A tanto ammonta il business della malavita secondo Coldiretti. La stima arriva dopo la notizia dell’operazione di polizia che ha portato alla scoperta di un ampio interesse mafioso sulle forniture alimentari.
È un business che vale addirittura 24,5 miliardi di euro all'anno quello che la mafia riesce a generare mettendo le mani sulle forniture alimentari in Italia e all’estero.
Cresce il valore del business della mafia sull'alimentare
È quanto afferma la Coldiretti dopo la notizia dell’operazione della Squadra mobile di Palermo, del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato e del Federal bureau of investigation (FBI) di New York nell'operazione che ha portato alla luce nelle scorse ore numerose pratiche malavitose a danno degli esercizi commerciali. «Mettendo le mani sulle forniture alimentari - spiega l’associazione - la malavita si infiltra in modo capillare nella società civile, condizionando la via quotidiana delle persone e affermando il proprio controllo sul territorio. Con i classici strumenti dell’estorsione e dell’intimidazione le agromafie impongono la vendita di determinate prodotti agli esercizi commerciali, che a volte, approfittando della crisi economica, arrivano a rilevare direttamente grazie alle disponibilità di capitali ottenuti con il commercio della droga».
In questo modo la malavita non solo si appropria di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma compromette in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy.
«Le agromafie - dice il presidente della Coldiretti
Ettore Prandini - sono diventate molto più complesse e raffinate e non vanno più combattute solo a livello militare e di polizia ma vanno contrastate a tutti i livelli: dalla produzione alla distribuzione fino agli uffici dei colletti bianchi dove transitano i capitali da ripulire, garantendo al tempo stesso la sicurezza della salute dei consumatori troppo spesso messa a rischio da truffe e inganni solo per ragioni speculative».