Mentre in Germania è operativo da una decina di giorni il “Regolamento Federale sugli aiuti di piccola taglia 2020” che prevede un sussidio diretto alle imprese, in Italia siamo purtroppo ancora ingarbugliati. Lacci e lacciuoli e scelte strategiche stanno ammanettando la Lombardia, turbina economica nazionale e ragione massacrata dal virus e dal 60% delle produzioni ferme.
Piccole imprese e pubblici esercizi non incassano da settimane
«Il nostro centro studi – spiega
Nicola Spadafora, presidente di Confapi-Milano, Associazione delle piccole e medie imprese - ha approfondito lo schema tedesco, visto che in Italia neanche se ne parla, e abbiamo scoperto che dopo pochi giorni che l’intervento era stato approvato dal Governo, le imprese avevano già ricevuto i bonifici, per l’esattezza il 27 marzo. L’Europa ha fatto un passo importante eliminando il divieto per gli aiuti di Stato, ma l’Italia ha preferito concentrarsi su altri strumenti come il fondo centrale di garanzia e la cassa integrazione, che, per carità, sono importantissimi, ma non risolvono il problema dell’urgente bisogno di liquidità che hanno le piccole imprese che non incassano da settimane. Ogni giorno mi chiamano centinaia di associati dalla provincia di Milano per dirmi che non hanno tempo per andare in banca e affrontare nuove procedure burocratiche, mentre hanno bisogno di liquidità subito, tra 10 giorni potrebbe essere troppo tardi».
Quando tutto sarà finito, giocoforza, bisognerà rimettere le mani un po’ ovunque nella macchina del nostri sistema Paese, dall’apparato burocratico kafkiano agli investimenti in servizi essenziali a una politica fiscale che inchiodi davvero l’evasione, che ci ha ridotti in questo modo.
Nicola Spadafora e Roberto Calugi
Chiusa la parentesi, torniamo all’oggi. Anche
Roberto Calugi, direttore generale della Fipe – Federazione italiana pubblici esercizi, ha il telefono bollente. «Rispondo tutto il giorno a centinaia di aziende che mi domandano come mai non arrivano gli aiuti che sentono annunciare in televisione. A Milano la situazione dei ristoranti è aggravata dai costi degli affitti molto alti. Con quali soldi possono pagare? Se la cavano solo un po’ meglio quelli del centro città che continuano in parte a lavorare con le consegne a domicilio. Occorrerebbe poter fare un accordo con i proprietari degli immobili sospendendo i canoni. Ma bisognerebbe poter considerare il Covid-19 come una reale causa di forza maggiore per non incorrere in contenziosi legali».
Per informazioni:
www.confapimilano.it –
www.fipe.it