Sul breve-medio periodo il turismo diverrà il tessuto permeante il nostro vivere, il godimento pieno della nostra vita, la fase vitale che in matrice spazio/tempo ci dona tranquillità e distensione.
Tutto ciò verrà reso possibile, processo per fortuna già cominciato, grazie a quel formidabile fattore abilitante che è costituito dall’innovazione tecnologica. I plus unique di un luogo, insieme con l’utilizzo sapiente della tecnologia insita nella digital society vanno a formare quel binomio virtuoso grazie al quale il suddetto luogo assurge a meta ambita.
È il caso di un luogo magico, tra i più belli del Creato, scrigno prezioso che custodisce tesori di struggente fascino: Arezzo. In erronea classificazione del passato, al cospetto di una Toscana a tre punte (ci sia perdonata la gergalità calcistica) dove Firenze, Pisa e Siena sono le tre punte, Arezzo si relegava in grigia posizione ancillare.
Così non ha più da essere per quanto intollerabile diviene continuare a celare tale patrimonio a segmenti colti di un turismo crescente. L’arguta scelta dei governanti la città, nel caso di specie nella persona dell’assessore al Turismo Marcello Comanducci, individua nella fertile cooperazione tra mano pubblica ed intrapresa privata il fattore vincente per rendere nel concreto percorribile questa visione del turismo.
Ne sortisce la Fondazione Arezzo Intour, di cui l’assessore Comanducci è presidente. Obiettivo della Fondazione Arezzo Intour è rendere specificamente attrattiva, mediante sostanziale incremento di visibilità, il territorio aretino.
In tempi in cui è recita quotidiana il pianto della mano pubblica ad accompagnamento di lamento per “soldi che non ci sono”, l’ingegno del governante individua nel flusso di denaro generato dal pagamento della tassa di soggiorno la dotazione costante ancorché cospicua mediante la quale espletare al meglio le attività volte al perseguimento di un obiettivo reso noto e dalle parti condiviso.
E nella città della Chimera sarebbe chimerico (inteso in accezione di “velleità”) ipotizzare un posizionamento del territorio che sia tale da divenire appealing per tutti i turisti world wide. Pertanto, una delle funzioni prioritarie della tecnologia abilitante sarà proprio l’individuazione del target specifico, su di esso andando a modellare e costruire il processo di comunicazione e di relazione.
Visitare non frettolosamente il Museo Archeologico Nazionale intitolato all’illustre aretino Mecenate (intrigante l’idea di un evento b2b imperniato sul mecenatismo ai tempi della rete), deliziarsi con degustazione guidata di Chianti dei Colli Aretini, sono momenti che divengono memorabili e da raccontare.
E quale diviene la tempesta di emozioni allorquando si contempla Le Storie della Vera Croce, il ciclo di affreschi di Piero della Francesca conservato nella cappella maggiore della Basilica di San Francesco, splendido capolavoro della pittura rinascimentale. E quale savia indicazione di percorso nella storia, la visita al Palazzo della Fraternita dei Laici, in piazza Grande.
Ambiti di attrattività stagionale si creano con l’individuazione di Arezzo Città del Natale. Da mezzo secolo facente parte della città, nel centro di essa tenendosi nella prima domenica del mese (e sabato precedente) la famosa Fiera Antiquaria.
Dopo un paio di giorni che si è ad Arezzo accade, quasi magia, che non ci si sente turisti, bensì temporary citizen di una città che sa essere inclusiva ed ospitale. Ma poi accade anche che bisogna ripartire e lasciare Arezzo. Ecco, sì, si va via da Arezzo, ma mai più Arezzo andrà via da noi.