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martedì 23 dicembre 2025  | aggiornato alle 19:32 | 116512 articoli pubblicati

Ristoratori “inaffidabili” per il fisco? Fipe: dati generici e lettura forzata

Nel 2023 i redditi medi delle partite Iva soggette agli Isa sono aumentati del 10%, ma oltre il 55% dei contribuenti risulta fiscalmente “inaffidabile”. Luciano Sbraga (Fipe) contesta l'approccio generalista dei dati : «Mischiare imprese individuali e società distorce il quadro. Un punteggio sotto 8 non equivale a evasione fiscale». Serve una lettura più attenta e articolata dei numeri

29 maggio 2025 | 18:46
Ristoratori “inaffidabili” per il fisco? Fipe: dati generici e lettura forzata
Ristoratori “inaffidabili” per il fisco? Fipe: dati generici e lettura forzata

Ristoratori “inaffidabili” per il fisco? Fipe: dati generici e lettura forzata

Nel 2023 i redditi medi delle partite Iva soggette agli Isa sono aumentati del 10%, ma oltre il 55% dei contribuenti risulta fiscalmente “inaffidabile”. Luciano Sbraga (Fipe) contesta l'approccio generalista dei dati : «Mischiare imprese individuali e società distorce il quadro. Un punteggio sotto 8 non equivale a evasione fiscale». Serve una lettura più attenta e articolata dei numeri

29 maggio 2025 | 18:46
 

Nel 2023, per molte partite Iva italiane è stato un anno economicamente favorevole. Secondo i dati diffusi dal Dipartimento finanze del ministero dell’Economia, i redditi medi dichiarati dalle attività soggette agli Indici sintetici di affidabilità fiscale (Isa) sono aumentati di oltre il 10% rispetto all’anno precedente. A confronto, i redditi da lavoro dipendente sono cresciuti solo del 4,5%. Tuttavia la percentuale media di soggetti considerati inaffidabili fiscalmente dal ministero supera la metà (55%), ma Luciano Sbraga, vicedirettore Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi), evidenzia con forza: «Ci vorrebbe una lettura un po' più attenta. Se noi andiamo a guardare le società di capitali, più o meno si comportano tutte allo stesso modo. C'è una perfetta coerenza tra diversi settori in termini di margine - che può essere il 3, 4, 5% - sono tutte lì. Quindi vuol dire che la ristorazione, che ha un assetto, una struttura, una forma giuridica più complessa, si comporta come tutte le altre aziende. Se poi uno mischia cose diverse insieme, viene fuori un problema. Inoltre non c'è assolutamente sovrapposizione tra un voto inferiore a 8 e l'inaffidabilità fiscale, cioè l'evasione. Non è così: anche questa è una lettura forzata».

Ristoratori “inaffidabili” per il fisco? Fipe: dati generici e lettura forzata

Il 55% dei soggetti è considerato inaffidabile fiscalmente dal ministero dell‘Economia

Affidabilità fiscale, l'analisi

L’analisi si basa su circa 2,7 milioni di contribuenti - persone fisiche e società - con un fatturato inferiore ai 5 milioni di euro, tenuti a presentare gli Isa in sostituzione dei vecchi studi di settore.  Gli Isa assegnano a ciascun contribuente un punteggio da 1 a 10. Solo chi ottiene almeno 8 può accedere a benefici e agevolazioni fiscali. La maggioranza resta fuori: il 55,3% delle attività, come detto, ha voti considerati insufficienti dal Ministero.

Affidabilità fiscale, ristoranti, bar, discoteche e balneari: il quadro

Tra le attività più osservate, la ristorazione registra una crescita significativa dei redditi medi, in particolare per i circa 75mila ristoranti giudicati inaffidabili secondo gli Isa. Nel 2022, il reddito medio dichiarato era di 8.100 euro. Nel 2023, è salito a 15.500 euro, quasi il doppio. Resta però una distanza netta rispetto agli esercizi considerati affidabili, che dichiarano in media oltre 63mila euro. Un livello che appare più compatibile con le spese operative del settore. La percentuale di inaffidabili (coloro cioè che hanno un’Isa inferiore a 8) si attesta al 74,5%, il che significa i tre quarti della platea interessata dall’indagine.

