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Prezzi fermi da 5 anni e gusti tradizionali. Il gelato italiano non conosce la crisi

 
01 febbraio 2009 | 14:31

Prezzi fermi da 5 anni e gusti tradizionali. Il gelato italiano non conosce la crisi

01 febbraio 2009 | 14:31
 

Il gelato non teme la crisi e nel 2008 si è registrata una crescita dei consumi dell'8%, per un giro d'affari delle 32.000 gelaterie italiane artigianali di 9 miliardi e 900 milioni. I dati giungono dall'Associazione italiana gelatieri (Aig) alcuni giorni dopo la chiusura della fiera del settore Sigep che ha decretato le tendenze 2009 del gelato artigianale ed eletto la nocciola il gusto dell'anno.

«I gusti classici stanno tornando di moda - spiega Alberto Pica, presidente dell'Aig e titolare di una storica gelateria romana - e la nocciola in  particolare registra un grande incremento di consumi. Possiamo inoltre sfruttare l'ottima pasta di nocciole che viene dalle Langhe. Sono invece in calo i gusti esotici: mango e kiwi non li vuole più nessuno». Sta invece affermandosi presso i consumatori - nota il presidente Aig - il gelato al riso, che sarà proposto quest'anno nelle gelaterie in più varianti, con cannella, caffé, cioccolato, fragoline di bosco e persino lo zafferano. «I gelatieri - osserva Pica - sono diventati più bravi dei barman nel mescolare le materie prime e proporre gusti insoliti».

I migliori artigiani del gelato si sono sbizzarriti al Sigep in un concorso intitolato '1000 idee 2009'' che ha eletto vincitore il gusto 'sedano in fiore', elaborato dal gelatiere Carlo Viti di Monte San Savino (Arezzo) unendo semplicemente il fior di sedano allo zucchero. Un mix di cioccolate ('Lady Ciokkò di Teresa Castiglione, gelatiera napoletana emigrata a Caracas) ha colto la seconda piazza, mentre il 'Cariatese' della Gelateria Leonardo a Cosenza, ovvero un gusto al sapore di vari cereali, si è aggiudicato il terzo posto. Sull'esperimento del gelato salato e il suo abbinamento ai cibi in tavola, Pica nota che rimane essenzialmente un "divertissement da provare in particolari occasioni ma è chiaro che il pubblico non entra al ristorante chiedendo la bistecca con due palline di gelato".

«Se il gelato resiste alla crisi - conclude Pica - è anche perché da cinque anni i nostri associati mantengono i prezzi fermi. Qualche ritocco in alto si vede nelle città d'arte dove girano i turisti ma noi ci raccomandiamo perché non avvenga, così come deprechiamo la tendenza di far pagare il cono secondo il numero delle palline. Non si può far pagare 2,50 euro un cono con due palline da 70 grammi l'una. Inoltre, secondo quanto affermano gli stessi nutrizionisti, il gelato è un'ottima alternativa a un pasto veloce».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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