Arriva l’app per tracciare anche le consegne a domicilio

L’iniziativa è della start-up pOsti e di EY, in collaborazione con la Fipe. Un sigillo sulla confezione e un QR code garantiranno la qualità del cibo consegnato

14 aprile 2020 | 18:18
di Vincenzo D’Antonio
Quando la catastrofe sarà alle nostre spalle si noterà che il servizio di delivery, nato quasi come pannicello caldo per mitigare i danni gravi arrecati agli incassi del ristoratore, tenderà a divenire un servizio reputato di importanza pari a quello espletato in sala. Da questa considerazione, ovvero dalla combinazione del fenomeno emergente quanto imprevisto di questo periodo, che si inserirà tra i servizi che normalmente il ristoratore andrà ad erogare, è nata l’applicazione trustDelivery, realizzata dalla startup pOsti in partnership con EY e con la collaborazione della Federazione Italiana Pubblici Esercizi. Punti essenziali, a garanzia degli utenti finali consumatori del pasto presso la loro abitazione, è la meticolosa e certificata esecuzione di check-list sia da parte del ristoratore, ovvero di chi produce e confeziona, sia da parte del rider, ovvero di chi trasporta e consegna.

Una schermata della App che traccia le consegne a domicilio

La checklist, nel merito puntuale, è stata redatta dalla Fipe. I punti sono conformi alle linee guida di sicurezza alimentare. I tre passi fondamentali, ribadiamolo, sono: preparazione, confezionamento, consegna del cibo. Si tratta, cosa non da poco, di certificare, di “fare certo” che il flusso sia avvenuto in conformità al dettato di Fipe. E come? Mediante un sigillo a duplice valenza. Un sigillo cartaceo anti manomissione. Qualora vi fosse manomissione della confezione in un momento successivo all’uscita dalla cucina, i segni sarebbero evidenti ed immediatamente riscontrabili dal destinatario. Un sigillo digitale, sovrapposto al cartaceo, connotato da un Qr code che consente la verifica della sicurezza del piatto.

Ogni confezione quindi, è caratterizzata da un’etichetta-sigillo a antimanomissione con un QR-code applicato dal ristoratore mediante il quale il consumatore verifica le procedure di sicurezza eseguite periodicamente dal ristoratore e dai rider. La verifica continua delle informazioni rese viene assicurata da uno smart contract che impedisce eventuali fenomeni fraudolenti. Tutte le informazioni sono tracciate in blockchain da pOsti ed EY, quindi garantite e rese immediatamente fruibili e consultabili.

«La nostra sfida è dare al consumatore ancora più fiducia sul cibo ricevuto a domicilio - commenta Virgilio Maretto, Co-Founder & CEO di pOsti - In particolare, abbiamo preso come riferimento le linee guida emanate dalla FIPE in termini di procedure di sicurezza che devono essere rispettare dai ristoratori e dai rider nelle fasi di preparazione, confezionamento e consegna e abbiamo lavorato ad una soluzione, affinché anche il piatto mangiato a casa sia degustato con la massima tranquillità. In questa maniera pOsti vuole continuare a promuovere la trasparenza della filiera agroalimentare anche in momenti di trasformazione epocale come quello che stiamo vivendo. La ricerca di nuove soluzioni e il lancio di nuovi servizi, oltre ad offrire un’ulteriore tutela al consumatore, possono diventare una vera occasione di rilancio e di ripresa per l’intero Paese».

Fondamentale per trustDelivery è stato l’utilizzo della blockchain, la tecnologia basata su un registro pubblico e distribuito, strutturato come una catena di blocchi dove le transazioni, una volta memorizzate, diventano immutabili. Inoltre, ogni acquisto è connesso alle verifiche nel continuo tramite smart contract del rispetto dei presidi di sicurezza di ciascun attore ed il ristoratore, il rider e lo stesso consumatore diventano co-promotori di un consumo sicuro, a tutela di tutti gli attori della filiera.

Giuseppe Perrone, Bockchain HUB Mediterranean Leader di EY, sottolinea: «In questo periodo di emergenza sanitaria abbiamo voluto supportare il settore della ristorazione attraverso l’infrastruttura EY OpsChain Traceability, garantendo trasparenza nelle attività di food delivery e avvicinandolo sempre di più al consumatore. Infatti, grazie alla tecnologia Blockchain di Ethereum i clienti beneficiano della verifica delle corrette pratiche di sicurezza sanitaria adottate da ristoratori e rider».

«Il nostro contributo a questa brillante iniziativa di pOsti e EY - dichiara Lino Enrico Stoppani, Presidente Fipe-Confcommercio - è per far crescere la consapevolezza dei ristoratori sull’importanza di esplorare nuovi segmenti di business e al contempo di comunicare al consumatore la sicurezza del cibo consegnato a casa. Ci aspetta un periodo complicato che dobbiamo affrontare con lungimiranza, ricercando anche nuove soluzioni commerciali, e TrustDelivery va proprio in questa direzione».

Ecco, sono questi gli scenari che si prospettano. Attrezzarsi tempestivamente è condizione necessaria per continuare ad essere ben presenti nel mondo della ristorazione.

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Alberto Lupini


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