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Rilassante, esperienziale e di prossimità: i trend del turismo post pandemia

Massimiliano Serati, direttore della Divisione ricerca applicata della Liuc, ha tracciato gli scenari della ripresa dopo due anni di Covid, puntando soprattutto sull'importanza dell'enogastronomia nella promozione turistica

di Gianluca Pirovano
 
17 maggio 2022 | 16:05

Rilassante, esperienziale e di prossimità: i trend del turismo post pandemia

Massimiliano Serati, direttore della Divisione ricerca applicata della Liuc, ha tracciato gli scenari della ripresa dopo due anni di Covid, puntando soprattutto sull'importanza dell'enogastronomia nella promozione turistica

di Gianluca Pirovano
17 maggio 2022 | 16:05
 

Come sarà il turismo post pandemia? Rilassante, esperienziale e di prossimità, oltre che fortemente legato all'enogastronomia del territorio. A dirlo è Massimiliano Serati, direttore della Divisione Ricerca Applicata e Advisory della Liuc Business School, intervenuto nell'ambito del progetto "A tavola con...", organizzato dall'Università della Birra, hub di formazione professionale di Heineken Italia e della stessa Liuc. 

Rilassante, esperienziale e di prossimità: i trend del turismo post pandemia

Crisi economica e turismo

Il mondo sta attraversando una crisi senza precedenti. Non solo il Covid, ma anche la guerra tra Russia e Ucraina, hanno creato un clima di totale incertezza che si è, per forza di cose, riflesso sul turismo, settore strategico per decine di Paesi nel mondo. 

Per rendere l'idea, prima della pandemia da Covid, il turismo rappresentava il 10% del Pil mondiale e il 13,5% di quello italiano. Un valore economico a livello globale di circa 1.400 miliardi di dollari e una forza che nemmeno le crisi economiche succedutesi nel nuovo millennio erano riuscite a minare. 

«Il turismo ha sempre avuto un comportamento anticiclico - ha spiegato Serati - Ha funzionato bene anche durante i periodi di grande crisi, bloccandosi solo con il Covid, a causa però di motivi politici e non di mercato. La pandemia ha avuto un impatto forte, azzerando in due anni vent'anni di crescita turistica». 

Primi segnali di ripresa 

Ora che il peggio sembra essere alle spalle, che aria tira? Sicuramente migliore. «Il recupero è già iniziato nel 2021 e l'Italia in questo senso è tra i primi Paesi al mondo per quanto riguarda la ripresa - ha aggiunto Serati - Il messaggio chiaro e positivo è uno: nonostante le tensioni internazionali, si sta aprendo un periodo di crescita economica e di nuovi spazi per il lavoro nel turismo». 

 

Com'è cambiato il turismo con la pandemia? 

Se è quindi legittimo guardare al futuro con maggiore ottimismo rispetto agli ultimi due anni e nonostante le molte preoccupazioni, è altrettanto vero che la necessità da parte degli operatori del settore è quella di farsi trovare pronti ai cambiamenti che il Covid ha portato con sé per quanto riguarda i comportamenti e i bisogni dei turisti. 

La pandemia ha cambiato le abitudini e il mercato di deve adeguare, tenendo conto di alcuni trend emersi già con parecchia evidenza. 

La prossimità 

Il Covid ha portato a un aumento del turismo di medio e corto raggio. In prospettiva, almeno per i prossimi cinque anni, il cliente di riferimento non sarà più l'americano o il cinese, ma sarà soprattutto l'italiano di regioni limitrofe o il turista di altri Paesi europei. «Non si tratta di trend momentanei, ma di nuove abitudini destinate a rimanere - ha precisato Serati - E lo dimostra l'andamento del turismo in Italia, Francia e Spagna». 

Il terzetto mediterraneo mostra infatti un clima di fiducia maggiore rispetto ad altri Paesi e il motivo, secondo l'analisi della Liuc, è legato al fatto che Italia, Francia e Spagna possano contare su un'importante fetta di mercato proveniente dal mercato interno. 

La durata 

Il turista post pandemico tenderà a restare più a lungo nei luoghi in cui viaggia. Non cinque viaggi l'anno, ma due più lunghi. Perché? «Viaggiare prima era più facile, ora lo è meno, per ragioni sanitarie ed economiche - ha evidenziato Serati - L'operatore dovrà quindi fare i conti con un turismo meno mordi e fuggi. Dovrà aspettarsi di rivedere il turista per diversi giorni e agire di conseguenza, lavorando sull'accoglienza e sulla fidelizzazione». 

Il mezzo di trasporto 

L'auto è tornata di moda, sostituendo almeno per il momento i voli low-cost, trend degli ultimi anni. Questo perché la macchina dà maggiore sicurezza e flessibilità

Lontano dal turismo di massa 

La pandemia ha spinto molti viaggiatori a cercare esperienze all'aria aperta e lontane dal turismo di massa. I piccoli borghi, le cittadine con centri storici importanti ma dimensioni ridotte, le località con eccellenze gastronomiche, si devono preparare a vivere una nuova fase turistica e dovranno saperla trasformare in risorsa. «I viaggiatori staranno lontani dalle destinazioni "icona" e cercheranno un'immersione totale nelle comunità locali, per stare a contatto con le tradizioni e la storia del luogo», ha proseguito Serati

A questi nuovi trend si aggiungono richieste che già da tempo hanno fatto capolino: sicurezza e pulizia, digitalizzazione dei processi, sostenibilità ambientale e sociale e flessibilità delle procedure

L'importanza dell'enogastronomia 

In questa nuova fase del turismo, un ruolo chiave lo giocherà l'enogastronomia che, per sua natura, riesce a riunire sotto la sua ala diverse nuove tendenze di viaggio che abbiamo raccontato nel paragrafo precedente. 

Anche l'enogastronomia deve però fare i conti con richieste diverse da parte dei viaggiatori, anch'esse dettate dai due anni di pandemia. Scopriamole nel dettaglio: 

  • Ricerca del nuovo: il turista vuole scoprire ricette, esperienze e cibi che raccontino stili di vita e tradizioni diverse dalle sue. 
  • Il neverending tourism: il turismo enogastronomico deve essere un viaggio che non finisce mai. Deve inizare prima, con la possibilità di visite virtuali alle aziende, e non finire con l'esperienza vera e propria, ma proseguire con la possibilità di comprare, tramite e-commerce, o di iscriversi a programmi fedeltà. 
  • Un approccio attivo ma lento: è l'edutainment, dove divertimento e apprendimento si fondono, senza fretta ma allo stesso tempo senza tempi morti. 
  • La ricerca del benessere: il cibo è veicolo di benessere e porta con sé culture locali, stili di vita rurali, lontani dalla frenesia e che riportano il turista all'equilibrio fisico e psicologico. 

Resta poi fondamentale il marketing. «Un prodotto confezionato o servito in un piatto è una cosa - ha concluso Serati - Se intorno ha un'offerta turistica che guida il viaggiatore e veicola le tradizioni del luogo, raccontandone l'unicità, è una garanzia di ritorno e di fidelizzazione». 

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© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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