Di emergenza in emergenza: dai cinghiali ai cormorani. L'agricoltura lombarda, o meglio, la caccia e la pesca non si fanno mancare proprio nulla. Ma l'invasione avviene anche in moltre altre regioni.
Il corvo dei laghi - come viene definito il cormorano - infesta soprattutto le province di Bergamo, Brescia, Como, Lecco e Varese. I più colpiti: il lago d’Iseo e il fiume Oglio. Secondo il censimento annuale effettuato da International Waterbird Census, sono 10mila i cormorani che svernano in Lombardia.

Mangiano circa una tonnellata di pesce al giorno. Una stima dei pescatori lariani dice che in 20 anni i cormorani hanno divorato sul lago di Como 1.200 tonnellate di pesce, in media 60 tonnellate all'anno. Un volatile, quotidianamente, ne ingurgita anche un kilo. Le associazioni dei pescatori hanno lanciato nei giorni scorsi il grido d'allarme.
«Cosi non si può più andare avanti. I ripopolamenti nei fiumi e nei laghi vengono praticamente vanificati da questi voraci volatili che sono oramai divenuti stanziali». Chi deve intervenire? In teoria le Province che però non hanno né fondi né personale per effettuare i prelievi. La Regione, tramite l'assessorato all'Agricoltura, ha richiamato con una lettera gli Enti Locali ad effettuare i contenimenti nel periodo stabilito dalla legge, dal 17 novembre al15 marzo.
«Il provvedimento ha lo scopo di tutelare le popolazioni ittiche - rimarca l'assessore Rolfi - di pregio naturalistico e di maggiore interesse per la pesca. Si tratta di una deroga condivisa con l'Istituto Superiore per la tutela naturalistica e molto attesa dai pescatori».
Solo Lecco fino ad ora si è impegnata con la cattura di una sessantina di cormorani. In Lombardia è previsto l'abbattimento di 923 capi, il 10 per cento dell'intera popolazione. Nel bresciano, ad esempio 200 capi su 2mila. «Il contenimento dovrebbe essere iniziato oramai da qualche mese - rivela Germano Bana portavoce dell'Ups, unione pescatori sportivi bresciani-eppure la sensazione è che gli esemplari non siano diminuiti, anzi! il dato emerge dalle segnalazioni che ci arrivano da tutta la provincia dai nostri tremila iscritti. Per questo abbiamo chiesto lumi alla polizia provinciale».
La risposta è arrivata dalla guardia volontaria provinciale Gianpietro Marchesini che ha confermato: «Siamo fermi, mancano diposizioni precise e in alcuni casi anche i fondi per comprare le cartucce alle 4 guardie volontarie».
Una situazione a dir poco kafkiana, dove il gatto continua a mordersi la coda. Una denuncia è arrivata pure dalla Conferenza Stato- Regioni che ha chiesto all'Europa di intervenire con fondi e regole precise. Troppi infatti, in particolare in Sardegna, i danni causati dai volatili scesi dai paesi freddi fin nei nostri specchi d'acqua. Il coro è unanime contro l'invasione , ma nessuno praticamente interviene perché mancano adeguati finanziamenti, il personale e scarseggia e vi è una sorta di ''vuoto'' legislativo che scoraggia ogni assunzione di responsabilità non consentendo, ad esempio il prelievo controllato anche nelle torbiere e nelle riserve lacustri . Intanto, i cormorani continuano indisturbati a cacciare.