Da “bischerata” a incontro illustre L'inviato distratto scopre Silvia Baracchi
L'anno scorso a Bergamo ero passato senza rendermi conto del variegato mondo che ruota attorno al cibo. Quest’anno invece mi sono fermato sabato e domenica 30 e 31 marzo
03 aprile 2019 | 18:00
di Renato Andreolassi
Annamaria Tossani, Cesare Baldrighi, Alberto Lupini, Silvia Baracchi, Annie Féolde e Luciano Artusi
Casualmente sabato sera, mi è capitato di cenare - a mia insaputa - con il vincitore del Premio: Silvia Baracchi titolare de “Il Falconiere”. La scena è da raccontare. Si parla del più e del meno fra i commensali che vogliono gustare ed apprezzare del buon cibo. Il marito, ad un certo punto, dice alla moglie: «Domani tocca a te preparare il pranzo».
Attimo di suspance. «Scusi - chiedo con la solita sfrontataggine del giornalista - lei chi è?». «Sono la cuoca dell’anno. Silvia Baracchi, ho vinto il Premio di Italia a Tavola». Imbarazzo.
Silvia Baracchi
«Complimenti, e cosa ci cucinerà di buono?». Superato il momento di stupore, Silvia racconta con semplicità che per celebrare i 500 anni della morte di Leonardo rielaborerà piatti in onore del genio da Vinci e che si concluderanno con un superlativo Bacio di Dama (ne ho mangiati due), «perché i dettagli - secondo il Genio - fanno la perfezione e la perfezione non è un dettaglio».
Ecco, ho voluto raccontare questo episodio, per cercare di entrare nello spirito che ha animato la tre giorni toscana. Qualità, identità, controllo e garanzia di sicurezza dei cibi: questo il filo conduttore della convention, baciata da un delizioso clima primaverile, prenotato per tempo da Lupini. La fantasia non è mancata come i momenti di approfondimento e di confronto fra gli addetti al settore.
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Alberto Lupini