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Se bevi non guidi, Valducci: la tolleranza zero è prevenzione non solo repressione

21 gennaio 2009 | 18:00
Se bevi non guidi, Valducci: la tolleranza zero è prevenzione non solo repressione
Se bevi non guidi, Valducci: la tolleranza zero è prevenzione non solo repressione

Se bevi non guidi, Valducci: la tolleranza zero è prevenzione non solo repressione

21 gennaio 2009 | 18:00
 

Torna a rianimarsi il dibattito sui limiti del tasso alcolemico per chi beve e si mette alla guida. In risposta alle nostre osservazioni ci ha scritto il presidente della commissione Trasporti della Camera dei Deputati, Mario Valducci (nella foto), illustrando la proposta di legge all'esame della Camera, che dovrebbe essere varata entro la fine di gennaio, per abbassare a 0,2 milligrammi il limite alcolemico consentito. Ieri il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, aveva dichiarato addirittura una «previsione di un limite assoluto, pari a zero di concentrazione alcolica del sangue per i giovani (sino ai 21 anni di età) e i neopatentati e, per ragioni di sicurezza, anche per i conducenti di mezzi di trasporto pubblici e di veicoli commerciali, in particolare per quelli adibiti al trasporto di merci pericolose».

Mario Valducci Egregio direttore,
grazie per avermi scritto. Ho letto le sue critiche al progetto di legge sulla sicurezza stradale che è in discussione nella commissione Trasporti che presiedo, in particolare le critiche al tasso alcolemico tollerabile, e mi permetto di darle alcune delucidazioni e alcuni approfondimenti.
La ratio del progetto di legge 649 non è solo quella di dimezzare entro il 2010 i morti in incidenti stradali del 2000. Il progetto di legge sulla sicurezza stradale ha l'immodesta ambizione di creare una nuova coscienza di guida.
è un progetto di legge articolato, una serie di norme che cercano di modernizzare, attualizzare ed 'efficientare” il mondo della guida e della sicurezza stradale. Mediaticamente l'attenzione è andata verso la tolleranza zero per chi guida. Confermo: chi guida non deve bere e chi beve non deve mettersi alla guida. Un concetto facile, ma duro da imporre, e per questo serve una tolleranza zero che passa attraverso un abbassamento del limite alcolemico ammesso.

 Non è intenzione del legislatore criminalizzare alcuno, soprattutto il bicchiere di vino bevuto a tavola o il brindisi tra amici. Ma è fondamentale una cambio di mentalità e di sensibilità perché oggi non si hanno ben presenti i rischi di mettersi alla guida in condizioni psicofisiche alterate dall'alcol. E questo avviene soprattutto tra i più giovani che, in aggiunta, non possiedono nemmeno la necessaria perizia ed esperienza per affrontare la guida in condizioni non ottimali. Gli incidenti stradali sono la prima causa di morte per i giovani fino a 30 anni!
Servono i controlli, ovviamente, che, va ricordato, sono aumentati di quasi 7 volte in due anni. Ma serve anche una maggiore consapevolezza da parete degli automobilisti, non si può solo delegare ai controlli: accanto alla repressione serve la formazione, l'educazione.

Non solo alcol: giro di vite anche su stupefacenti
Dicevo che il progetto di legge è articolato, non si occupa solo di guida in stato di ebbrezza. Forse ancor più importante è un adeguamento dei controlli per chi guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. Ormai, è cosa nota, la cocaina costa molto poco ed è sempre più facile reperirla. Si crea quindi una situazione perversa: se voglio sballare è meglio drogarmi, costa meno, non ho limiti orari per il consumo e, se mi fermano, il rischio è basso. Infatti mentre sono sempre di più gli etilometri, sono del tutto assenti i narcotest! Per rilevare le tracce di cocaina è infatti oggi necessario un esame ospedaliero, con accompagnamento da parte dell'agente accertatore: praticamente impossibile da verificarsi.
Così, a fronte di 35 milioni di patenti, i controlli per sostanze stupefacenti sono poche decine di migliaia. è poi presente la possibilità di prendere il foglio rosa a 16 anni; svolgere alcune pene accessorie, comminate per le infrazioni più gravi, all'interno di strutture che si occupano del recupero di coloro che hanno subito incidenti; norme più stringenti per i guidatori professionali, intensificazione dei controlli su questi e controlli tecnici sui tachigrafi dei tir; la delega al Governo per il riordino complessivo del codice della strada.

