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Euro digitale, moneta vera contro finanza virtuale: la partita si gioca nei bar

L’euro digitale promette pagamenti più semplici e meno costosi per bar e ristoranti, ma il confronto con le criptovalute (monete digitali speculative) è inevitabile. A determinare il successo la vita reale dei pubblici esercizi non la tecnologia in sé: costi ridotti (soprattutto sui micro-pagamenti), funzionamento anche offline e semplicità d’uso saranno decisivi per la diffusione

18 dicembre 2025 | 05:00
Euro digitale, moneta vera contro finanza virtuale: la partita si gioca nei bar
Euro digitale, moneta vera contro finanza virtuale: la partita si gioca nei bar

Euro digitale, moneta vera contro finanza virtuale: la partita si gioca nei bar

L’euro digitale promette pagamenti più semplici e meno costosi per bar e ristoranti, ma il confronto con le criptovalute (monete digitali speculative) è inevitabile. A determinare il successo la vita reale dei pubblici esercizi non la tecnologia in sé: costi ridotti (soprattutto sui micro-pagamenti), funzionamento anche offline e semplicità d’uso saranno decisivi per la diffusione

18 dicembre 2025 | 05:00
 

Leuro digitale potrebbe rivoluzionare i pagamenti nei bar e nei ristoranti. L’Italia chiede commissioni più basse sui micro-pagamenti per tutelare piccoli esercenti, come rimarca la Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) e come da sempre invoca Italia a Tavola. Tra tutela della privacy, costi delle commissioni, micro-pagamenti e difesa del contante, il dibattito europeo coinvolge istituzioni, associazioni di categoria e consumatori. Ma l'euro digitale avrà una chance reale solo se diventa strumento di pressione competitiva sui circuiti privati introducendo commissioni prossime allo zero e con un'implementazione semplice che possa entrare facilmente nelle abitudini dei consumatori.

Euro digitale cos’è?

L’Euro digitale sarà una forma di moneta pubblica digitale che affiancherebbe contante e monete, offrendo a cittadini e imprese più possibilità di scelta nei pagamenti quotidiani. L’euro digitale sarebbe progettato con standard molto elevati di riservatezza: né la Bce né l’Eurosistema potrebbero risalire all’identità degli utenti o ai dettagli degli acquisti a partire dai dati di pagamento. A differenza delle criptovalute, l’euro digitale sarebbe garantito da una banca centrale e non sarebbe una criptoattività, assicurando la stabilità del valore della moneta anche nella sua forma digitale.

Euro digitale, moneta vera contro finanza virtuale: la partita si gioca nei bar

L'euro digitale sarà una moneta elettronica garantita dalla Bce

Secondo le stime, i costi di realizzazione per le banche sarebbero compresi tra 4 e 5,8 miliardi di euro, un importo inferiore alle valutazioni iniziali grazie alla condivisione delle infrastrutture e alle sinergie operative. Pensato per i pagamenti di ogni giorno, l’euro digitale non comporterebbe rischi per la stabilità finanziaria, neppure in scenari di crisi estremi e altamente improbabili. L’euro digitale non sostituirà il contante né i sistemi di pagamento esistenti, ma si integrerà con le soluzioni del settore privato, coinvolgendo operatori, commercianti e consumatori per garantire un funzionamento efficace nell’ecosistema dei pagamenti.

Per bar e ristoranti, però, la natura dell’euro digitale conta fino a un certo punto. Ciò che farà la differenza non sarà tanto il fatto che sia moneta pubblica o garantita dalla Bce, quanto il suo impatto concreto sui costi di accettazione dei pagamenti quotidiani. Nel mondo dell’Horeca, dove si moltiplicano transazioni da pochi euro, anche variazioni minime sulle commissioni incidono direttamente sui margini, già messi sotto pressione da aumento dei costi energetici, materie prime e lavoro.

