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Tutela delle Dop italiane: Grana Padano e Prosecco vincono in tribunale

Due sentenze rafforzano la tutela delle Ig italiane: la Corte di Venezia vieta a Gran Moravia l’uso del termine «Grana», mentre il Tribunale Ue annulla il marchio PriSecco, evocativo della Doc Prosecco. I casi sottolineano l’importanza di proteggere prodotti come Grana Padano e Prosecco, salvaguardando consumatori, filiere e il valore economico e culturale del made in Italy

17 ottobre 2025 | 17:01
Non si copia il made in Italy: Grana Padano e Prosecco vincono in tribunale
Non si copia il made in Italy: Grana Padano e Prosecco vincono in tribunale

Tutela delle Dop italiane: Grana Padano e Prosecco vincono in tribunale

Due sentenze rafforzano la tutela delle Ig italiane: la Corte di Venezia vieta a Gran Moravia l’uso del termine «Grana», mentre il Tribunale Ue annulla il marchio PriSecco, evocativo della Doc Prosecco. I casi sottolineano l’importanza di proteggere prodotti come Grana Padano e Prosecco, salvaguardando consumatori, filiere e il valore economico e culturale del made in Italy

17 ottobre 2025 | 17:01
 

La protezione delle Denominazioni di Origine Protetta (Dop) è al centro di due recenti sentenze che coinvolgono eccellenze italiane come Grana Padano e Prosecco Doc. La Corte d’Appello di Venezia ha dichiarato illegittimo l’uso del termine "Grana" per il formaggio Gran Moravia, mentre il Tribunale dell’Unione europea ha confermato la nullità del marchio PriSecco, che evocava la Doc Prosecco.Questi casi evidenziano l’importanza di difendere le Dop italiane non solo per tutelare la reputazione dei prodotti, ma anche per garantire trasparenza ai consumatori, protezione della filiera agroalimentare e valorizzazione del made in Italy. L’articolo approfondisce le implicazioni legali, economiche e culturali di queste pronunce, analizzando come la vigilanza dei consorzi e la normativa europea contribuiscano a proteggere la qualità e l’autenticità dei prodotti italiani nel mondo.

Gran Moravia perde la causa: “Grana” non è un termine generico

Il formaggio Gran Moravia, prodotto dal caseificio Brazzale, è stato oggetto di contestazione per l’uso del termine «Grana». La Corte d’Appello di Venezia ha respinto l’appello del produttore e confermato la decisione del Tribunale, sottolineando che "Grana" non è un termine generico, ma parte integrante della Denominazione di Origine Protetta Grana Padano».Richiamando la normativa nazionale del 1955 e la giurisprudenza europea, la Corte ha precisato che ogni utilizzo commerciale di «Grana» per formaggi non conformi costituisce evocazione indebita e concorrenza sleale. Il Consorzio per la tutela del Formaggio Grana Padano ha commentato positivamente la pronuncia: «Questa sentenza non riguarda solo il nostro Consorzio, ma tutti i prodotti Dop italiani. Difendere le denominazioni di origine significa proteggere in primo luogo il consumatore, poi la filiera agricola e il patrimonio culturale del nostro Paese».

Tutela delle Dop italiane: Grana Padano e Prosecco vincono in tribunale

La parola "Grana" non è un termine generico, ma parte integrante della Denominazione di Origine Protetta Grana Padano

Tuttavia Brazzale ha voluto specificare: «La Corte d’Appello di Venezia è intervenuta nella nota disputa tra Brazzale s.p.a. e il Consorzio per la Tutela del Formaggio Grana Padano sull’utilizzo del termine “grana”. La Corte ha accolto alcuni dei motivi di appello proposti da Brazzale e ha respinto l’appello incidentale proposto dal Consorzio, sancendo che Brazzale non ha provocato alcun danno al Consorzio. Soddisfatti di questo risultato, proseguiremo nel nostro impegno per tutelare l’interesse dei consumatori e del mercato».

PriSecco contro Prosecco: vince la Doc

Il settore vitivinicolo è stato interessato da una decisione altrettanto significativa. Il Tribunale dell’Unione europea ha confermato la nullità del marchio PriSecco, registrato dalla società tedesca Manufaktur Jörg Geiger GmbH per cocktail analcolici.

Tutela delle Dop italiane: Grana Padano e Prosecco vincono in tribunale

Vittoria del Prosecco Doc: il Tribunale dell’Unione Europea ha confermato la nullità del marchio PriSecco

Il marchio evocava in modo evidente la Doc Prosecco, come già stabilito dalla Commissione di Ricorso dell’Euipo. La corte ha evidenziato la forte somiglianza visiva e fonetica tra «PriSecco» e «Prosecco» e i collegamenti tra il vino e le bevande analcoliche, confermando l’evocazione indebita. La preesistenza del marchio in Germania è stata considerata irrilevante ai fini della decisione. Il Consorzio di tutela della Doc Prosecco, assistito dallo studio Bird & Bird, ha così rafforzato la protezione delle denominazioni Dop nel settore vinicolo.

