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Bar e ristoranti: per salvare i posti di lavoro serve altra cassa integrazione

Lo hanno chiesto la Fipe e le parti sociali al ministro del Lavoro Andrea Orlando perché nel nuovo decreto di aiuti gli ammortizzatori sociali sono garantiti solo a chi ha fino a 15 dipendenti

 
22 marzo 2022 | 19:12

Bar e ristoranti: per salvare i posti di lavoro serve altra cassa integrazione

Lo hanno chiesto la Fipe e le parti sociali al ministro del Lavoro Andrea Orlando perché nel nuovo decreto di aiuti gli ammortizzatori sociali sono garantiti solo a chi ha fino a 15 dipendenti

22 marzo 2022 | 19:12
 

Sindacati e associazioni di categoria del settore della ristorazione, tra i quali la Fipe, la Federazione italiana pubblici esercenti, chiedono al Governo altra cassa integrazione per salvare imprese e posti di lavoro. La richiesta è stata rivolta al ministro del Lavoro Andrea Orlando, a seguito del decreto entrato in vigore oggi per contrastare gli effetti economici della crisi ucraina. L'Esecutivo interviene con misure speciali in materia di ammortizzatori sociali che però escludono il settore della ristorazione, dell’intrattenimento, del banqueting e del catering, della ristorazione collettiva e del gioco legale ricomprendendo esclusivamente le imprese che occupano fino a 15 dipendenti della ristorazione su treni e navi, delle sale giochi e biliardi e del bingo. Da qui la richiesta di un'urgente modifica per allargare le maglie della cassa integrazione a tutto il settore della ristorazione.

bar e ristoranti: per salvare i posti di lavoro serve altra cassa integrazione

Le imprese della ristorazione: «Senza aiuti è a rischio la tenuta del settore»

Le parti sociali, tramite un comunicato congiunto, hanno lanciato un accorato appello al ministro del Lavoro. «L’esclusione delle attività economiche citate mette a rischio la tenuta del settore in un momento particolare in cui la ripresa economica è ancora disomogenea e risente fortemente non solo delle conseguenze della Pandemia, ma anche degli effetti economici gravissimi derivanti all’aumento esponenziale dei prezzi dell’energia e delle materie prime che colpiscono in maniera drammatica le famiglie e le imprese», si legge nella nota.

Il comunicato ripercorre gli ultimi e tormentati mesi che ha vissuto il settore della ristorazione: «Del resto i più colpiti da questa lunga fase critica sono i pubblici esercizi presenti nelle città d’arte, colpiti dalla mancanza di turismo internazionale, le attività di catering e banqueting, legate a cerimonie ed eventi, la ristorazione collettiva, penalizzata anche dal massiccio ricorso allo smart working, e quella commerciale, svolta soprattutto lungo gli accessi turistici del Paese - prosegue - Aeroporti, stazioni ferroviarie, aree di servizio autostradali. A queste fattispecie si aggiunge la drammatica situazione delle discoteche e dei locali di intrattenimento che da poco hanno ripreso l’attività, e le difficoltà delle sale gioco lecito, pesantemente colpite dalle misure di restrizione».

 

 

«La cassa integrazione sia a beneficio di tutto il settore della ristorazione»

Le parti sociali del settore richiedono pertanto che «anche le imprese citate siano ricomprese nelle misure previste in tema di cassa integrazione al fine di salvaguardare l’occupazione assicurando anche ulteriori risorse per il finanziamento degli stessi ammortizzatori sociali, senza alcun onere aggiuntivo per le imprese».

 

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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