Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
mercoledì 15 maggio 2024  | aggiornato alle 06:48 | 105186 articoli pubblicati

Roero
Salomon FoodWorld
Salomon FoodWorld

L'inflazione spaventa le famiglie: comprano meno e sono attente agli sprechi

Il 75% degli italiani si dice preoccupato per la crescita dei prezzi e l'impatto che questa avrà sul bilancio famigliare. Il 48% si dichiara insoddisfatto della sua condizione economica

 
30 marzo 2022 | 18:43

L'inflazione spaventa le famiglie: comprano meno e sono attente agli sprechi

Il 75% degli italiani si dice preoccupato per la crescita dei prezzi e l'impatto che questa avrà sul bilancio famigliare. Il 48% si dichiara insoddisfatto della sua condizione economica

30 marzo 2022 | 18:43
 

L'inflazione spaventa le famiglie italiane che spendono meno e stanno più attente agli sprechi. Lo dice una rilevazione Ipsos, realizzata per Ansa e Federdistribuzione, dalla quale emerge che il 75% degli intervistati è preoccupato per l'impatto del caro vita sul bilancio famigliare

Non solo. L'aumento del costo della vita (+5,7% l'indice generale su base annua a febbraio 2022) porterà nove persone su dieci a mettere in atto strategie per ridurre l'impatto dell'inflazione. Quali? Il 39% pensa di dover tagliare i consumi, il 37% farà attenzione agli sprechi, comprando lo stretto necessario, e il 32% acquisterà prodotti meno costosi o in promozione.

L'inflazione spaventa le famiglie: comprano meno e sono attente agli sprechi

Le famiglie e l'aumento dei prezzi

L’indagine traccia un quadro chiaro di come l’inflazione e lo spettro della guerra impattino su aspettative e comportamenti d’acquisto, tra preoccupazione per la propria situazione economica e per quella di tutto il Paese. Il tema dell’aumento dei prezzi, in particolare, è ormai da qualche mese al centro del dibattito pubblico: dal rilevamento Ipsos emerge che l’86% degli italiani conosce l’argomento e il 37% si dichiara molto informato. Rispetto alle attese, a marzo 2022, sono aumentati più delle aspettative soprattutto i prezzi dei prodotti alimentari e le spese legate all’auto; nessuna sorpresa invece per gli incrementi sui costi dell’energia: temuti ed effettivamente registrati dalle famiglie. Restano invece inferiori alle previsioni i rincari di telefonia, elettrodomestici, intrattenimento e abbigliamento.

 

 

Insoddisfatti della situazione economica

Detto del 75% degli intervistati che si dice preoccupato per l’impatto del caro vita sul bilancio familiare (+8% rispetto a ottobre 2021), il 48% del campione dichiara di essere poco soddisfatto (31%) o per niente soddisfatto (17%) della propria situazione economica. A comporre la fascia degli insoddisfatti sono soprattutto donne fra i 35 e i 54 anni e cittadini residenti al Sud e isole. Le cause di questo stato vengono imputate per il 55% all’aumento del costo della vita, che rende sempre più faticoso far quadrare i conti, e per il 34% a motivi legati al lavoro (incertezza contrattuale, riduzione o perdita del lavoro).

Non solo l'inflazione: spaventa anche la guerra

E alle preoccupazioni legate ai rincari si sommano quelle suscitate dalle tensioni internazionali di cui è difficile prevedere l’evoluzione e la durata. Secondo il Monitoraggio del sentiment dell’opinione pubblica rispetto alla guerra in Ucraina, infatti, il 45-46% degli italiani teme le ripercussioni economiche sia sul proprio bilancio personale che sul Sistema Paese e uno su tre si preoccupa per la possibilità di una partecipazione diretta dell’Italia nel conflitto. E in questo delicato quadro la speranza lascia spazio all’incertezza, che interessa il 78% degli italiani (+10% rispetto al 28 febbraio). La paura legata alla situazione ucraina per ora però non si traduce in azioni drastiche, come la corsa a fare scorte alimentari o al ritiro di contante, ma in una sostanziale prudenza ad affrontare acquisti rilevanti.

Si tagliano gli extra 

Per far fronte alla tendenza inflattiva, infatti, gli italiani metteranno in atto diversi mix di azioni: cercheranno prevalentemente di contenere i consumi nelle categorie di spesa non primarie (energia, auto, consumi fuori casa, intrattenimento), mentre nei beni alimentari e per la cura della persona punteranno sulle soluzioni più economiche prima di arrivare al razionamento degli acquisti. Nell’abbigliamento le due azioni saranno portate avanti in maniera parallela.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
Voglio ricevere le newsletter settimanali



Onesti Group

Senna
Longarone Fiere
Molino Pasini