Di chiaro e di certo, ovviamente, non c’è nulla ma secondo il Decreto agosto il blocco delle cartelle esattoriali dura fino al 15 ottobre. E poi? Qualcuno negli scorsi giorni ha vociferato che la deroga slitterà fino al 30 novembre, qualcun altro addirittura fino a fine anno, ma visto che i tempi stringono e visto che si sa quanto il turismo e la ristorazione vengano costantemente bistrattati, gli addetti ai lavori si portano avanti.
Proroga sulle cartelle esattoriali
«Sarebbe una vera follia far ripartire il 16 ottobre le cartelle esattoriali di Equitalia i pignoramenti e quant’altro - ha detto
Paolo Bianchini (Movimento Imprese Ospitalità Italia) lanciando l’ennesimo grido d’allarme - insieme allo stato d’emergenza il Governo deve mantenere in vita tutte le misure, che tutelano, sia pur minimamente, la
sopravvivenza delle imprese. Le nostre aziende vivono una drammatica crisi di liquidità, ci sono stati suicidi, ogni giorno qualche bar o ristorante chiude definitivamente e il Governo, che assiste passivo a questa tragedia economica e sociale, adesso ha la bella idea di far ripartire nove milioni di cartelle esattoriali».
«Il Parlamento - conclude Bianchini - deve far sentire la sua voce, deve far capire a Conte, Gualtieri, Zingaretti e Di Maio che procedere in questo senso, oltre che folle, sarebbe criminale: significherebbe dare il colpo di grazia al nostro e ad altri comparti già sull’
orlo del disastro. L’auspicio è che la parte sana della politica, quella che ancora lavora a tutela di cittadini, lavoratori e imprenditori si mobiliti e scongiuri questa ipotesi, prorogando almeno fino al termine dell’anno il pagamento delle cartelle di Equitalia riscossione».
Paolo Bianchini
Dal 16 ottobre dunque il rischio è che la macchina del Fisco si rimetterà in moto andando a colpire i contribuenti che presentano irregolarità fiscali, attraverso il meccanismo del pignoramento su beni mobili, immobili, stipendi e pensioni. Il Fisco avrà quindi anche la facoltà di avvalersi del pignoramento delle somme inevase direttamente dal conto corrente del debitore.
Sono 9 milioni le posizioni in sofferenza attraverso i quali lo Stato italiano conta di prendere un po’ di respiro a seguito dell’emorragia di liquidità che ha caratterizzato i mesi di emergenza Covid-19. Risorse utilizzate nelle misure di sostegno progettate per fare fronte al disagio in cui famiglie e imprese si sono venute improvvisamente a trovare.