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domenica 14 dicembre 2025  | aggiornato alle 18:02 | 116318 articoli pubblicati

Pizzeria all'italiana: l'arte del condire il conto più che la pizza

In certe pizzerie il vero capolavoro non esce dal forno, ma dal registro di cassa. Supplementi inventati, logiche paradossali e giustificazioni surreali costruiscono un copione dove il cliente diventa comparsa pagante. Non è gastronomia, è drammaturgia (pura) economica condita da sarcasmo e scontrini assai beffardi

16 agosto 2025 | 14:37
Pizzeria all'italiana: l'arte del condire il conto più che la pizza
Pizzeria all'italiana: l'arte del condire il conto più che la pizza

Pizzeria all'italiana: l'arte del condire il conto più che la pizza

In certe pizzerie il vero capolavoro non esce dal forno, ma dal registro di cassa. Supplementi inventati, logiche paradossali e giustificazioni surreali costruiscono un copione dove il cliente diventa comparsa pagante. Non è gastronomia, è drammaturgia (pura) economica condita da sarcasmo e scontrini assai beffardi

16 agosto 2025 | 14:37
 

Ma se non andiamo adesso, la settimana di Ferragosto, in pizzeria, quando ci andiamo più? Organizzata a ora di pranzo, pianificata per l'ora di cena. «Quanti siamo?» - «In otto». E qui il calembour è facile: siamo in otto, alle otto. Otto di sera, ovviamente! Si prenota, si specifica l'orario e si chiede una cosa precisa: il tavolo quadrato. Così ci si mette due per lato, conversazioni agevolate, miglior prossemica e più spazio al centro per eventuali piatti di servizio.

Pizzeria all'italiana: l'arte del condire il conto più che la pizza

Pizzeria quadrata: il tavolo speciale costa caro

L'arrivo in pizzeria e l'assegnazione dei posti

Chi dice che la puntualità non è di questa terra? Da luoghi diversi, qualche minutino prima delle otto, siamo davanti al locale. Siamo, come si suole dire, piacevolmente scoppiati: 2 donne e 6 uomini. O meglio, ragazzi in età adulta. Il tavolo quadrato è lì, noi siamo qui, sull'uscio. È improbabile che si muova da solo, quindi ci avviciniamo noi. E volete che, in un gruppo di otto, non ci sia chi assegna i posti? E volete che gli altri sette non se ne infischino palesemente? Così ci si siede un po' dove capita: la regola “un uomo, una donna” salta subito.

L'ordinazione e il Lambrusco di Sorbara

Arrivano i menu: carta delle pizze e carta delle bevande. Ho un maglioncino sulle spalle - sciocchezza col caldo che fa! - e lo appoggio sulla sedia vuota accanto. L'amica alla mia destra, con la sua blusetta celeste, fa lo stesso. Scelgo: calzone al forno e, avendo raccolto adesioni da due commensali, un Lambrusco di Sorbara. «Ben cotto, ma non bruciacchiato, e con un filino d'olio a bocca di forno. Olio evo, mi raccomando». Uno dopo l'altro, un po' effetto gregge, ordiniamo. La cameriera - palesemente fuori ruolo e, a occhio, lontana dalla sua terra natia - prende nota e porta le comande al banco del pizzaiolo.

Il locale si riempie

Mentre il locale si anima, vado in bagno: lavarsi le mani con il sapone prima di mangiare è d'obbligo. E, già che ci sono, un bisognino. Prezzi? Non modici. Ma è Ferragosto, e tra poco più di cento giorni è Natale: gaudeamus igitur… sulla seconda parte della frase, meglio sorvolare. Un cameriere di passaggio, non il nostro, mi sostituisce subito il tovagliolo caduto a terra. Arrivano le bevande: Lambrusco per tre, due birre grandi per quattro e… una Coca Cola. Coraggio, la serata va avanti. Si parla di calcio: 8 persone, 9 pronostici diversi.

Le pizze e i dettagli

Finalmente le pizze. Il mio calzone ha la base un po' bruciacchiata e il filino d'olio ridotto a tre gocce contate. Le altre pizze sono nella AQL - Accettabile Qualità Limite. Devo tornare in bagno: meno pulito di prima. Un compagno di tavolo assaggia il nostro Lambrusco, chiede un calice. Arriva, con calma.

Pizzeria all'italiana: l'arte del condire il conto più che la pizza

Pizzeria d’Italia: qui il gusto è opzionale, ma il supplemento è garantito

Sul dolce si apre la discussione: tiramisù per tutti? Io preferisco la panna cotta. Un'amica rinuncia al dolce, ma chiede un cucchiaio per assaggiare quello del vicino. Amari e caffè: chiedo un amaro calabrese. «Ce l'abbiamo in cambusa». Me lo portano.

Il conto e i supplementi

Si è fatta una certa. Arriva il conto. Si divide per sei… ma siamo in otto! Non è tanto l'importo, quanto le voci:

  • Supplemento quadrato: tavolo speciale, più tempo per la mise en place.
  • Coperti per 12: abbiamo occupato due sedie del tavolo vicino con maglioncino e blusetta, impedendo di “vendere” quel tavolo.
  • Supplemento toilette: due di noi sono andati in bagno due volte, consumando più acqua e sapone del previsto.
  • Supplemento sciacquone: evitato solo per cortesia del patron, perché ho “usato” quello grande per un bisogno piccolo.
  • Supplemento ben cotto: maggior consumo di legna e… di fosforo del fornaio, che ha dovuto prestare più attenzione.
  • Supplemento filino d'olio: tre gocce contate con il contagocce.
  • Supplemento calice: per l'assaggio di Lambrusco da chi beveva birra.
  • Supplemento cucchiaino: per assaggiare il dolce del vicino.
  • Supplemento amaro: bottiglia in cambusa, con accensione e spegnimento della luce inclusi.

L'ultimo tocco

Quando pensiamo che sia finita, il patron si avvicina: «Manca una voce». Oddio, quale? «Il supplemento di costo: il mio tempo speso per spiegarvi i supplementi». Questo, magnanimamente, ce lo condona.  quando si dice che signori si nasce… a volte anche patron.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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