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La riscossa del Kebab, vince ai consumi

Secondo la Cna, il 60% delle nuove pizzerie al taglio di Roma è di tradizione gastronomica turca ed ha eliminato i polli allo spiedo. Il Kebab batte la porchetta e insidia il primato della pizza. Qualcuno ipotizza una moda turca come è successo in Germania. Cresce il consenso dei consumatori

 
26 aprile 2009 | 20:16

La riscossa del Kebab, vince ai consumi

Secondo la Cna, il 60% delle nuove pizzerie al taglio di Roma è di tradizione gastronomica turca ed ha eliminato i polli allo spiedo. Il Kebab batte la porchetta e insidia il primato della pizza. Qualcuno ipotizza una moda turca come è successo in Germania. Cresce il consenso dei consumatori

26 aprile 2009 | 20:16
 

Riportiamo da Corriere.it

 Alla lettera significa carne arrostita e normalmente viene servito sotto forma di un panino, ripieno di carne e arricchito da verdure fresche e salsa allo yogurt. è il kebab, una pietanza di origine turca, ma ormai ben diffusa e radicata anche nella nostra gastronomia. Ed è sempre più facile vedere pizzerie al taglio che hanno sostituito l'ormai vecchio spiedo per i polli, con il classico girarrosto verticale del kebab, in relatà il Döner kebab (il kebab che gira). Seconda la Confederazione nazionale dell'artigianato (Cna) nella sola Roma, tra il 2004 e il 2008, l'avvio o l'acquisizione di 705 pizzerie al taglio, delle quali 204 (pari al 30%) hanno un titolare straniero. E delle 204 aziende con titolare straniero oltre il 60% appartengono alle tradizioni alimentari riconducibili al kebab.

PANINO ETNICO - Insomma, un boom del «panino etnico», che rischia di far tramontare una nostra gloriosa tradizione culinaria, quella della porchetta, e che potrebbe avviare l'Italia sulla strada della Germania, dove, secondo un'indagine dell'edizione tedesca del mensile Men's Health, il kebab risulta il fast food preferito. Nei momenti di fretta, infatti, pranza con il kebab il 34% dei tedeschi intervistati, mentre la pizza è seconda, distanziata di ben 13 punti, con il 21% di preferenze. Questa pietanza di carne e insalata sta ora conquistando il gusto dei consumatori italiani, anche grazie soprattutto a una strategia commerciale aggressiva, sostenuta da una efficace catena di produzione (di derivazione soprattutto turco-tedesca) e di commercializzazione (anch'essa controllata da turco-tedeschi).

NON SOLO AGNELLO - Il kebab nel corso del tempo è stato adeguato al gusto europeo e alle tendenze alimentari, eliminando ormai totalmente la carne di agnello sostituita con carni bianche spesso tritate, che, tra l'altro, hanno un costo decisamente minore. Normalmente il prodotto viene preparato in grandi stabilimenti tedeschi (sono circa 20 i grandi produttori), congelato e distribuito in tutta Europa da filiali legate all'azienda produttrice. Insomma, un'organizzazione adeguata a un prodotto ormai fortemente industrializzato e globalizzato, e che ha reso il kebab economico e estremamente competitivo, nei confronti dei nostri prodotti tipici assimilabili, quali la porchetta e la stessa pizza al taglio. Infatti, a differenza della porchetta, che ha mantenuto una distribuzione legata a specifici chioschi principalmente su area pubblica e solo ora sta entrando nella distribuzione sia tradizionale che organizzata, il kebab viene venduto, oltre che in esercizi dedicati (kebabberie), spesso nelle stesse pizzerie al taglio.

PORCHETTA ALLA RISCOSSA - «La porchetta, che è un prodotto fresco, artigianale e di alta qualità» afferma Pietro Mattù, imprenditore di Ariccia e tra i maggiori produttori di porchetta «ha un costo che si aggira sui 15 euro al kg. Il Kebab, prodotto industrialmente in Germania con carni essenzialmente bianche, congelato e poi immesso nei mercati Europei, ha un costo di 3-4 euro al kg». Per rivalutare anche l'eccellenza italiana, dunque, i produttori di porchetta si stanno organizzando: «Al fine di offrire un prodotto sempre fresco, di giornata, e appetibile» conclude Mattù «abbiamo modificato la porzionatura, offrendo il tronchetto (trancio da 8-13 kg) anzichè il maiale intero, e abbiamo ampliato le modalità di vendita in modo da garantire un costante rifornimento ai nostri clienti. Grazie a questa nostra rinnovata politica commerciale riusciamo a crescere del 20% l'anno. Occorrerebbe una alleanza tra tutti i produttori per adottare politiche commerciali che rendano fortemente visibile al consumatore l'alta qualità del nostro prodotto».



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