Ristoratori “inaffidabili” per il fisco? Fipe: dati generici e lettura forzata

La ristorazione registra una crescita significativa dei redditi medi

Il comparto dei bar, gelaterie e pasticcerie mostra un miglioramento. La quota di attività inaffidabili passa dal 68% del 2022 al 56% nel 2023. Tuttavia, rimane poco comprensibile la sopravvivenza di oltre 51mila esercizi che dichiarano meno di 10mila euro di reddito annuo. La categoria che include discoteche, locali notturni e scuole di danza presenta una delle situazioni più critiche: il 77% è giudicato inaffidabile. Il gap di reddito tra chi supera gli Isa e chi no è di circa 83mila euro annui, una forbice tra dichiarato e realtà economica che solleva dubbi sull’attendibilità delle dichiarazioni.

Nel settore dell’ospitalità, i dati mostrano una certa ripresa, ma il livello dei redditi resta basso. Il 64% di campeggi e villaggi turistici è inaffidabile, mentre per hotel, b&b e case vacanza la percentuale scende al 54%, in miglioramento. Tuttavia, più della metà delle strutture dichiara meno di 18mila euro di reddito annuo. Anche per i balneari il 2023 è stato un anno di risultati poco convincenti: il 58% dichiara meno di 15mila euro annui. Una cifra che solleva perplessità in un comparto spesso al centro del dibattito sulle concessioni demaniali specialmente se unita alla percentuale degli inaffidabili: 58,1%.

Affidabilità fiscale, una lettura forzata

Tuttavia, l’indagine va presa con le pinze. Intanto perché a livello metodologico la platea presa in esame è variegata e perciò non tiene conto delle specificità di ciascuna, come rimarca Sbraga: «Quando si parla di settori che hanno migliaia, decine di migliaia di imprese, dentro ci sono tante situazioni diverse. Ci sono imprese individuali, dove il reddito del titolare è il reddito dell'impresa, e ci sono società di persone, società di capitali, società in nome collettivo. Quindi, mettere tutto insieme, mischiare i redditi personali con quelli dell'impresa, ha poco senso. Bisognerebbe fare una valutazione per specifica tipologia d'impresa, per categorie omogenee di impresa. Così non ha senso mettere tutto insieme. Le imprese non possono essere assimilate a un professionista, che è un lavoratore autonomo. Anche nel cercare poi i dati, questa era la prima criticità che avevamo trovato, proprio per questo».

Ristoratori “inaffidabili” per il fisco? Fipe: dati generici e lettura forzata

Luciano Sbraga, vicepresidente Fipe

«Ritenere - aggiunge il vicedirettore Fipe - che le imprese che hanno meno di otto siano fiscalmente inaffidabili è una forzatura. Nel senso che quelle che stanno sopra otto vengono premiate perché si ritiene che abbiano, diciamo, secondo quegli standard, quei parametri, dei comportamenti virtuosi. Quelle che stanno sotto, stanno semplicemente sotto, ma non è che si possa dire che sono fiscalmente inaffidabili». Quindi sottolinea: «Sono imprese che non godono del regime premiale previsto dalla norma, ma assimilare un punteggio sotto l'otto all'inaffidabilità fiscale è una forzatura. Ma soprattutto, torno al punto di partenza: quando si mettono insieme imprese tanto diverse, come appunto le imprese individuali, dove il titolare è anche lavoratore e quindi il reddito dell'impresa coincide con quello dell'imprenditore, con imprese in cui il reddito dell'impresa è il margine - e poi magari i soci hanno il loro reddito per prestazioni di lavoro o per altre attività - è sbagliato». Il rischio è quello di far passare poi, attraverso dati presentati così, la categoria sotto una luce negativa: «È chiaro, ma si tratta di un un déjà vu: non è una novità questa cosa, è una cosa che è ricorrente».

Affidabilità fiscale, Pos sempre più presenti

Senza contare che i dati si riferiscono al 2023, ma da allora la diffusione dei Pos si ulteriormente estesa fino a diventare per distacco la principale opzione di pagamento da parte dei consumatori senza contare l'abilitazione alla ricezione anche delle mance, rendendo ancora più difficile l'evasione fiscale. La situazione sull’uso dei Pos per le mance digitali si è ribaltata: se a gennaio il 75% dei dispositivi non era abilitato, a maggio oltre l’80% è pronto all’uso, attivabile su richiesta degli esercenti.

Ristoratori “inaffidabili” per il fisco? Fipe: dati generici e lettura forzata

L'utilizzo dei Pos è sempre più diffuso

Tuttavia rimane aperta la partita sulle commissioni che erodono i guadagni delle imprese, specialmente quelle con margini ridotti e per le quali l’incidenza delle commissioni ha un peso decisamente importante. Se da un lato infatti è giusto dare la possibilità ai clienti come meglio credono, dall'altro questo non può essere implementato a discapito delle aziende.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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