A consacrare l’Irpinia lo scrigno prezioso della castagna concorrono due Igp. La prima fu quella di Montella e la seconda, recente, è quella di Serino, che ad essere precisi è un marrone.
E poi ce ne sarebbe una terza, valevoli le sue connotazioni, che potrebbe essere la castagna del Partenio, nel suo luogo d’elezione comunemente denominata “Jonna del Partenio”. E la valorizzazione della “Jonna del Partenio” in versatili lavorazioni, è obiettivo della rinascita di una frazioncina collinare del borgo irpino di Cervinara (Av).
Castello è il nome di questa piccola frazione; ad indicarne l’esistenza, ci sono i resti di un castello di origine longobarda. Venti anni fa, nel dicembre 1999, Castello fu pressoché distrutta da una rovinosa alluvione. Borgo quasi del tutto abbandonato e poi la rinascita, attualmente work in progress, grazie all’intuizione e alla vis imprenditoriale del mastro dolciere Angelantonio Perrotta, del suo cugino maestro birraio Raffaele Carofano e del fratello Roberto.
Cosa accade? Accade che i tre giovani divengono sodali di un progetto volto al recupero del borgo attraverso la sua preziosa risorsa: la castagna. E qui le competenze vengono sfruttate e valorizzate. Il mastro pasticciere Angelantonio apre nel 2013 la sua pasticceria “Castello di Cervinara” dove, oltre ai già ben conosciuti e apprezzati panettoni e colombe alle castagne, comincia a fare il Pan di Jonna, un pan bauletto artigianale con castagne candite del Partenio. Il Pan di Jonna è perfetto per colazioni e merende.
Nel 2014 il mastro birraio Raffaele, in un antico mulino contiguo alla pasticceria del cugino, apre il birrificio artigianale Donjon, il cui nome deriva dal Dongione, la torre centrale del castello di Cervinara. Ottima, di gradevolissima beva, la birra Jonna, dal caratteristico aroma di castagna. Roberto, a completamento del trio, assume la conduzione commerciale di entrambe le attività.
In via di completamento, poco distante da pasticceria e birrificio, in altura, una country house volta ad agevolare una più estesa fruibilità del borgo, lanciando come meta attrattiva per turisti non frettolosi, amanti della scoperta di quei patrimoni nascosti di cui ancora è ricco il nostro Appennino.