Cataste e Canzei, mostra a cielo aperto Quando il borgo diventa opera d’arte

03 settembre 2015 | 14:44
di Claudio Zeni
Un po’ ovunque in montagna l’autunno è la stagione in cui si odono il ruggito delle motoseghe e gli affondi delle accette: l’inverno è dietro l’angolo e occorre far scorta di ciocchi per la stufa e il camino. C’è però un angolo nascosto tra i nostri monti, nel Trentino orientale, dove non solo questo rito antico sopravvive con fierezza ma si è fatto arte, con la “A” maiuscola. A Mezzano di Primiero (Tn), piccolo gioiello tra "I Borghi più Belli d’Italia", accoccolato ai piedi delle Pale di San Martino, le cataste di legna sono d’autore.



Qui, mentre nelle legnaie si fa scorta per l’inverno, il comune ha fatto scorta, anzi una scorpacciata, di opere d’arte. Questa stagione, quando il bosco è vestito delle tinte calde e commoventi dell’autunno, è perfetta per ammirare, magari inspirando l’odore inconfondibile delle prime stufe accese nelle case, la straordinaria e unica collezione open air di cataste artistiche - ormai ben 25 - che ha trasformato l’antico borgo in un museo sotto il cielo.

Si chiama “Cataste e Canzei” (canzei in dialetto locale significa catasta, appunto) ed è l’omaggio di un paese al proprio destino da sempre legato al legno e agli altri elementi della natura montana. Da qualche anno, tra le antiche architetture rurali di Mezzano, spuntano sempre nuove installazioni ispirate al tema della catasta, protagoniste di una rassegna unica e innovativa che del borgo è diventata l’anima. Le si incontra ad ogni angolo: nei vicoli, sotto gli androni, nelle piazze, sui ballatoi, nei cortili… gigantesche installazioni d’autore che immortalano riti, mestieri, leggende, canti e tradizioni locali in un sorprendente gioco di equilibri, ciocchi e tasselli.

Cataste artistiche che strappano i ciocchi al loro destino di fiamme e regalano loro voce. Tutt’attorno a Mezzano, poi, un quieto paesaggio di prati immensi dove si raccoglie l’ultimo fieno, boschi trasformati in tavolozze, alpeggi punteggiati di malghe, cime bellissime che lanciano le loro sfide ai più allenati… ovunque, un’ampia scelta di pittoreschi sentieri per tutte le gambe, da percorrere a piedi, in bicicletta e persino a cavallo.

Da non dimenticare nemmeno, per un’escursione tranquilla ma scenografica, la ciclabile del Primiero: 11 chilometri nella natura, lungo il fiume, da Imer fino a Siror. Al ritorno, poi, la golosa ricompensa di un pasto genuino, con le specialità tipiche del territorio: la polenta con la Tosela, i formaggi del Caseificio del Primiero, i salumi locali, i croccanti capusi (cavolo verza) appena colti nell’orto, la selvaggina, la carne salada con i fagioli… Da annaffiare con l’ottima e genuina birra artigianale del Primiero, la BioNoc’, prodotta proprio a Mezzano.

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Alberto Lupini


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