Senza usare termini roboanti, è comunque una "mini-rivoluzione" nella catena agricola-alimentare e una risposta concreta ai cambiamenti climatici. Nei campi del Bresciano - annuncia Confagricoltura- è iniziata la mietitura e trinciatura dello smart corn (mais nano).

Lo smart corn (foto News Agricoltura)
Mais nano, cos'è
È una delle prime volte che avviene nel nostro Paese. La novità è che dovrebbe garantire più produzione e sostenibilità. Su duemila ettari seminati in alcune aree fra i comuni di Montichiari-Orzinuovi e Comezzano quest'anno viene raccolto un prodotto modificato con la genetica tradizionale in modo naturale, per farlo restare più basso e resistente. Si tratta di piantine ibride di taglia ridotta (30%in meno rispetto alle tradizionali) che dovrebbero garantire una più efficiente intercettazione della luce e una maggiore densità di semina (fino a 130-160 mila piante per ettaro) meno bisogno di acqua e una miglior qualità del trinciato, con più amido e una fibra maggiormente digeribile per l'alimentazione animale. Inoltre, lo ''smart corn'' registra un posizionamento stabile e resistente, rendendo la coltivazione con resa più alta , sostenibile e resilienti al clima.
«Si tratta di un mais modificato con la genetica tradizionale in modo naturale - ha dichiarato Giovanni Garbelli, presidente di Confagricoltura Brescia e vice lombardo - per farlo restare basso e resistente agli eventi climatici estremi, come grandinate , vento e bombe d'acqua. Per avere questi risultati abbiamo impiegato decina di anni, con le le ditte sementiere che hanno fatto investimenti importanti per ottenere i nuovi incroci e rispondere così alle esigenze del nostro territorio e della zootecnia che richiede pastoni trinciati e tanto amido di elevate qualità.Questo prodotto è la prima vera e reale risposta agli improvvisi e, spesso, devastanti cambiamenti climatici. È una varietà che è stata creata dopo lunghi periodi di ricerca: se in Italia si potessero usare le tecniche Nbt l'avremmo avuta in pochi mesi. È mais tradizionale ottenuto con metodi tradizionali.» Intanto, la stagione cerealicola dopo il periodo negativo del 2024 per le troppe piogge,rimarca Garbelli, «si annuncia molto buona, con prospettive nella media».