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Alitalia, ok ad Air France: domani il primo volo di una nuova era

 
12 gennaio 2009 | 18:35

Alitalia, ok ad Air France: domani il primo volo di una nuova era

12 gennaio 2009 | 18:35
 

La tormentata vicenda Alitalia si è risolta . Il cda di Cai ha approvato l'ingresso di Air France-Klm nel capitale con una partecipazione del 25%. La Nuova Italia diventerà operativa già da domani con il primo volo Londra-Roma. Di seguito l'articolo tratto da www.corriere.it

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Con il sì del cda di Cai all'intesa con Air France termina lo scontro sul partner straniero della nuova Alitalia: la compagnia cederà Roberto Colaninno il 25% del capitale al colosso franco-olandese per 322 milioni di euro (con un sovrapprezzo di 40 milioni rispetto a quanto versato dai soci italiani.). «è un accordo straordinario, che il cda ha votato all'unanimità. Abbiamo raggiunto obiettivi al di là delle nostre attese - ha detto Roberto Colaninno (nella foto) durante la conferenza stampa in cui è stato annunciato il via libera al partenariato -. L'intesa con Air France porterà sinergie per 720 milioni di euro nei prossimi tre anni».

MALPENSA STRATEGICA
Un punto importante riguarda Malpensa, di cui Colaninno ha confermato «la priorità strategica». Per i prossimi anni è previsto, previo ridimensionamento di Linate come city airport specializzato nella tratta Milano-Roma, un aumento delle rotte internazionali dalle attuali 3 a 14. Lo scalo varesino è destinato ad essere l'hub di riferimento per il business nella Pianura padana, mercato che nel complesso rappresenta il quarto a livello europeo e l'ottavo nel mondo.
Alitalia e Air France svilupperanno insieme una strategia multi-hub, in cui Fiumicino e Malpensa saranno protagonisti con «pari dignità» rispetto a Parigi e Amsterdam. L'accordo prevede l'ampliamento dell'offerta di voli nazionali, europei e intercontinentali da e per Roma e Milano, e il miglioramento della qualità e dell'efficienza del servizio.

GARANTITA L'ITALIANITà
Nell'accordo è contenuta una clausola 'lock up” per garantire l'”italianità” della nuova compagnia: per quattro anni, fino al 12 gennaio 2013, nessun socio italiano potrà cedere le azioni all'esterno della compagine azionaria di Alitalia, né potrà cederle ad AirFrance-Klm. Al quinto anno - tra il 13 gennaio e il 28 ottobre 2013 - il trasferiment o delle azioni a terzi sarà possibile, solo a condizione che gli altri soci italiani non abbiano esercitato il diritto di prelazione e che il trasferimento sia approvato dal cda di Alitalia. Il lock up viene meno, solo nel caso di quotazione in Borsa, a partire dal terzo anno. Il nuovo statuto garantisce una completa autonomia gestionale di Alitalia rispetto all'alleato industriale.
Per quanto riguarda la governance lo statuto introduce alcune novità: il consiglio di amministrazione è allargato a 19 componenti, di cui 3 designati da Air France; viene istituito un Comitato esecutivo - composto da 9 amministratori, di cui 2 nominati da Air France - cui sono riservate le decisioni strategiche di gestione e ampi poteri di amministrazione (approvazione dei piani industriali e strategici, approvazione degli accordi di collaborazione, investimenti per soglie di valore superiori ai 50 milioni). Infine c'è l'obbligo per il socio che superi il 50% delle azioni con diritto di voto di lanciare un'Opa su tutte le azioni detenute dagli altri soci che intendano vendere.

LAVORATORI
Per il management della nuova Alitalia unico obiettivo della gestione «è la centralità del cliente». Lo ha sottolineato il presidente della compagnia, Roberto Colaninno, aggiungendo che «24 imprenditori hanno deciso di investire sul piano presentato da Banca Intesa all'inizio di settembre. Non vogliamo entrare in polemica politica ma ci vogliamo concentrare sulla gestione, consapevoli di operare per un servizio pubblico per il nostro paese».

PD: SCANDALOSO
Alle 21, nella sede Enac, sarà firmato il contratto per la cessione degli asset e sarà rilasciata la nuova licenza di volo. Air France diventa così il primo azionista di Alitalia e avrà tre rappresentanti nel board. Da Parigi il via libera all'accordo era arrivato già venerdì. «Si chiude una vicenda scandalosa che rasenta l'imbroglio - attacca il ministro ombra delle Infrastrutture del Pd, Andrea Martella -. I cittadini pagano più di 3 miliardi, le tariffe aumentano e c'è meno occupazione. Un risultato disastroso il cui responsabile è Silvio Berlusconi. Formigoni e Moratti sono stati trattati a pesci in faccia, ne traggano le conseguenze».