Le Indicazioni Geografiche valgono oltre 20 miliardi

Con un totale di 859 prodotti alimentari e vini certificati, l’Italia si conferma il Paese leader in Europa per prodotti Dop, Igp e Stg. A questi si aggiungono 36 Bevande Spiritose a Indicazione Geografica (Ig), per un totale complessivo di 895 Indicazioni Geografiche. Dal punto di vista economico, secondo le ultime stime dell’Osservatorio Ismea-Qualivita, il settore del Cibo e Vino Dop Igp in Italia raggiunge un valore di 20,19 miliardi di euro, mentre le Bevande Spiritose IG valgono 151 milioni di euro, per un valore complessivo del comparto delle Indicazioni Geografiche pari a 20,34 miliardi di euro.

L’Italia vanta 330 prodotti alimentari Dop, Igp e Stg, confermandosi leader europeo nel settore agroalimentare certificato. Nel dettaglio, il totale comprende 174 Dop, 152 Igp e 4 Stg. Dal punto di vista economico, il settore del Cibo Dop Igp vale circa 8,9 miliardi di euro, rappresentando il 44% del totale del paniere delle Indicazioni Geografiche italiane. Il Paese conta 529 vini Dop Igp, collocandosi al primo posto in Europa anche per i prodotti vinicoli certificati. Il valore economico del settore, secondo l’Osservatorio Qualivita, è di 11,3 miliardi di euro, corrispondente al 56% del paniere IG italiano. Le Bevande Spiritose a Indicazione Geografica in Italia sono 36, con un valore complessivo di 151 milioni di euro, pari all’1% del totale del paniere IG del Paese, secondo le stime della Commissione Europea.

Perché la tutela legale è una questione strategica

Le Denominazioni di Origine Protetta garantiscono autenticità, qualità e tracciabilità dei prodotti italiani. Le sentenze su Grana Padano e PriSecco evidenziano quanto sia importante proteggere marchi e denominazioni dai tentativi di imitazione e evocazione indebita. Come sottolinea Renato Zaghini, presidente del Consorzio Grana Padano: «Difendere le denominazioni di origine significa proteggere il consumatore, la filiera e il patrimonio culturale del Paese». Secondo dati recenti, i prodotti Dop italiani generano un valore produttivo significativo: il Grana Padano è tra i formaggi più esportati al mondo, mentre il Prosecco Doc rappresenta una delle eccellenze vinicole più note a livello internazionale. Proteggere queste denominazioni significa salvaguardare la reputazione del made in Italy e tutelare le economie locali legate alla produzione, alla stagionatura e alla distribuzione.

Tutela delle Dop italiane: Grana Padano e Prosecco vincono in tribunale

Le Ig italiane sono un patrimonio da tutelare

Anche perché questi casi non rappresentano eccezioni isolate, ma veri e propri precedenti giuridici che rafforzano l’intero sistema delle Dop italiane, consolidando una giurisprudenza favorevole alla tutela delle indicazioni geografiche. In un mercato globale sempre più competitivo, dove la reputazione dei prodotti è una leva strategica di sviluppo, il diritto e la giurisprudenza diventano strumenti di politica economica capaci di orientare il comportamento delle imprese e proteggere il valore del made in Italy. Tuttavia, per rendere questa tutela pienamente efficace, è necessario investire non solo nella difesa legale, ma anche in vigilanza attiva, comunicazione e sensibilizzazione dei consumatori, affinché la protezione delle Dop non resti confinata nelle aule dei tribunali, ma diventi parte di una più ampia strategia di valorizzazione del patrimonio agroalimentare italiano.

Le Dop come arma competitiva per il made in Italy

Il messaggio che arriva da queste due sentenze è cristallino: il made in Italy non è un buffet aperto da cui chiunque può servirsi, è un sistema economico e culturale che si difende con le unghie e con i denti. Chi gioca con nomi, evocazioni e furbizie da marketing finisce davanti a un giudice, e - come dimostrano i casi Grana Padano e Prosecco - perde. Perché dietro ogni Dop non c’è solo un’etichetta, ma una filiera agricola, una comunità e una reputazione costruita in decenni. Difendere le denominazioni significa proteggere valore economico, posti di lavoro e credibilità internazionale. È una partita che non si gioca solo nei campi o nelle cantine, ma nei tribunali e nelle istituzioni. Chi ancora pensa che “Grana” o “Prosecco” siano parole da usare a cuor leggero, farebbe bene a cambiare vocabolario. L’Italia, almeno su questo fronte, ha imparato a farsi rispettare.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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