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No alle "pizze di latta" I pizzaioli protestano su Facebook

17 marzo 2009 | 02:40
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No alle "pizze di latta" I pizzaioli protestano su Facebook

17 marzo 2009 | 02:40
 

E la protesta avanza. Mentre al Tg1 restano in silenzio, come era nelle previsioni, e l'azienda interessata dalla 'marchetta” si mostra quasi offesa per le contestazioni che abbiamo rivolto alla Rai (vedi la lettera pubblicata fra i commenti all'editoriale del nostro direttore Alberto Lupini), fra i pizzaioli ed i ristoratori italiani si è scatenato un unico passa parola: "difendiamo la Pizza tradizionale, e con questo uno dei caratteri più tipici dello stile di vita italiano". Come dire che la pubblicità gratuita ad un distributore automatico di pizze, impastate e cotte in 2minuti e mezzo (proprio 2 minuti e mezzo), non piace a nessuno. E meno male che in pochi sanno che il progetto è stato finanziato con soldi pubblici...

 Come era nelle previsioni, il messaggio lanciato da 'Italia a Tavola” ha attivato una reazione che riguarda ovviamente i diretti interessati (i 25mila pizzaioli italiani ed i circa 200mila addetti del settore), ma che in verita è assolutamente generale e trasversale in tutto il Paese. Basterebbe leggere alcuni dei numerosissimi commenti che ci sono pervenuti in poche ore. Ancora una volta a fare la differenza è in ogni caso Internet. A nemmeno 24 ore dalla pubblicazione su Web della nostra presa di posizione, il presidente dei pizzaioli italiani, Emilio Giacometti (alla guida dell'Associazione nazionale piazzaioli e ristoratori - Anpir - e del Cip - il comitato che riunisce le numerose organizzazioni del settore) ha infatti lanciato pubblicamente la sfida alla Rai invitando alla mobilitazione su Facebook a sostegno della Pizza. Più che esplicito il nome del gruppo Gli italiani contro le 'pizze di latta”.

In un comunicato stampa i pizzaioli denunciano senza mezzi termini l'atteggiamento della Rai, che avrebbe strumentalmente cercato di fare apparire come in difficoltà o impreparate le pizzerie di fronte alla pretesa 'modernità” del distributore automatico. Il tre volte campione nazionale dei pizzaioli, Emilio Giacometti (nella foto), non usa poi mezzi termini per chiedere che la Rai porga le sue scuse e intervenga per una rivalutazione della categoria. «Il video - dice - contiene delle mistificazioni. Sopra le immagini del distributore hanno messo quelle del forno a legno, quasi a lasciare intendere che ci possa essere una qualche affinità. Nei grattacieli di New York si spendono milioni di euro per poter realizzare dei forni a legna per fare delle pizze secondo la tradizione, e qui si vuole dare l'impressione che bastino pochi secondi di gas per ottenere un piatto che tutto il mondo ci invidia per come è fatto da sempre...».

Emilio Giacometti«Nel video si enfatizza di una pseudo richiesta africana per questa scatola di latta, quasi che questa commessa possa risollevare le sorti economiche del Paese... Ma al contrario - prosegue il president dei pizzaioli - non si dice nulla, che pure in una pizza è quello che più conta, sugli ingredienti e sul fatto che venga, o meno, utilizzato lievito chimico. C'è solo da augurarsi che tale Roberta Badaloni (la telecronista del servizio, ndr) sia una free lance e non sia una dipendente Rai stipendiata coi nostri soldi...».

Ricordando che questa macchina gira sul mercato da 3 anni (dopo che un'avventura analoga dello stesso imprenditore dieci anni fa si era già arenata...), Emilio Giacometti precisa che «non è certo un problema di concorrenza che può preoccupare i pizzaioli, quanto l'immagine del prodotto e la banalizzazione che viene fatta contro un Patrimonio gastronomico nazionale che va invece tutelato, sostenuto e promosso in tutte le sue parti più tradizionali. A partire dall'utilizzo di prodotti genuini e di tecniche codificate».

 Ora non resta che aspettare e vedere se qualcuno a livello istituzionale prenderà posizione. Come era nelle previsioni, dai sindacati di categoria dei ristoratori (Fipe o Confesercenti non cambia nulla) non si è sentito nulla. Chissà che dopo la presa di posizione ufficiale dei pizzaioli qualcuno non si preoccupi un po' per un po' di tessere che potrebbero essere stracciate. Certo si può capire che polemizzare con Mamma Rai piò voler dire mettere a rischio qualche comparsata del presidente o del segretario di turno in qualche trasmissione. O qualche frazione di secondo in un Tg. Ma in ballo stavolta c'è uno di simboli più alti della Cucina e della Cultura italiana a tavola. Certamente quello più conosciuto nel mondo con gli spaghetti. A meno che non si voglia che anche la Pizza faccia la fine del Parmigiano Reggiano o del Grana Padano, in caduta libera sui mercati mondiali. Se l'immagine che passa dei nostri primati alimentari è quella fornita sabato sera dalla Rai si può ben capire perchè...


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