PRIMO VOLO
L'avvio della nuova era è molto vicino (scioperi permettendo): martedì 13 alle 6.10 il volo Az205 in partenza da Londra Heathrow per Roma dovrebbe dare inizio ai collegamenti della compagnia. Ma le ultime ore saranno concitate: cruciali e delicate le partite che si devono ancora chiudere e fitta è l'agenda di impegni che attendono i vertici di Cai in questo "ultimo miglio", dal nodo relativo al ruolo che rivestirà Malpensa alla vertenza sindacale, fino agli adempimenti istituzionali per il rilascio della licenza di operatore aereo. Inoltre il primo decollo è a rischio a causa della protesta indetta dal Sindacato dei lavoratori (Sdl) proprio per il 13 a Fiumicino, dalle ore 10: «Dimostreremo che i lavoratori Alitalia, i cassaintegrati e i precari non hanno veramente nulla da f Letizia Moratti esteggiare». Daniele Capezzone, portavoce di Forza Italia, fa sapere che «eventuali scioperi improvvisi sarebbero non solo irresponsabili nei confronti dei cittadini, ma anche illegali dal punto di vista della vigente legislazione sullo sciopero nei servizi essenziali».

LUFTHANSA
La questione del partner internazionale ha fatto molto discutere e fino all'ultimo in molti hanno creduto possibile un dietrofront. è il caso del sindaco di Milano, Letizia Moratti (nella foto): «So che c'è una proposta Lufthansa, mi auguro che il cda di Cai non sancisca una partnership internazionale senza avere prima esaminato altre proposte. Berlusconi due giorni fa ha detto che avrebbe chiesto a Cai di aspettare l'offerta di Lufthansa, voglio pensare che il cda di Cai non si prenda la responsabilità di proseguire nei suoi passi visto che dal governo ha avuto forti facilitazioni e quindi non può non fare l'interesse del Paese. Lufthansa viene per investire, altri vengono solo per comprarci, e io lotterò fino alla fine».
Ma poche ore prima della decisione del cda di Cai ero stato lo stesso premier a evidenziare come «non ci siano più i tempi per un inserimento di Lufthansa in una trattativa che è molto avanzata tra Alitalia e Air France». La compagnia tedesca, aveva sottolineato Silvio Berlusconi, non ha «mai avanzato una proposta concreta, né la richiesta di un termine per presentare una proposta». E la stessa Lufthansa la scorsa settimana aveva chiarito di non aver depositato un'offerta, ma soltanto un progetto per una cooperazione con Cai all'interno di Star Alliance. A tal riguardo, ha dichiarato un portavoce dopo le affermazioni della Moratti, «non c'è nulla di nuovo».

MATTEOLI
Fin da domenica nella stessa maggioranza di governo c'era chi stigmatizzava l'atteggiamento della Moratti sulla questione Alitalia. Era il ministro dei Trasporti Altero Matteoli che definiva, in un'intervista al Messaggero, «curioso» l'atteggiamento del sindaco di Milano che chiedeva la riapertura del dossier a favore di Lufthansa. «Nessuno del governo pensa di ridimensionare Malpensa - rassicurava -. L'emendamento approvato alla Camera obbliga me e Frattini a fare negoziati in vista di accordi per le rotte con altri Paesi, in sintonia con le disposizione europee. In ogni caso pensare che qualcuno voglia danneggiare lo scalo mil anese è strumentale: lasciamo fare all'opposizione».
In ogni caso, chiudeva il ministro, «di offerta ne è arrivata una sola». Questa, conclude Matteoli, «non è una vendita surrettizia ad Air France. C'è un passaggio molto importante degli accordi sottoscritti con i sindacati e la società: prevede che i soci non possano vendere per cinque anni».

SINDACATI
A mettere in dubbio il decollo dell'aviolinea nata dal matrimonio tra la 'moribonda' Alitalia e l'Air One sono anche i lavoratori e i sindacati: sia gli autonomi del sindacato dei lavoratori (Sdl) sia le quattro organizzazioni di categoria aderenti a Cgil, Cisl, Uil e Ugl. I problemi nascono in relazione alle assunzioni del personale dalla vecchia Alitalia e all'esternalizzazione di alcuni servizi come le pulizie.
Il fronte dei lavoratori non è però omogeneo: da una parte ci sono i "duri e puri" del Sdl che hanno già proclamato assemblee e scioperi, dall'altra le quattro organizzazioni aderenti alle grandi confederazioni sindacali che continuano a trattare pur manifestando forti critiche nei confronti della 'nuova Alitalia'. Per quanto riguarda il Sindacato dei Lavoratori, sono già in programma una serie di proteste: oltre a quella di martedì 13 gennaio, ci sarà uno sciopero di quattro ore, dalle 10 alle 14, il 19 gennaio. Sul versante confederale c'è una tregua, anche se Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporti minacciano di boicottare il debutto del nuovo vettore.

MALPENSA
La cronaca di questo fine settimana registra quindi una soluzione definitiva, almeno apparentemente, sulla questione Malpensa che divideva la stessa maggioranza di governo. La notte di venerdì la commissione bilancio della Camera ha infatti approvato un emendamento al decreto anti-crisi. Emendamento definito "Salva-Malpensa" che, andando incontro alle richieste della Lega Nord e di settori della maggioranza particolarmente legati alle sorti dello scalo varesino, impegna il governo a rinegoziare gli accordi bilaterali con alcuni paesi extracomunitari in modo da favorire la nascita di nuovi collegamenti internazionali con lo scalo lombardo. Lo stesso emendamento prevede che l'Enac rilasci autorizzazioni per non meno di 18 mesi: si passa da una prassi concessoria di deroga discrezionale a una automatica che può arrivare fino a tre anni.

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