Commissioni e micro-pagamenti: la posizione italiana

Nel corso dell’ultima riunione dell’Ecofin, il 12 dicembre, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha ribadito che la proposta europea può e deve essere migliorata. L’obiettivo è chiaro: rendere l’euro digitale uno strumento conveniente, con costi di accettazione inferiori a quelli dei pagamenti elettronici tradizionali, soprattutto per i piccoli importi. Secondo la posizione italiana, un livello di onerosità più contenuto favorirebbe la diffusione dell’euro digitale senza gravare su bar, ristoranti e piccole attività, consentendo una transizione graduale verso i nuovi strumenti di pagamento. L’Italia ha confermato la volontà di proseguire il negoziato in sede di trilogo, puntando a «contenere i costi di accettazione dell’euro digitale» e a tutelare il tessuto economico fatto di Pmi e microimprese. La proposta si inserisce in una visione che mira a preservare il ruolo del contante nei pagamenti al dettaglio, garantendo libertà di scelta ai cittadini e continuità operativa alle imprese. L’euro digitale, secondo il governo, dovrebbe essere complementare e non sostitutivo della moneta fisica.

Euro digitale, moneta vera contro finanza virtuale: la partita si gioca nei bar

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti

Il nodo delle commissioni sui micro-pagamenti resta infatti il vero banco di prova dell’euro digitale. Un conto è parlare di pagamenti elettronici in astratto, un altro è misurarsi con la realtà di un caffè, di una bottiglietta d’acqua o di un cornetto, dove l’incidenza percentuale delle commissioni può diventare sproporzionata rispetto al valore della transazione. È su questi importi che si giocherà la credibilità dello strumento presso gli esercenti. In questo quadro, la difesa del contante non assume un valore ideologico, ma pragmatico. Per molti esercizi, soprattutto nei piccoli centri o nelle aree a forte stagionalità, il contante resta uno strumento essenziale di continuità operativa. La sfida dell’euro digitale sarà quindi quella di ampliare le opzioni di pagamento senza creare nuove rigidità o obblighi che rischierebbero di penalizzare proprio le realtà più fragili.

Cosa cambia per ristoranti e negozi alimentari

Nel settore food, dove i pagamenti di piccolo importo sono frequenti, il tema delle commissioni resta centrale. L’introduzione dell’euro digitale potrebbe rappresentare un’opportunità solo se accompagnata da regole sostenibili, capaci di ridurre i costi e semplificare le operazioni quotidiane. Secondo le stime europee, l’euro digitale potrebbe diventare operativo non prima del 2029. In vista di questa scadenza, l’Italia intende continuare a lavorare per un modello che tenga conto delle specificità del mercato interno e delle esigenze degli operatori della ristorazione e dell’alimentare. Anche la Fipe guarda con interesse all’euro digitale, soprattutto all’interno di un comparto in cui le commissioni sui pagamenti elettronici pesano eccome sugli esercenti. Per la Fipe, la ristorazione italiana è impresa a tutti gli effetti, non un semplice servizio di supporto. Da qui la richiesta di continuare a intervenire sul tema dei costi legati ai pagamenti elettronici, considerati ancora penalizzanti per molti pubblici esercizi.

