Per lungo tempo si è pensato che la Ribona fosse un vitigno derivante dal Greco, invece ricerche più approfondite l’hanno identificato con un suo dna, sotto un profilo cromosomico lo hanno accostato al Verdicchio e più alla lontana al Trebbiano. Questo vitigno predilige suoli freschi e moderatamente fertili, clima ventilato e non troppo caldo. Il grappolo è medio-grande, germoglia tardi evitando le gelate primaverili e in stagioni equilibrate matura nella seconda metà di settembre.

Uva Ribona
Nel 1975 è entrato a far parte della Doc “Bianco dei Colli Maceratesi”, più volte modificata e aggiornata sino all’attuale denominazione “Colli Maceratesi” che distingue la tipologia “Bianco” (presenza di almeno il 70% di Maceratino) dalla versione “Ribona” (minimo 85% di questa varietà, mentre per il resto sono ammesse altre uve bianche autorizzate nella regione Marche).
La Ribona è protagonista di una lenta rinascita, promossa da un gruppo ristretto di produttori che crede nelle sue potenzialità. Ad oggi sono poco meno di 200 gli ettari coltivati. Di regola viene vinificato in assemblaggio, ma lo troviamo in purezza nelle versioni spumante, fermo e dolce. Ha un colore giallo paglierino che assume tonalità più dorate nella versione passito. L’olfatto ricorda fiori gialli e note di agrumi. Sapido al palato. L’abbinamento è con la cucina regionale, primi e secondi di pesce. Lo spumante è un ottimo aperitivo, ma ideale anche a tutto pasto. Il Ribona passito si accompagna ai dolci.