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Le 17 del 17 luglio 1987, crolla la Valtellina Trent'anni dopo nuovo volto, più sicuro

Trent'anni fa piogge torrenziali misero ko la Valtellina e l'area nord della Lombardia causando vittime e danni alle infrastrutture immani. Oggi tutta l'area ha un volto nuovo che fa della sicurezza il punto fermo

 
19 luglio 2017 | 11:41

Le 17 del 17 luglio 1987, crolla la Valtellina Trent'anni dopo nuovo volto, più sicuro

Trent'anni fa piogge torrenziali misero ko la Valtellina e l'area nord della Lombardia causando vittime e danni alle infrastrutture immani. Oggi tutta l'area ha un volto nuovo che fa della sicurezza il punto fermo

19 luglio 2017 | 11:41
 

«Oggi è venerdì 17 luglio 1987 e poco fa, alle 17.00, lei si è insediato come nuovo presidente della Regione Lombardia, non è superstizioso?'» Alla domanda volutamente provocatoria, il neo governatore Bruno Tabacci mi rispose con un sorriso e un deciso: «No, assolutamente sono abituato a ben altro». Tabacci salutò i cronisti e se ne andò con a fianco un suo grande amico e collega di partito-Dc Giovanni Goria venuto apposta a Milano ad assistere alla nomina del suo fedele collaboratore.

Le 17 del 17 luglio 1987, crolla la Valtellina Trent'anni dopo nuovo volto, più sicuro

foto: ecodibergamo.it

Ironia della sorte, alle 17.00 dello stesso giorno iniziò - causa maltempo - il crollo della Valtellina. Una tragedia immane, le frane e le esondazioni causarono 53 morti e decine di feriti e un disastro ambientale e idrogeologico mai visto in Lombardia. Da quel 17 luglio e fino ai primi di agosto si registrarono fenomeni piovosi estremi.

In un giorno caddero ben 305 mm di pioggia che ingrossarono i torrenti della Valle e soprattutto il fiume Adda. L'alluvione colpì non solo la provincia di Sondrio ma anche le confinanti Bergamo e Brescia, in Val Brembana e in Valcamonica. E toccò proprio a Goria e Tabacci gestire quei terribili, complessi e difficili momenti dell'emergenza. Grazie a Domenico Zamberletti nacque li, l'idea moderna di Protezione Civile con il fondamentale ruolo dei volontari. Giorni lunghissimi con case, alberghi, strade e infrastrutture rase al suolo. Una parte della regione in ginocchio, un disastro che mise a dura prova le capacità amministrative della nuova classe politica lombarda, di maggioranza e opposizione.

Oggi a 30 anni di distanza la Valtellina ha cambiato letteralmente volto, in grande parte fiumi e torrenti sono stati cementificati, i paesi a rischio messi in sicurezza. La speranza è che la tragedia serva come monito per il futuro con l'impegno a investire sulla prevenzione perché quel 17 luglio del 1987 non rimanga una data scaramantica.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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