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Il Franciacorta “bio” di Barone Pizzini La qualità del vino legata al territorio

di Stefano Calvi
 
25 febbraio 2019 | 12:37

Il Franciacorta “bio” di Barone Pizzini La qualità del vino legata al territorio

di Stefano Calvi
25 febbraio 2019 | 12:37
 

Un viaggio tra le basi Franciacorta targate Barone Pizzini, una delle aziende vitivinicole più antiche del territorio bresciano. Una degustazione guidata, ricca di spunti.

Nel corso di un incontro organizzato in azienda, è stato più volte sottolineato che Barone Pizzini è stata la prima cantina a produrre Franciacorta da viticoltura biologica certificata, ovvero utilizzando per la coltivazione e il nutrimento delle viti solamente sostanze naturali, senza ricorrere a prodotti chimici.

(Il Franciacorta bio di Barone PizziniLa qualità del vino legata al territorio)

«Il biologico è il mezzo, il fine è la qualità - ha spiegato Silvano Brescianini, socio fondatore, direttore della cantina ed oggi presidente del consorzio Franciacorta - l’obiettivo primario dell’azienda è quello di produrre vini di qualità strettamente legati al territorio. Da qui la scelta, venti anni fa, quanto tutti ci guardavano come marziani, di affidarsi all’agricoltura biologica, strumentale al raggiungimento di questo traguardo e coerente con l’attenzione per il territorio e l’ambiente che da sempre contraddistingue Barone Pizzini».

Anche l’architettura della moderna cantina, un’oasi per accoglienza ed eleganza, segue questa filosofia. È stata costruita nel 2006 secondo alcuni importanti criteri dell’architettura ecocompatibile e in conformità all’impegno di rispetto per l’ambiente e qualità della produzione. «I pennelli fotovoltaici, il sistema naturale di condizionamento, l’impegno di pietra e legno, la fitodepurazione delle acque - spiega Brescianini - sono tutti accorgimenti che fanno della sede produttiva di Barone Pizzini una cantina a tutti gli effetti bio».

(Il Franciacorta bio di Barone PizziniLa qualità del vino legata al territorio)

Inoltre, nel 2009 la cantina bresciana inizia a misurare l’impronta carbonica, con l’obiettivo principale di attuare misure di riduzione delle proprie emissioni. Non solo rispetto dell’ambiente ma anche recupero della storia. «Barone Pizzini - spiega Leonardo Valenti, enologo - è tra le prime cantine in Franciacorta a riscoprire l’Erbamat, antico vitigno, dalla spiccata acidità, in grado di dare ai vini grande freschezza, oltre ad essere importante elemento caratterizzante. È un vitigno difficile, sono previsti due diradamenti, non attecchisce in terreni profondi e bisogna limitarlo».

Tra le basi presentate in degustazione, l’Erbamat è sicuramente quello che ha entusiasmato maggiormente. Proviene dal vigneto Prada nella località di Timoline dove prevale un terreno morenico sottile. La vinificazione è esclusivamente in vasca inox, alti, come previsto, il suo ph e la sua acidità totale. «In questi anni - spiega il direttore generale e presidente del Consorzio, Silvano Brescianini - abbiamo ottenuto risultati interessanti, altre aziende si sono avvicinate a questo prodotto. Con l’entrata in vigore del nuovo disciplinare, l’Erbamat è stato inserito nella base di Franciacorta e Franciacorta Rosè in misura facoltativa di massimo 10%».

Le aziende attualmente coinvolte nel progetto sono, oltre a Barone Pizzini, Cà del Bosco, Castello Bonomi, Ferghettina, Guido Berlucchi, Ronco Calino. Altra base interessante è stata il Pinot Bianco, vitigno particolarmente difficile da trattare in vigna ed in cantina. Un prodotto, quello assaggiato, che ha espresso tutte le sue qualità, quelle che arrivano da una vigna, sempre a Timoline, costituita da un terreno morenico sottile. Anche in questo caso la vinificazione avviene in vasca inox. Entusiasmano anche le quattro basi Pinot Nero della seconda batteria presentata, tutte diverse una dall’altra per profumi e sentori in bocca, prodotti che dimostrano l’attenzione rivolta alla coltivazione in vigna, ma soprattutto alla lavorazione in cantina. Infine, la degustazione in abbinamento al cibo, al ristorante Natura di Adro di Daniele Merola e dello chef Marco Acquaroli.

(Il Franciacorta bio di Barone PizziniLa qualità del vino legata al territorio)

Un locale elegante, curato nel dettaglio, capace di esprimere nel piatto una cucina che parte dal territorio franciacortino ma guarda all’elaborazione senza dimenticare l’essenza naturale di ogni ingrediente. Le verdure arrivano dagli orti bio del territorio, i pesci di acqua dolce dal vicino lago d’Iseo, il caviale è quello di Calvisano. Il territorio riveste un ruolo chiave nella cucina del Ristorante Natura: lo chef Acquaroli trae profonda ispirazione dal territorio, lasciandosi ispirare dal flusso delle stagioni.

Tre sono sono stati i pilastri di questa avventura gastronomica al Natura denominata "Passeggiata in Franciacorta": la sostenibilità, l’utilizzo di materie prime locali volte a stimolare il piccolo produttore del posto e il ricordo del passato. Ad entusiasmare il palato un equilibrato storione, patate e caviale, piatto difficile da assemblare ma dinamico nei gusti. Nel bicchiere i migliori Franciacorta targati Barone Pizzini, davvero spettacolari. A partire dall’Animante al Satèn (2015), dal Nature (2014) al Rosé (2012). Degno di qualche accenno in più il Bagnadore Franciacorta Docg non dosato riserva 2012, assemblaggio di 60% di Chardonnay e 40% di Pinot Nero, ogni bottiglia riposa sui lieviti per almeno 60 mesi.
 
La Riserva risponde ad importanti criteri qualitativi e per questo è prodotta in quantità limitate e solo nelle migliori vendemmie. Un prodotto che sprigiona eleganti profumi di frutta, agrumi e crosta di pane che si integrano in un gusto secco, sapido e minerale, ampio. Ideale con pesci al forno, carni bianche, formaggi anche stagionati.

Per informazioni: www.baronepizzini.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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