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Veg si può, ma con rispetto

Parlare e confrontarsi, con rispetto per qualunque opinione, è forse l’unico strumento per evitare che sul cibo si scatenino insensate guerre di religione. No a paraocchi o al condizionamento delle fake news di Internet

di Alberto Lupini
direttore
 
29 maggio 2017 | 12:32

Veg si può, ma con rispetto

Parlare e confrontarsi, con rispetto per qualunque opinione, è forse l’unico strumento per evitare che sul cibo si scatenino insensate guerre di religione. No a paraocchi o al condizionamento delle fake news di Internet

di Alberto Lupini
direttore
29 maggio 2017 | 12:32
 

La crescita italiana dei consumi di alimenti marchiati con la “V”, invece che di locali con almeno qualche piatto dedicato, sta facendo emergere, forse più come tendenza che come effettiva modifica di stili di vita, la realtà di un mercato vegano, o almeno vegetariano. Dopo l’invasione di ristoranti cinesi, fusion, “all you can eat”, messicani o comunque etnici, per non parlare dei fast food di ogni genere e tipo, ciò potrebbe rappresentare una scelta un po’ più salutista e legata alla stagionalità. E in cui non pochi cuochi possono inserire ricette della nostra tradizione. Cosa c’è di più vegano di un piatto di orecchiette con le cime di rapa?

Veg si può, ma con rispetto

In ogni caso è un segnale positivo: più aumentano le opzioni per scegliere cosa mangiare, come di cosa leggere o come vestirsi, più si sale nella scala di valori di una democrazia. Il che poi vuol dire libertà di opinione, obiettivo primario almeno per noi europei. Ciò che ci può fare stare meglio e non danneggia gli altri è un bene assoluto in sé, che non può essere mediato con nessuno. Nemmeno con chi crede di avere la verità in tasca.

L’importante è non fare delle scelte legate al pregiudizio, all’ignoranza o alle falsità. Se per esempio tutto il mondo medico-scientifico ricorda come un regime alimentare strettamente vegano presenta dei rischi per l’impossibilità di assumere coi soli vegetali sostanze basilari per una vita normalmente sana (dalle vitamine B12 e D allo zinco), basta prendere delle precauzioni e degli integratori. Non si può demonizzare chi avverte dei rischi parlando di congiure e interessi delle multinazionali della carne (ma quali?). Informazione, educazione e confronto sono invece le pratiche che dovrebbe caratterizzare chi vuole mangiare per stare bene. E se per qualcuno essere vegani è meglio, basta conoscere i pericoli che ci possono essere e diffidare dei ciarlatani. Ne va della propria salute e di quella dei propri figli.

Fin qui potrebbe sembrare tutto facile. Il problema è che a volte una scelta individuale, legata a modelli di vita, diete o convinzioni ideologiche, può diventare il metro con cui valutare il resto del mondo. Essere talebani è un’aberrazione in sé, ma è assolutamente inaccettabile quando riguarda il come alimentarsi. Purtroppo a volte questo atteggiamento sembra emergere in alcuni vegani oltranzisti, che danno magari dell’assassino a qualche onnivoro (praticamente il 99,99% della popolazione del pianeta) che si mangia una coscia di pollo o uno spicchio di Grana Padano.

Parlare e confrontarsi, con rispetto per qualunque opinione, è forse l’unico strumento oggi per evitare che sul cibo si scatenino insensate guerre di religione. Non si può vedere anche ciò che c’è in tavola col paraocchi o col condizionamento delle fake news di Internet. Questo almeno ci sembra l’approccio condiviso che è emerso dal recente incontro che abbiamo promosso a Milano sul tema “Veganesimo... Scelta di vita o opportunità?”. Con esperti e in modo laico, abbiamo cercato di avviare un primo approccio senza schemi precostituiti, interessati come siamo da sempre a scelte di vita responsabili e ad un’alimentazione corretta. Confermiamo una scelta di campo ovviamente da onnivori (che mangiano spesso piatti vegani), ma interessati a fare crescere tutte le opzioni col rispetto e l’attenzione che ognuno merita.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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30/05/2017 12:33:25
2) Gli spaghetti pomodoro e basilico sono davvero vegani
"Cosa c’è di più vegano di un piatto di orecchiette con le cime di rapa?" Gli spaghetti pomodoro e basilico!! Nelle ricetta tradizionale delle orecchiette con le cime di rapa è previsto l'utilizzo delle alici sottolio (o sale).
marcello parmeggiani

29/05/2017 14:54:23
1) SENSO DI COLPA
Farti sentire in colpa è il modo migliore per dominarti. Come mai la cultura “animalista e vegana” viene continuamente propagandata dall’industria della comunicazione di massa? Cosa ci sta dietro? Cosa ci guadagna il capitalismo se tutti diventano animalisti e vegani? Penso che il mercato che crea l’animalismo e il veganismo è molto più redditizio di quello creato dall’allevamento e dal consumo della carne. Al capitalismo conviene di più indurre la gente a consumare vegetali e preferire la compagnia di animali a quella degli esseri umani. C’è una campagna di comunicazione di massa per farci vedere gli animali meglio degli esseri umani, più buoni e dolcissimi. Su facebook e you tube i video improbabili di animali feroci che si comportano come docili agnellini impazzano. Tutto questo ci viene propinato per farci sentire in colpa, per farci credere che mangiare la carne, cacciare e allevare gli animali sia un crimine contro l’umanità…anzi l’animalità. Non è vero che gli animali sono pacifici e che non si mangiano tra di loro. Non è vero che mangiare la carne sia un crimine. E far sentire in colpa chi la mangia è un crimine alla pari di quello commesso dalla Chiesa cattolica che considera il sesso un peccato. Infatti a preti e suore la sessualità non è consentita…almeno apertamente. E il matrimonio è un sacramento solo per fare i figli e non per il piacere del sesso. Cattolici e animalisti sono accomunati dallo spirito autoritario e repressivo. Io preferisco l’amore, una società basata sull’amore. Il sesso e la carne non hanno niente di male.
Paolo Mario Buttiglieri
sociologo


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