Dopo l'approvazione delle clausole di salvaguardia e di reciprocità approvate dal Parlamento europeo, l’Accordo UE-Mercosur è in discussione in Commissione. Dopo oltre 25 anni di negoziati, l'intesa apre scenari commerciali rilevanti per l’agroalimentare e il settore degli alcolici europei. L’intesa prevede riduzioni tariffarie, accesso a materie prime strategiche e tutela delle Indicazioni Geografiche italiane, ma suscita preoccupazioni tra agricoltori e produttori nazionali. L’Italia mantiene una posizione prudente, richiedendo rassicurazioni agli agricoltori e garanzie sulle importazioni, pur confermando l’intenzione di aderire una volta chiarite le condizioni. In Europa le proteste agricole e le clausole di salvaguardia approvate dall’UE segnano il dibattito sul futuro delle filiere locali e delle esportazioni italiane.

Proteste a Bruxelles per l'accordo Ue-Mercosur (foto di repertorio)
Accordo UE-Mercosur: opportunità e criticità per l’agroalimentare europeo
L’Accordo di libero scambio tra Unione Europea e Mercosur, negoziato per oltre 25 anni, rappresenta uno dei principali accordi commerciali per l’UE, con importanti riduzioni tariffarie su prodotti alimentari e accesso a materie prime strategiche, come minerali e litio. I paesi del Mercosur puntano ad aumentare le proprie esportazioni verso l’Europa, in particolare di carne bovina, zucchero, pollame e altri prodotti agricoli. L’obiettivo dei governi europei è invece quello di diversificare le forniture e ridurre la dipendenza da mercati extra-UE, inclusa la Cina. Nonostante le opportunità commerciali, l’intesa ha generato preoccupazioni tra gli agricoltori e allevatori europei, che temono la concorrenza di prodotti sudamericani a basso costo, spesso realizzati secondo standard di produzione meno rigorosi. In risposta a queste criticità, l’UE ha introdotto clausole di salvaguardia aggiuntive per tutelare le filiere europee, garantendo una certa protezione contro possibili squilibri di mercato.
Proteste a Bruxelles e richieste degli agricoltori
Mercoledì oltre cento agricoltori si sono radunati a Place du Luxembourg, davanti al Parlamento europeo a Bruxelles, manifestando contro l’accordo. La protesta ha visto il lancio di patate e uova, l’accensione di fumogeni e piccoli roghi, in un contesto di tensione e disordini.
Parallelamente, il Copa-Cogeca, principale federazione agricola europea, ha organizzato un corteo pacifico partendo dalla Gare du Nord, chiedendo supporto e dialogo con le istituzioni. Una delegazione ha incontrato la presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e il commissario all’agricoltura Christophe Hansen. «In tempi di incertezza, i nostri agricoltori hanno bisogno di affidabilità e sostegno. L’Europa li accompagnerà con misure mirate e semplificazioni burocratiche», hanno dichiarato i vertici della Commissione.
Posizioni dei governi e leader europei
Alcuni paesi membri, tra cui Germania, Spagna e i paesi nordici, sostengono l’accordo, sottolineando che l’intesa può favorire le esportazioni europee, ridurre l’impatto dei dazi statunitensi e garantire accesso a materie prime strategiche. La Francia e l’Italia, invece, manifestano prudenza e preoccupazione per le conseguenze sul mercato interno. Ma se i transalpini hanno espresso una contrarietà netta, la premier Giorgia Meloni ha una posizione più sfumata.

La premier italiana Giorgia Meloni
Il presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, ha confermato i contatti con il governo italiano, sottolineando che l’intesa non prevede perdite per l’Italia, ma necessita di rassicurazioni agli agricoltori nazionali: «Ho parlato con Meloni e mi ha spiegato che non è contraria all’accordo, ma deve gestire le preoccupazioni degli agricoltori italiani. Ci aspettiamo una decisione nel breve periodo», ha affermato Lula.
Sfide e prospettive per il settore agroalimentare
L’Accordo UE-Mercosur offre opportunità per la commercializzazione di prodotti europei, come vino, olio, formaggi e altri alimenti ad Indicazione Geografica. Tuttavia, le incertezze sul tracciamento delle importazioni, sui costi competitivi dei prodotti esteri e sulle garanzie di qualità e sostenibilità rendono necessaria la vigilanza degli operatori. Le clausole di salvaguardia approvate dall’UE rappresentano uno strumento chiave per proteggere le filiere europee e garantire un equilibrio tra apertura commerciale e tutela dei produttori. L’accordo rimane quindi al centro di un dibattito complesso, in cui interessi commerciali, politiche agricole e sostenibilità ambientale devono trovare un equilibrio, anche alla luce delle pressioni geopolitiche globali.
Assodistil, buone opportunità, ma servono garanzie
L’Accordo UE-Mercosur apre nuove prospettive anche per le esportazioni italiane di alcolici e bevande spiritose, ma solleva anche alcune preoccupazioni per il comparto nazionale. La riduzione dei dazi doganali favorisce la tutela delle Indicazioni Geografiche, come Grappa e Brandy Italiano, offrendo una spinta alle esportazioni verso i Paesi Mercosur. «L’accordo rappresenta certamente una concreta opportunità per il settore degli alcolici nazionali e delle bevande spiritose», dichiara Sandro Cobror, Direttore di Assodistil.

Sandro Cobror, Direttore di Assodistil
Allo stesso tempo, il comparto distillatorio italiano segnala preoccupazioni relative all’importazione di etanolo a basso costo dai Paesi Mercosur. L’accordo prevede una quota di 650.000 tonnellate di etanolo destinate all’UE, di cui 450.000 tonnellate a dazio zero per uso industriale chimico e 200.000 tonnellate a dazio agevolato per altri usi, quantità che copre circa la metà del consumo totale europeo in questo settore. «Non possiamo nascondere i dubbi legati all’incertezza e alle difficoltà relative al tracciamento dell’uso effettivo; allo stesso tempo evidenziamo la preoccupazione relativa ai prezzi avanzata dai produttori nazionali di alcol», sottolinea Cobror.

Secondo Assodistil, mancano nell’accordo garanzie esplicite sulla qualità e sostenibilità ambientale dei prodotti importati. L’assenza di controlli adeguati potrebbe comportare l’utilizzo dell’alcol importato in settori diversi da quello industriale, mettendo a rischio la produzione nazionale. «Riteniamo necessaria l’attivazione di chiare e solide clausole di salvaguardia nel caso le importazioni arrechino un danno documentato ai produttori europei», conclude Cobror.