Euro digitale, moneta vera contro finanza virtuale: la partita si gioca nei bar

Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe

Secondo la Federazione, bar e ristoranti potranno inoltre avere un ruolo di avanguardia nella diffusione dell’euro digitale, diventando luoghi di informazione e sensibilizzazione per i cittadini. Il presidente Fipe Lino Enrico Stoppani aveva salutato con favore l’avvento della moneta elettronica della Bce: «Le commissioni sui pagamenti elettronici sono diminuite, ma è necessario un ulteriore impegno per ridurle ancora. L’euro digitale, che sarà introdotto nei prossimi anni, potrà rappresentare un vero cambio di paradigma, a condizione che venga gestito con equilibrio». Inoltre ha espresso apprezzamento, anche in qualità di vicepresidente di Confcommercio, per il lavoro in seno all’Ue da parte del ministro Giorgetti circa l’esigenza di tutelare maggiormente i piccoli esercenti in tema di commissioni sui servizi di pagamento tramite l’Euro digitale, a maggior ragione se di piccolo importo: «Il successo del progetto Euro digitale passa dalle abitudini di consumo quotidiano negli esercizi commerciali, dove ogni giorno avvengono milioni di piccole transazioni. Sarebbe paradossale se il risultato dell’investimento miliardario per creare una nuova moneta pubblica di pagamento, fossero commissioni equivalenti o poco più basse a quelle già offerte dal mercato, utilizzando infrastrutture private, spesso extra europee».

Euro digitale, moneta vera contro finanza virtuale: la partita si gioca nei bar

Il successo dell'Euro digitale dipenderà dalla sua capacità di incidere sulle abitudini quotidiane di consumo

Il successo dell’euro digitale non dipenderà solo dall’architettura tecnica o dal quadro normativo europeo, ma dalla sua capacità di incidere sulle abitudini quotidiane di consumo. Se non riuscirà a offrire un vantaggio chiaro rispetto ai circuiti di pagamento esistenti, soprattutto sui piccoli importi, il rischio è che resti uno strumento complementare poco utilizzato, più discusso nei tavoli istituzionali che adottato nei pubblici esercizi.

Pagamenti digitali: moneta per l’economia reale o strumenti finanziari?

Euro digitale (parla ai pubblici esercizi)

  • Valore stabile e garantito da una banca centrale
  • Pensato per pagamenti quotidiani e piccoli importi
  • Costi di accettazione potenzialmente più bassi e trasparenti
  • Tutela della privacy senza profilazioni commerciali
  • Utilizzabile anche offline, a supporto della continuità operativa


Criptovalute (speculative e restano fuori dal bancone)

  • Valore instabile, inadatto a prezzi e incassi certi
  • Nascita e funzione finanziaria più che monetaria
  • Costi di transazione variabili e poco prevedibili
  • Complessità d’uso incompatibile con la gestione di bar e ristoranti
  • Diffusione limitata nei pagamenti reali, soprattutto nel food

Euro digitale, la ricerca Ue

Una ricerca qualitativa condotta nell’area euro mostra che l’euro digitale potrebbe essere accolto positivamente, a condizione che sia progettato tenendo conto delle esigenze concrete di piccoli esercenti e consumatori vulnerabili. Entrambi i gruppi esprimono fiducia in un nuovo metodo di pagamento promosso da istituzioni pubbliche solide, come le banche centrali, e indicano come priorità semplicità d’uso, costi contenuti, affidabilità tecnica e ampia accessibilità, inclusa la possibilità di utilizzo offline. I piccoli commercianti vedono nell’euro digitale un’opportunità per semplificare i pagamenti, ridurre i costi e rafforzare il potere contrattuale con i fornitori di servizi di pagamento. La funzione offline è considerata strategica per garantire la continuità dell’attività in caso di problemi di connessione. Rimane però forte la richiesta di informazioni chiare e di una valutazione concreta dell’impatto sul modello di business.

Eurovo

I consumatori vulnerabili mostrano atteggiamenti diversi: alcuni sono aperti all’innovazione se accompagnati da informazioni chiare e percorsi di utilizzo semplici, mentre altri – in particolare anziani e persone con basse competenze digitali – segnalano timori legati a frodi e difficoltà d’uso. Per questi utenti sono essenziali interfacce intuitive, supporto pratico e il sostegno di istituzioni affidabili. Nel complesso, la ricerca evidenzia che l’inclusività, l’accessibilità e il dialogo continuo con gli utenti saranno elementi decisivi per il successo dell’euro digitale, mentre prosegue lo sviluppo tecnico del progetto in attesa del quadro normativo europeo.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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