Con l'avvicinarsi del Conclave del 7 maggio, che dovrà eleggere il successore di papa Francesco, recentemente scomparso, Roma accoglie 133 cardinali provenienti da ogni angolo del mondo. Sono giorni di preghiera, riflessione e incontri riservati. Ma anche di piccoli momenti di quotidiana umanità. E tra questi, naturalmente, il cibo ha un ruolo non secondario.
Borgo Pio, la mensa dei porporati
Il cuore gastronomico dei cardinali resta, ancora una volta, Borgo Pio. La vicinanza al Vaticano, l'offerta ampia e la discrezione dei ristoratori lo rendono una scelta quasi automatica. I piatti preferiti? Le grandi specialità della cucina romana: carbonara, amatriciana, saltimbocca alla romana, carciofi alla giudia o alla romana, accompagnati da un bicchiere di rosso, senza eccessi.

La carbonara è tra i piatti più gettonati tra i porporati
Tra i locali più frequentati spicca La Rustichella, celebre per i suoi spaghetti alle vongole, molto apprezzati dai prelati americani. Non manca una sosta al Ristorante Marcantonio, dove la carbonara, definita da alcuni cardinali italiani «mitologica», fa scuola. Chi cerca un'atmosfera più intima sceglie spesso Arlù, a conduzione familiare, rinomato per la qualità costante dei suoi piatti. I più tradizionalisti si ritrovano invece da Al Passetto di Borgo, ritrovo storico dei prelati, o da I Tre Pupazzi, curiosamente gestito con uno spirito a metà tra Italia e Portogallo.
Conclave, gelato e benedizioni
Il pomeriggio dei cardinali è spesso addolcito da una coppetta di gelato. In molti fanno tappa alla Latteria Giuliani, dove è accaduto anche che due porporati venissero accerchiati da fedeli in cerca di una benedizione, mentre il loro pistacchio si scioglieva lentamente. Il gelato si fa spirituale anche alla Gelateria Hedera, in via dei Coronari, che ha dedicato ai pellegrini del Giubileo un gusto a base di crema di latte, vaniglia bourbon e limoncello di Amalfi. I più sobri scelgono invece l'Arena del Gelato, vicino a Porta Castello, dove il cardinale Parolin sembra non rinunciare mai a una coppetta al limone.
Conclave, i locali degli habitué
I prelati che conoscono Roma si spingono anche oltre Borgo Pio. Alcuni sono stati avvistati da Temakinho, per una pausa nippo-brasiliana. Altri preferiscono le atmosfere austro-italiche della Cantina Tirolese, in Prati, molto frequentata da Joseph Ratzinger quand'era cardinale. C'è chi ama salire al Gianicolo per un pranzo allo storico Lo Scarpone, o chi preferisce la raffinatezza discreta del Matriciano, in via dei Gracchi. Ai Parioli, invece, c'è chi si concede un pasto riservato al Caminetto o da Nino, in via Borgognona, vera istituzione romana per la Chiesa da oltre cinquant'anni. Tra una congregazione generale e una messa dei novendiali, non tutti hanno tempo per pranzi completi. Alcuni cardinali optano per un tramezzino veloce nei bar attorno a via Candia o una pausa al volo al Caffè dei Papi, a due passi da San Pietro. C'è anche chi rievoca i tempi di Papa Ratzinger, quando gli assistenti andavano a prendere il suo gelato preferito ai frutti di bosco dalla gelateria Millennium.

Il gelato ai frutti di bosco era il preferito di papa Ratzinger
La convivialità, per molti porporati, è anche occasione di conoscenza reciproca. Molti cardinali, infatti, non si erano mai incontrati prima. Una cena semplice tra due o tre persone diventa un'occasione per confrontarsi, conoscersi meglio e costruire quel clima di dialogo che sarà fondamentale una volta varcate le porte della Sistina. «Anche mangiare aiuta lo Spirito Santo a fare la sua scelta», confessa una fonte vaticana con tono ironico ma convinto.
Conclave, tra consigli e imprevisti
L'arcivescovo in pensione Anselmo Guido Pecorari, 79 anni, aggiunge un consiglio pratico: «Ai miei amici inglesi e americani ho suggerito di evitare la veste rossa e di mettere in tasca l'anello cardinalizio: gli osti, altrimenti, si fanno furbi, soprattutto sul vino».

Non tutto, però, è previsto. Un cardinale straniero, racconta con un sorriso l'arcivescovo Pecorari, aveva invitato alcuni confratelli per un dopocena in stanza a Casa Santa Marta, la residenza ufficiale durante il Conclave. Convinto che tutto fosse incluso, ha svuotato il frigo-bar. Solo al momento del check-out ha scoperto che i liquori non erano gratuiti. «Ci è rimasto male», dice Pecorari, ma è anche questo il bello dell'attesa: scoprire che anche i cardinali, di fronte a un minibar, possono perdersi.
Ultime forchettate prima del silenzio
«A San Pietro, mangiando nei ristoranti, capita di avere mal di pancia. Pensate cosa sarebbe durante il Conclave», ha raccontato al Corriere della Sera il cardinale Mauro Piacenza, 80 anni, già presente all'elezione di Papa Francesco. Per fortuna, aggiunge, «la cucina delle suore di Santa Marta è affidabile: ricordo la minestra di verdure e poi a cena la scaloppina».

Il 7 maggio si aprirà il Conclave per eleggere il successore di papa Francesco
Con l'ingresso in conclave ormai imminente, le ultime carbonare, gricie e gelati diventano un piccolo rito. Una parentesi di normalità prima del grande silenzio. Anche così, con un cucchiaio di gelato in mano o una carbonara condivisa, si preparano i giorni più decisivi della Chiesa cattolica.