricerche di mercato. Da un questionario sottoposto a 900 consumatori abituali di spumanti, metà tedeschi e metà italiani, abbiamo preso atto che i 2/3 dei primi preferivano il secco al dolce e così i 3/4 dei tedeschi».

(L'Asti Secco in anteprima a Roma)

La campagna di comunicazione online e offline dell’Asti Secco punta sui concetti del glamour, fashion e rural: è diretta a un pubblico giovane, curioso e dinamico. Ma con il progetto “La Dolce Valle” si rivolge anche alle tante piccole aziende di un territorio compreso tra Langhe, Roero e Monferrato con tante realtà enogastronomiche di prestigio. Sarà, come è stato anticipato. una sorta di patto di alleanza tra Asti e Alba con eventi sotto il segno della dolcezza dove spiccano oltre al Moscato, specialità come cioccolato, nocciole e miele. Non mancherà la collaborazione con cuochi stellati. Il 2017 infine si concluderà con un grande brindisi all’anno nuovo con Asti Secco e Asti Dolce, all’insegna della grande musica.

L’Asti Secco, che ha ottenuto la docg nel 2017, al palato dona una sensazione di freschezza mentre Il profumo richiama aromi floreali (acacia, lavanda, salvia) e fruttati (mela, pera, banana). Si abbina facilmente a salumi, formaggi freschi, carni bianche, pesce, crostacei e a primi piatti, come il risotto. Di moderata gradazione, va servito freddo a 4-5°C. La coltivazione del moscato in Piemonte si estende per circa 10mila ettari e le aziende viticole interessate sono 3.700. La produzione 2016 è stata di 85 milioni di bottiglie, di cui 54 milioni di Asti e 31 milioni di Moscato d’Asti. L’85% circa delle etichette viene esportato in tutto il mondo.

Alla fine della presentazione della nuova denominazione, il sommelier Alessandro Scorsone ha illustrato le caratteristiche del vino e fatto degustare sia gli acini di uva Moscato che il mosto ricavato per mostrarne la continuità e l'evoluzione dei profumi. «Un vino - ha detto - che nel calice mostra la corrispondenza tra territorio e vitigno e la sua unicità, perchè nessun vino può fare concorrenza a un altro».

Per informazioni: www.astidocg.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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