Tolleranza zero: concetto preventivo
Sono dunque tre i punti fermi del provvedimento:
• tolleranza zero per chi beve e si mette alla guida
• percentuale delle multe dedicato alla sicurezza stradale
• certezza della pena per chi contravviene

Tolleranza zero implica un concetto preventivo, non solo repressivo. Così come preventivo è il secondo punto fermo: chi contravviene al codice della strada con la sua sanzione contribuisce alla sicurezza collettiva.
Ultimo punto fermo la certezza pena. Non è certo una questione che riguarda solo la sicurezza stradale. Ma qui ancor di più si scontra con la funzione preventiva e dissuasiva che una sanzione dovrebbe avere. Troppo spesso sentenze di giudici di pace poco attenti hanno vanificato l'azione delle forze di polizia, annullando sanzioni o restituendo patenti sospese con giustificazioni a volte surreali. Senza contare che chi causa incidenti mortali da ubriaco raramente finisce in carcere come dovrebbe, continuando a circolare pericolosamente.
Tre punti fermi da approvare, attuare e rispettare per circolare più sicuri sulle strade.

onorevole Mario Valducci
Presidente IX commissione Trasporti, poste e relecomunicazioni della Camera dei Deputati

***

Caro presidente,
innanzitutto grazie di avere accettato un confronto. In tempi come questi in cui molti politici rifuggono dal prendere posizione rispetto alle opinioni prevalenti nella società civile è un atteggiamento che le fa certamente onore. Non posso che apprezzare la chiarezza con cui insiste sulla tolleranza zero come fattore di sicurezza per tutti, ma al tempo stesso non posso che ribadire punto per punto la contrarietà a un provvedimento erga omnes che, nonostante le sue buone intenzioni, alla fine potrebbe rischiare di essere inefficace nella pratica per l'impossibilità di fare controlli a tappeto.

Meglio alzare le sanzioni, ma lasciare un minimo di agibilità al "bere bene" che, oltre che alla salute (ricordo che il valore della dieta Mediterranea si basa anche sull'apporto quotidiano di vino), fa bene all'economia visto che il "Made in Italy a Tavola" conta parecchio. Piuttosto che colpire indiscriminatamente non è meglio seguire la strada indicata dal ministro Sacconi ed essere sul serio inflessibili con chi è più a rischio, come i giovani fino a 21 anni? E in ogni caso, prima di ogni nuova norma, non sarebbe meglio che i politci si occupino anche dell'educazione e dei gesti che vengono dall'alto? Non dire nulla quando un direttore Rai beve a canna in diretta di fronte a milioni di persone è un colpo al cuore per chi lavora per un bere responsabile.

Sono peraltro d'accordo con lei quando indica come prioritario il problema della droga che, a mio avviso, ma credo anche sulla base delle statistiche, è decisamente la causa maggiore delle stragi del sabato notte. In proposito credo che sarebbe più opportuno dare un deciso giro di vite allo spacccio di stupefacenti (fra coca e pasticche parliamo di giri criminali da miliardi di euro...) invece che mettere a rischio la produzione del vino in Italia. Nessuno ha ancora sentito parlare di "tolleranza zero" riguarda agli stupefacenti. Forse perchè la lobby dei locali notturni è più influente di quella della ristorazione e delle cantine ?  Non vorrei essere accusato di demagogia, ma da tempo molti esperti indicano in un controllo a tappeto delle discoteche la vera possibilità di porre un argine alle morti su strada di molti giovani. E sempre in tema di sicurezza non possiamo non parlare anche dei mancati controlli sugli autisti di Tir (spesso dell'ex Europa dell'est) alla base di incidenti spesso perchè semplicemente "ubriachi" di sonno.   

a.l.

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