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Dehors, il governo prepara nuove regole per tavolini e spazi all’aperto

La stretta attesa riguarda l’equilibrio tra vivibilità urbana, richieste dei ristoratori e decoro delle città, con i sindaci in pressing e il governo Meloni deciso a chiudere il dossier dehors in tempi brevi

 
12 settembre 2025 | 12:20

Dehors, il governo prepara nuove regole per tavolini e spazi all’aperto

La stretta attesa riguarda l’equilibrio tra vivibilità urbana, richieste dei ristoratori e decoro delle città, con i sindaci in pressing e il governo Meloni deciso a chiudere il dossier dehors in tempi brevi

12 settembre 2025 | 12:20
 

Il governo Meloni ha deciso di accelerare sulla questione dehors. Dopo cinque anni di deroghe nate con il Covid, e prorogate di scadenza in scadenza fino a oggi, il dossier è infatti tornato al centro della politicaIl provvedimento, fa sapere l’Ansa, è finito nei lavori preparatori del Consiglio dei ministri del 12 settembre, con l’esecutivo che lo considera ormai pronto, anche se restano nodi da sciogliere e non manca l’ipotesi di uno slittamento. Ma la scadenza (non più rinviabile) del 31 dicembre incombe e le città, insieme a bar e ristoranti, chiedono certezze.

Dehors, il governo prepara nuove regole per tavolini e spazi all’aperto

Il governo sta lavorando ad un intervento sui dehors

Dall’emergenza sanitaria alle proroghe senza fine

Il primo capitolo della questione, ricordiamo, si scrisse nel 2020, quando l’Italia era paralizzata dal Covid e la ristorazione rischiava il collasso. Il governo Conte decise allora di semplificare al massimo le procedure: bastava infatti presentare una planimetria per avere l’ok all’occupazione del suolo pubblico, senza pagare canoni e senza dover affrontare la burocrazia ordinaria. In poche settimane comparvero dehors, pedane e ombrelloni anche davanti a edifici di pregio storico, in un contesto che in altre condizioni sarebbe stato impensabile. Una misura straordinaria, nata per fronteggiare un possibile disastro economico e sociale.

Dehors, il governo prepara nuove regole per tavolini e spazi all’aperto

La questione dehors va avanti dal 2020, anno della pandemia

Da lì in avanti la norma è stata però prorogata di continuo. Prima fino al 31 marzo 2021, poi al 31 dicembre dello stesso anno. Nel 2022 le scadenze si susseguirono a ritmo serrato: marzo, giugno, settembre, dicembre. Altri interventi hanno portato l’estensione al 2024. E con l’ultimo decreto Concorrenza la scadenza è stata ulteriormente spostata al 31 dicembre 2025, ma vincolata all’entrata in vigore della riforma complessiva che il governo deve approvare entro fine anno.

Una trasformazione che ha ridisegnato lo spazio urbano

I dehors, va detto, hanno avuto un impatto immediato sul comparto della ristorazione, consentendo a migliaia di imprese di restare aperte. Ma la loro "influenza" non si è fermata solo all’economia: hanno infatti cambiato la fisionomia delle città. Parcheggi e marciapiedi, ad esempio, sono diventati spazi di socialità, le piazze si sono riempite di tavolini e di persone. In poche parole, il paesaggio urbano ha assunto un volto nuovo, praticamente in tutta Italia. È stata una trasformazione rapida e visibile, che ha inevitabilmente modificato le abitudini dei cittadini e l’esperienza dei turisti. Oggi scegliere un locale con spazi all’aperto (soprattutto d’estate) è quasi la norma, e per molti bar e ristoranti questa possibilità segna la differenza fra sopravvivere e chiudere.

Accanto all’entusiasmo, non sono mancati però i malumori. Residenti e comitati cittadini hanno infatti denunciato rumore, caos e l’ingombro dei marciapiedi, spingendo diversi sindaci a chiedere regole più rigide in nome del decoro e dell’accessibilità. Dall’altra parte i ristoratori, sostenuti dalla Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi), hanno insistito sulla necessità di non tornare alle vecchie pastoie burocratiche e di mantenere procedure snelle, che diano certezze agli imprenditori. Perché intanto i dehors non sono più un’aggiunta provvisoria: sono diventati un elemento stabile dell’arredo urbano, con effetti concreti sulla qualità della vita e sull’immagine delle città.

La riforma in cantiere

Per questo, il governo punta ora a un testo che superi la logica delle proroghe e che metta ordine in un settore regolato finora a macchia di leopardo. Le ipotesi sul tavolo, che si vociferano da mesi, prevedono la liberalizzazione delle autorizzazioni nei centri storici, ad eccezione delle aree immediatamente a ridosso di siti archeologici e beni culturali, e l’introduzione del silenzio-assenso in alcune pratiche. Si discute anche di procedure edilizie semplificate e uniformi, di criteri comuni per garantire il passaggio dei pedoni e delle persone con mobilità ridotta, oltre a un sistema di sanzioni per scoraggiare abusi e occupazioni selvagge.

Dalla toppa normativa a un modello di città

Insomma, il passaggio che l’Italia si trova ad affrontare è sostanzialmente decisivo. I dehors, come detto, hanno mostrato di poter essere una risorsa, non solo per l’economia dei pubblici esercizi ma anche per la qualità della vita cittadina. Hanno riportato le persone nelle piazze, ridotto lo spazio delle auto, reso più attraenti le destinazioni turistiche. Ma se non regolati rischiano di produrre l’effetto opposto: conflitti con i residenti, degrado, barriere architettoniche. La riforma dovrà quindi stabilire un equilibrio tra esigenze diverse e spesso in contrasto, evitando sia il far west sia l’eccesso di vincoli.

Dehors, il governo prepara nuove regole per tavolini e spazi all’aperto

I dehors hanno mostrato di poter essere una risorsa sia per i locali che per le città

La partita è (molto) delicata. Scrivere nuove regole non basta: bisogna riconoscere che i dehors, in questi anni, hanno smesso di essere un rattoppo temporaneo e sono entrati a far parte del tessuto delle città. Vanno pensati con una prospettiva di lungo periodo, dentro un disegno urbanistico e politico che dica chiaramente come vogliamo vivere gli spazi pubblici. Perché qui non c’è solo la sorte dei bar e dei ristoranti, ma un’idea più ampia: quale immagine dare delle nostre piazze, quale modello di città offrire a cittadini e turisti

Dopo cinque anni di deroghe, la sfida è chiudere con l’improvvisazione e trasformare un’emergenza in un’opportunità di governo dello spazio pubblico. Un’occasione per dimostrare che la pandemia non ha lasciato soltanto cicatrici, ma anche strumenti per immaginare città più vivibili.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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