Costi alti e pochi controlli L’altra faccia del delivery

Il servizio di consegna a domicilio è fondamentale in questo periodo, ma serve il buonsenso di tutti e bisogna stroncare sul nascere eventuali tentativi di speculazione . Denunciamo chi è scorretto, un modo per tutelare i cittadini, ma anche per stanare i furbetti e proteggere, ristoratori e pizzaioli corretti

13 aprile 2020 | 14:32
di Sergio Cotti
Un’opportunità per migliaia di ristoratori, oltre che un servizio e una “coccola” per tanti italiani costretti ormai da più di un mese a casa. La consegna a domicilio messa a punto da ristoranti e pizzerie è un servizio più che utile, che anche noi di Italia a Tavola abbiamo sempre (e continuiamo) a sostenere.

Rider con la mascherina

Le associazioni di categoria, Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) in testa, in queste settimane non solo hanno chiesto al Governo che questo tipo di attività fosse preservata – ciò che è successo – ma hanno anche messo i ristoratori e i loro dipendenti nelle condizioni per farlo in maniera del tutto sicura dal punto di vista sanitario, con regole e prescrizioni precise da seguire.

Tutto bene, dunque, finché tutti le rispettano, queste regole. Un po’ come accade per l’isolamento domiciliare: affidarsi al buonsenso di tutti è necessario; i controlli ci sono, ma non possono essere capillari (in particolare all’interno delle cucine) e soprattutto non c’è la possibilità di verificare se i prezzi applicati ai prodotti sono corretti.

Da più parti, in questi giorni - specialmente sui social - qualcuno sta mettendo in guardia i consumatori, proprio su questo tema: il Codacons lo aveva fatto un paio di settimane fa, riferendosi ai prezzi di frutta e verdura che stavano lievitando in maniera “anomala” nei supermercati.

Ora la questione si sposta sul servizio a domicilio: che ci sia qualcuno che tenti di approfittare della situazione per alzare i costi del servizio stesso, visto il boom delle richieste di questi giorni? Può darsi. Il problema non si pone (o meglio, non dovrebbe porsi) nel caso in cui il ristoratore si affida alle piattaforme online di consegna a domicilio, le cui commissioni sono dichiarate e non hanno subito variazioni nelle ultime settimane. Il condizionale è però d’obbligo, perché è evidente che i prezzi potrebbero essere “gonfiati” a monte.

Il problema, semmai, potrebbe riguardare chi, come la maggioranza delle pizzerie d’asporto, si affida ai propri mezzi per recapitare il cibo a domicilio. E allora, quanto è giusto pagare per farsi portare una pizza o un menu a casa? Senz’altro, per chi già effettuava questo servizio, lo stesso prezzo applicato in passato (in genere 0,50 centesimi per pizza, oppure fino a 1,50 euro a consegna). Per chi invece ha iniziato solo ora, vale senz’altro la regola del buonsenso. In ogni caso, i mezzi per denunciare, anche solo pubblicamente, i rincari sospetti, ce ne sono. È già successo per le mascherine, con l’attivazione di una pagina Facebook, e sarebbe consigliabile farlo in qualsiasi caso in cui si riscontrino delle anomalie. Un modo per tutelare i cittadini, ma anche per stanare i furbetti e proteggere, in qualche modo, i ristoratori e i pizzaioli corretti, che – è giusto ricordarlo – restano la stragrande maggioranza.

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Alberto Lupini


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